Capitolo ventidue.

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5 gennaio 2020
📍Roma

Roma.
Città eterna.
La nostra città.
Mi siedo su una panchina e sospiro guardando il panorama.
Quella sera mi rimbomba in testa come se fosse successa ieri.
Jules.
I suoi occhi che scrutavano il mio corpo.
Le sue mani su tutto il mio corpo.
E le sue labbra sulle mie.
Io e lui, in mezzo al Castel Sant'Angelo.
Sospiro e apro la lettera che tenevo in mano e che ormai sapevo a memoria.
Di nuovo, una sua lettera.
Di nuovo, lui nel mio cuore.

Quando, quel giorno a Roma ti ho dato la rosa e hai sorriso, ho capito che non sono riuscito a dimenticarti.
Ho capito che ti amo ancora.
Ho cercato in tutti i modi di lasciarti andare, di lasciarti a lui.
Ma non riesco, non ci sono riuscito.
Riesco sempre a farmi forza, sono abituato a farmi forza, sono cresciuto dovendo affrontare le miei perdite dovendo andare avanti per me stesso e per gli altri, so di poter affrontare tutto, mi basta solo crederci.
O almeno così credevo.
Ero convinto, che avrei potuto lasciarti andare.
Ero sicuro di poter andare avanti, continuando a stare con te come due persone normali.
Ero convinto di poter riuscire a farmi una vita  avendoti accanto semplicemente, come amica.
Ero convinto che avrei potuto sopportare tutto, come vederti sorridere con altri, farti uscire dalla mia testa.
Ero convinto che tutti i miei problemi avrebbero fatto si che io pensassi ad altro.
Si ero certo...
Ma ritorno sempre a quella sera, a quella sera a Roma.
A quel bacio.
Io non me lo scorderò mai.
So che la mia forza non serve, so che tutta la mia caparbietà va a puttane quando ti vedo, so che posso pensare di farcela, ma appena vedo una tua semplice foto, sorrido spontaneamente, per poi piangere anche spontaneamente.
Mi ero ripromesso di non piangere più, mi ero ripromesso che mai avrei più permesso ad una persona di prendersi il mio cuore, poi sei arrivata tu.
Scusa ma non riesco, ci sto provando... ma non posso mentire a me stesso, non posso. Cazzo mi mandi in confusione, non lo sai e probabilmente mai leggerai tutto ciò, non avevo mai provato tutto ciò neanche prima, sei l'unica persona che sa come farmi sorridere, senza nemmeno sapere che lo faccio. Non riuscirò mai a farti uscire dalla testa, hai vinto tu, ma io ho perso, e sapendolo, scusa ma torno a piangere.
Tuo,
per sempre.
Jules.

Charles aveva ragione, ed io lo sapevo, solo che, avevo rimosso questo ricordo.
Avevo rimosso quei tre giorni dalla mia mente.
Sono stati i giorni più belli della mia vita, ma li avevo rimossi.
Per paura, forse.
Forse perché sono codarda, o che ne so.
Non riesco a non pensare ad altro.
Come farò ora a tornare da Charles?
Ho sempre cercato di essere felice, ho sempre cercato di pensare solo a Charles e alla nostra vita, solo che, Jules c'è.
C'è e ci sarà sempre.
Ripiego la lettera e la rimetto in borsa per poi prendere il telefono che stava vibrando.
<<Pronto?>>
<<Emelie dove sei?>> mi chiede preoccupato Liam.
<<Perché?>> chiedo incrociando le gambe.
Faceva freddo, soprattutto qua vicino al fiume.
<<Perché mi ha chiamato Charles, dicendomi che sei sparita. Dove sei?>>
<<Tra due ore ho l'aereo per tornare a Londra. Posso restare da voi?>>
<<è ancora casa tua Em. ma mi dici perché sei scappata da Monaco?>>
<<Perché avevo bisogno d'aria. E ho anche bisogno di parlare. Quindi appena arrivo parliamo. Chiedo anche ad Emily se può venire.>>
<<certo, ma quando arriverai saranno le 11 passate.>>
<<lo so.>>
<<resti a dormire, ti preparo la camera.>>
<<Grazie Liam.>>
<<E di che? Sono tuo amico.>>
<<lo so. Grazie>>

————

Scendo dal taxi ringraziandolo e suono al citofono appoggiandomi al portone.
<<Sono io.>>
Salgo le scale velocemente e mi ritrovo Liam appoggiato allo stipite della porta mentre mi aspetta.
Senza dire niente lo abbraccio di scatto, scoppiando in un pianto liberatorio.
Mi accarezza la schiena dolcemente cercando di calmarmi.
In queste situazioni ringrazio sempre che c'è Liam al mio fianco.
<<ti va se preparo l'acqua per il tea così ci racconti tutto quello che ti turba?>>
Annuisco ed entro in casa chiudendo la porta dietro di me.
Mi tolgo la giacca e appoggio la borsa sul tavolo e poi corro a salutare Emily e Austin che erano seduti rispettivamente uno di fronte all'altro sulle poltrone, per poi sedermi sul divano con le braccia conserte.
<<Allora?>> mi chiede Liam mentre mi porge la tazza fumante.
Si siede davanti a me, sul tavolino mentre mi guarda negli occhi cercando di capire cosa c'era che non andava.
<<Sono scappata da Monaco.>>
<<Questo lo sapevamo.>> dice Austin appoggiando la schiena allo schienale della poltrona.
<<Charles ha detto che Jules mi amava.>>
<<Cosa?>> dice incredula Emily
<<Cosa?>> dice sorpreso Austin
<<Cosa?>> dice senza parole Liam.
<<Si, la mia stessa reazione. Poi però quando sono corsa fuori, per prendere aria, mi sono ricordata.>>
<<Che cosa?>> chiede Liam cercando di spronarmi ad andare avanti.
Frugo nella borsa alla ricerca della lettera e gliela porgo.
Lui mi guarda corrucciando la fronte per poi leggerla ad alta voce.
Dopo un paio di minuti la richiude e me la consegna.
Emily e Austin mi guardavano già da tempo perplessi, e ora pure lui.
<<Cosa significa? Cosa c'è stato tra di voi?>> chiede Emily
<<oltre al bacio, da quel che mi ricordo nulla.>> ammetto.
<<quindi sei scappata da Charles, e dove sei andata?>> mi chiede Liam.
<<A Roma. A cercare di ricordare.>>
<<Eh?>> chiede Austin.
<<Eh... aveva ragione Charles. Jules era pazzo di me. Solo che ora, come diamine faccio a tornare a casa?>>
Scuotono la testa ed Emily mi prende la mano.
<<Resta qua. Per un po'.>>
<<no ragazzi. Prima deve risolvere con lui. Se dovesse risolvere ritorni a Monaco, se no resti qui. Tanto lo spazio c'è.>> ammette Liam e Austin annuisce.
<<si, è sempre casa tua questa, e poi non ci crei nessun disturbo. Però devi risolvere con lui. Stasera dormi qui, e domani riparti.>> annuisco e appoggio la tazza finita sul tavolino.
<<Però avvisalo che sei qui.>>
Annuisco ed esco fuori sul terrazzo.
Compongo il numero di Charles ed attendo che risponda.
<<Pronto?>> dice con voce roca.
Mi era mancato.
<<Ciao.>>
<<Stai bene? Ti avrò chiamata almeno cento volte, ti prego dimmi che stai bene e sei al sicuro>>
<<Charlie, sto bene sono a Londra, da Liam.>>
<<ma Liam, mi ha detto che non eri da lui.>>
<<sono arrivata ora. Ero a Roma.>>
<<A Roma? A fare cosa?>>
<<Possiamo parlarne domani che sono esausta.>> ammetto appoggiando il mento sul palmo della mano libera.
<<certo.>>
<<buonanotte Charles.>>
<<Buonanotte>>
<<Em...>>
<<si?>>
<<ti amo.>>
<<Em? Se vuoi, puoi venire. La camera è libera. Emily si è auto invitata a dormire nel tuo letto. Va bene?>> mi chiede Liam facendomi alzare di scatto.
<<mi va bene.>>
<<ora devo andare... ci vediamo domani.>>
<<a domani.>> e mi attacca velocemente.
<<cos'è quella faccia?>> mi chiede mentre ritorno dentro.
<<non gli ho detto che lo amo. Ed ora chissà cosa penserà..>>
<<domani tanto chiarirete.>> mi abbraccia dolcemente.
Entro in camera e mi svesto mettendo una maglia di Liam che mi aveva gentilmente prestato e mi metto sotto le coperte con Emily a fianco.
<<Vedrai che andrà tutto bene.>>
<<lo spero. Charles è la cosa migliore che mi sia mai capitato.>>
E dopo poco mi addormento.

————

Appoggio la borsa sul tavolo e mi tolgo la giacca e l'appendo all'appendiabiti per poi sedermi sul divano.
<<Non pensavo che fossi già a casa.>> mi dice mentre scende le scale con solo l'accappatoio attorno in vita.
<<non c'era traffico.>> mi alzo di scatto dal divano e mi avvicino a lui.
<<posso vestirmi prima?>> chiede ed io annuisco ritornando dov'ero prima.
Dopo pochi minuti scende con addosso dei pantaloni della tuta e al collo una maglietta che indossa rapidamente.
<<mi dispiace..>> ammetto immediatamente mentre lui si siede sul divano davanti a me.
<<per essere scappata così? Da un momento all'altro? Senza dirmi nulla? Cosa facevi in Italia?>>
<<sono andata a Roma per..per ricordare.>>
<<ricordare cosa?>>
<<Avevi ragione...Jules mi amava. Ed io mi ero completamente dimenticata di questo particolare.>>
Rimane immobile, con le braccia conserte, la mascella serrata e la fronte corrucciata.
<<è successo tutto tre giorni dopo i miei 17 anni, mi ha portata a Roma ed io ero completamente scioccata per una foto che avevi appena pubblicato con Giada e lui ha cercato in tutti i modi di aiutarmi, di farmi felice, e alla sera, lui ubriaco marcio, mi ha detto di amarmi e ci siamo baciati.
Non ricordo nient'altro, però mi dispiace, mi dispiace tanto.>> appoggio le mani sulle sue cosce e lo guardo negli occhi.
<<ti prego.. di qualcosa.>>
<<ho bisogno... credo di aver bisogno di una pausa.>>
<<lo so..è difficile da comprendere. Io sono completamente scioccata ancora.. possiamo magari, magiare qualcosa o guardare qualcosa alla tele per non pensarci più...>> ammetto e lui appoggia le sue mani sulle mie.
<<ho bisogno di una pausa fra di noi.>> ammette e il mio cuore si spacca, di nuovo.
<<u-una pausa?>>
<<si..non so se posso continuare questa relazione, so che Jules era e sarà sempre una parte importante di te, di me, ma non tra di noi.
Voglio stare con te senza dovermi ritrovare Jules sempre di mezzo, pure da morto riesce sempre ad averti. Vorrei, per una volta, che tu scegliessi me. Vorrei essere la tua prima scelta.>> ammette.
<<ma tu sei la mia prima scelta. Io ti amo.>>
<<no. Perché se io fossi la tua prima scelta, anziché scappare, saresti tornata indietro e avremmo parlato. Tu lo pensi ancora. Voglio una pausa, finché lui resterà tra di noi, io non voglio più stare con te.>> toglie le mie mani e si alza dal divano.
<<se vuoi, puoi restare tu qua, vado io dai miei.>> ammette ed entra in cucina.
Ancora scioccata mi alzo dal divano.
<<vado a Londra, non credo di riuscire a stare qui.>>
<<bene.>>
<<bene.>>

***

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