Capitolo quarantasette

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27 luglio 2021
📍Parigi , Francia


<<Sei pronta?>> mi chiede entrando nel bagno della camera dell'hotel.

<<certo.>> mi spruzzo due gocce di profumo ed esco dal bagno, spegnendo la luce.

<<dove andiamo?>> chiedo e lui mi bacia la tempia.

<<andremo da Le Gabriel, abbiamo la prenotazione alle 8, poi facciamo un giro per Parigi.>>gli sorrido mordendomi il labbro inferiore.

<<sei bellissima con questo vestito>> si avvicina a me ed io gli metto le mani attorno al collo, lui invece sui fianchi.

<<e tu, invece con questa camicia. Anzi tu sei sempre bellissimo.>> mi bacia dolcemente.

<<anche tu, sempre.>> mi prende una mano e la bacia.

<<ci conviene andare, non credi?>> lo bacio di nuovo e lui annuisce.

<<si perché se no, non so se uscirai con questo vestito intero.>> mi metto a ridere e prendo la chiave della porta e la apro, aspettando Charles, per poi chiuderla.


<<poi dove andiamo?>> chiedo mentre chiamo l'ascensore, premendo il tasto accanto le porte dell'ascensore che dopo poco si aprono.

<<beh... dopo è tutto una sorpresa.>>

—————



Chi l'avrebbe mai detto, che anche Parigi, sarebbe diventata nostra?
Non mi aspettavo che succedesse, ma mentre camminavamo mano nella mano ed andavamo verso la torre eiffel l'ho capito.
Ho capito che ovunque andassi, in qualsiasi posto mi trovassi, alla fine diventava nostro.
Parigi, come Roma, erano posti dove li tenevo solo per me, non li condividevo con Charles perché li avevo già condivisi con Jules.
Sono scappata a Parigi, quel febbraio dopo la nostra rottura, perché era l'unica città dove non siamo mai andati insieme, pur essendo una delle città, anzi, la città dell'amore.
Ma ora eccoci qui, davanti alla torre eiffel illuminata, ancora mano nella mano che guardiamo allibiti la bellezza e la grandezza della Torre.

<<Em..>> mi richiama dai miei pensieri, mi giro verso di lui.

<<Che c'è?>> chiedo mentre lui mi prende anche l'altra mano.

<<ero sicuro che l'amore fosse esattamente come me lo avevano sempre descritto negli anni, come un migliaio di farfalle nella pancia ogni volta che vedi quella persona, come un risveglio euforico, qualcosa di cui si è totalmente in balia, senza nessun tipo di controllo. Ora, so che l'amore è per lo più costruire.
So che l'amore comporta un grande lavoro da parte di entrambi, non si misura in quanto ti da, ma in quanto dai, un insieme di gesti che col tempo diventano più o meno involontari ed automatici, come quando sono al supermercato e devo comprare il necessario per la colazione e mi ricordo di prendere il latte senza lattosio perché sei un po' intollerante, e so perfettamente che vai matta per le gocciole, e allora ne prendo due pacchi, che non si sa mai.
Come prendere atto che non importa quanto sia grande il letto, né quanto faccia caldo, tu sarai sempre a due millimetri da me, girata su un fianco, i piedi freddi contro i miei stinchi, e la tua mano che mi cerca costantemente, mi stai così attaccata che ho paura a muovermi, anche se avrei proprio bisogno di cambiare lato perché magari mi si sta intorpidendo la spalla, oppure mi sono stufato di stare a pancia in su, ed inizio a studiare in anteprima tutte le manovre che dovrei fare per non svegliarti, perché quando dormi sei bellissima, e sarebbe un peccato.
Come, ad esempio, quando soffi sul mestolo bollente prima di farmi assaggiare il sugo che ti ha insegnato a fare tuo padre, rimanere al telefono, quando non ci sono, per tutto il tragitto fino a casa quand'è sera tardi, perché è ancora un mondo di merda e c'è bisogno di stare tranquilli e di saperti al sicuro, sana e salva.
So che non è fondamentale dormire con il mio braccio sotto la tua nuca perché altrimenti non ci si ama abbastanza; è importante che, il mattino dopo, tu sia la prima cosa che cerco con quel braccio.
E soprattutto, l'amore è quando ci sono quelle giornate storte al circuito, in cui tutto va male, e di sorridere non se ne parla e probabilmente sarà così fino al giorno successivo, ma quando rientro a casa e ti trovo sul divano con in braccio Jules, intenti ad aprire il secondo pacco di Gocciole, ecco, so che in fondo, per oggi, va benissimo anche così.
Mi prenderò sempre cura di te.

Prenditi cura di meWhere stories live. Discover now