1. Di nuovo

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"Jackson! Detective Jackson risponda!"
La voce roca ed inconfondibile di un uomo uscì in modo graffiante e violenta dalla radiolina fissa sul cruscotto dell'auto, il detective Dylan Jackson aprì lentamente gli occhi, una lieve pioggia batteva incessantemente sui vetri, il suo tintinnio faceva innervosire il giovane, quell'acuto, fastidioso e martellante suono.
"Qui Jackson, cosa succede Page?"
"Un'altra, sulla 78, tra Moana Avenue e New Pott rd."
Merda, di nuovo, fu il primo pensiero di Dylan.
"Arrivo, attento agli agenti di polizia locale, non sanno gestire cose del genere."
Disse tirando un sospiro prima di riagganciare; rimise lentamente la radiolina al suo posto, si tolse il cappello e tirò la testa indietro, fino a toccare la parte superiore del sedile in pelle.
Il detective rivolse il suo sguardo verso l'alto; è successo di nuovo, come immaginava, anzi come immaginavano tutti al Bureau. Dylan pensò immediatamente ai poliziotti della contea, e sperò solo che Rick li avesse tenuti alla larga dalla scena, quando succedono queste cose si sentono particolarmente importanti, cercano di scavalcare l'FBI con le loro inutili ipotesi sperando di ottenere qualche riconoscimento , pensano di aiutare, ma generano il risultato contrario.
Dopo alcuni minuti di silenzio, il giovane si rese conto che forse era meglio iniziare a muoversi, anche perché con quel tempo la scena poteva essere contaminata, ma probabilmente già lo era. "Chissà da quanto sta piovendo" si chiese Jackson mentre si risistemava sul sedile del guidatore.
Mise in moto il suo fuoristrada, una jeep ronco nera opaca: aveva sempre adorato quel modello, sin da piccolo. Iniziò a brancolare nel buio più totale, diede un rapido sguardo all'orologio, erano solo le due di notte, poi guardò fuori dal finestrino, si era addormentato, ma non ricordava dove. Dopo qualche istante il giovane riconobbe il campo che si trovava vicino casa dei Blake, cosa stava facendo? Ah sì, controllava la villa, era ancora convinto lei sarebbe tornata da un momento all'altro.

Dopo quasi un'ora in auto Jackson si rese conto di essere nel punto indicatogli dal detective, così accese i fari alti dell'auto per avere una visuale migliore e iniziò a scrutare il paesaggio, o almeno quello che era in grado di vedere, in cerca di un qualche segnale.
Alcuni secondi dopo l'accecante luce di una torcia puntò il suo viso pulito attraverso il finestrino del passeggero; lo abbassò lentamente e poi Dylan si avvicinò un po' per osservare meglio l'uomo che aveva davanti e subito capì di essere arrivato. Il suo collega Rick era leggermente piegato in avanti per osservare meglio l'interno dell'auto con un'espressione di dolore in viso, solo pochi anni prima aveva avuto dei problemi alla schiena durante una sparatoria in Arizona, ed alcuni movimenti gli erano praticamente impossibili. Inoltre il suo cappotto ed il suo cappello erano fradici, mentre gli occhiali erano appannati e pieni di goccioline, come poteva riuscire a vedere con quei cosi? Doveva essere lì da molto, pensò Dylan.
"Jackson! Buon Dio ragazzo dove eri finito?"
Chiese con tono di rimprovero.
"Villa Blake."
Disse secco il giovane, e l'unica risposta che ottenne fu lo sguardo adirato e di rassegnazione del suo partner, nonché superiore, Richard Page.
Page era un detective dell'FBI appartenente alla sezione omicidi seriali, un nuovo ramo in cui Dylan Jackson aveva sempre sperato di costruire la sua carriera; nonostante l'età e i numerosi "regali del mestiere" come lui stesso definiva le ferite d'arma da fuoco, Richard era ancora abile nel suo lavoro, gli affidavano spesso i novellini come Dylan, ma nessuno era mai finito bene, il peso di quel lavoro, tutto ciò che comportava, non erano cose adatte ai deboli secondo Rick.
Scese dall'auto sbattendo la portiera, aveva intenzione di fumare una sigaretta, ma ci ripensò, non era il caso, e poi c'era quella maledetta pioggia. Jackson si sforzò di capire, per quanto fosse possibile, in che luogo preciso si trovassero, se in campagna o in periferia, ma dal terreno morbido e risucchiante che aveva sotto i piedi, era sempre più convinto del fatto che si trovassero in una zona di campagna, non passava nessuno di lì a quell'ora.
"Lei dov'è?" Chiese cautamente mentre infilava entrambe le mani nelle tasche, in cerca dei suoi guanti usa e getta, ne teneva sempre alcuni in tasca, abitudine o scrupolosità, non si era mai chiesto perché lo facesse, era una specie di ossessione.
"Per di qua, ma ti avverto non è.."
"Sono abituato a queste cose Rick, di sicuro ho visto di peggio."
Page rivolse la testa davanti a sé ed iniziò a camminare, Dylan lo seguì incalzando il passo, e stando attento a dove metteva i piedi, potevano esserci delle impronte o degli indizi importanti.
Jackson percepiva la pioggia che sbatteva e scivolava sulle loro giacche, erano dei suoni per lui legati a ricordi, emozioni, incubi.
Improvvisamente Page si fermò, scostò la testa un po' verso destra, ed indicò qualcosa sotto di lui, la sua mano tremava, sotto l'acqua fredda, Dylan riuscì a percepire anche la sua paura, la sua agitazione. Il giovane si abbassò, riusciva a vedere i contorni di quello che sembrava un corpo, esitò per un istante ma poi accese la torcia e la puntò contro la povera vittima.
"Oddio."
Era una donna o almeno quello che ne restava, ad occhio Jackson ipotizzò che poteva avere vent'anni, non di più. Una vita spezzata, un'altra vittima...
Forse Rick aveva ragione, questa era messa peggio delle altre; la donna era svestita, l'assassino aveva martoriato il suo cadavere, accanendovisi con varie coltellate e colpi d'arma da fuoco, l'aveva smembrata e poi ricomposta in modo molto macabro; mancavano i seni ed il viso era tumefatto, impossibile da identificare. Non mirava ad ucciderle, voleva distruggerle...
Dylan si piegò per osservare meglio il cadavere, e subito notò che sul dorso, sotto i seni, c'era un tatuaggio, era un po' rovinato, ma riuscì a distinguere una rosa rossa con delle iniziali sopra "A.T.", un fidanzato? Un'amica? O forse il suo stesso nome?
"Rick, c'è un tatuaggio, chiedi alla scientifica de riescono a fare qualche foto, sappiamo qualcosa su di lei?"
Chiese Jackson senza staccare mai lo sguardo da quel tatuaggio.
"No, purtroppo niente, ma questo ci potrà aiutare, Anderson e la sua squadra dovrebbero arrivare qui tra pochi minuti."
Rispose il detective con una mano davanti la bocca, sembrava come se stesse per vomitare, strano per Dylan, erano anni che Rick faceva quel lavoro, e di sicuro aveva visto cose peggiori di quella, pensò il giovane sorpreso nel vedere il suo superiore in quello stato.
"Chi l'ha trovata?"
"Un contadino, è nella mia auto."
"Posso fargli qualche domanda?"
"Certo."
Un contadino in campagna, fin qui nulla di strano, ma se poi aggiungiamo il fatto che erano le due di notte ed il tempo non era quello migliore per l'attività agricola allora tutto diventava strano e sospetto.
Forse si trovava soltanto nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ma perché si trovava qui? Si chiese Jackson mentre camminava verso l'auto del suo collega, sul sedile posteriore riusciva già a vedere un uomo anziano, sulla settantina, tremava come una foglia nonostante indossasse uno di quegli spessi cappotti vintage color cammello ed un cappello di lana logoro nero.
Jackson aprì lentamente la portiera e si sedette accanto a lui, l'uomo lo guardava, sembra sconvolto, impaurito ed agitato, dopo poco, il detective si convinse che non fosse lui il colpevole, era troppo paffuto per nulla atletico, l'omicida doveva essere relativamente giovane e parecchio forte per fare una cosa di quel genere, quello sembrava proprio il tipo di persona che facilmente si perde tra gli scaffali del supermercato.
"Salve, sono il detective Dylan Jackson, potrebbe gentilmente dirmi come ha notato il corpo della donna?"
L'uomo sembrava sconvolto dalla domanda del giovane, ma forse era più intimorito dal suo aspetto. Dylan aveva una notevole massa muscolare, in più era alto e le sue cicatrici sul viso non facevano altro che peggiorare la situazione. Era evidente che il povero contadino non volesse avere niente a che fare con quella storia.
Esitò, sospirò, guardò dall'altra parte.
L'uomo paffuto iniziò a strusciare i palmi gli uni contro gli altri, agitava la testa, infine con un gesto della mano si sfilò il cappello e si decise a rispondere.
"Signore, io non ho fatto nulla, deve credermi stavo solo..."
Si morse la lingua, come se dovesse mantenere un segreto, questo non fece altro che aumentare dei sospetti nell'animo del giovane Dylan, sempre attento al linguaggio del corpo; decise di riformulare la domanda, per evitare di non agitarlo ancora di più.
"Come si chiama?"
"Bob Robinson.."
Rispose balbettando rivolgendo il suo sguardo verso il giovane, ma sempre senza guardarlo negli occhi blu, aveva paura di quelli, aveva la sensazione che un solo sguardo di Jackson avrebbe potuto ucciderlo.
"Bene signor Robinson, Dove si trova la sua auto?"
"È proprio lì!" Disse il contadino indicando un vecchio pick-up pochi metri avanti al veicolo di Page.
"Capisco, e perché si trovava qui?"
Esitò di nuovo, ma questa volta Dylan sapeva per certo che avrebbe risposto alla sua domanda.
"Io, oh dannazione! Ero venuto qui con una prostituita, questo è il mio campo."
"È sposato?" Chiese subito dopo il detective, anche se conosceva già la risposta, aveva osservato bene quell'uomo, e la sua fede logora mostrava a Dylan che era sposato, da molti anni e probabilmente il suo era un matrimonio con molti figli, ma triste e grigio dal punto di vista sessuale.
"Diamine sì, altrimenti non sarei venuto in questo dannato campo."
Rispose rassegnato l'anziano signore, Jackson dovette trattenere una risata, ridursi così alla sua età, era inconcepibile per un uomo di valori come lui.
"Lei dov'è?"
"È andata via poco prima che io trovarsi quella, quella cosa."
A Dylan si gelò il sangue nelle vene, quella che l'uomo aveva definito "cosa" era una persona, una ragazza, una donna martoriata, uccisa brutalmente dal peggior serial killer a cui Jackson avesse mai dato la caccia e proprio per questo era determinato a catturarlo.
Il rumore di alcuni motori, lo sbattere delle portiere e delle voci confuse riportarono Dylan alla realtà, era arrivata la scientifica, "alla buon ora" pensò il giovane mentre osservava alcuni agenti uscire dal furgoncino.
"Perfetto Signor Robinson, aspetti qui, un agente arriverà per la deposizione."
Il detective si voltò per aprire lo sportello della vecchia utilitaria quando il vecchio aprí di nuovo bocca.
"Mia moglie lo verrà a sapere?"

A CRIME SCENEWhere stories live. Discover now