11. Sviluppi

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Ashton aveva seguito i detective fino all'ospedale vicino, dopo un paio di ore erano usciti, ma con loro c'era una donna, una bellissima, sensuale figura.
Ashton sentiva la fame di uccidere crescergli dentro, sapere che una donna gli stava dando la caccia lo eccitava.
Ashton era strano, lo era sempre stato.

Cos'è la normalità dopotutto?

"Dobbiamo tornare al Bureau, bisogna mettere al corrente il resto della squadra." Disse Page mentre saltando in macchina faceva segno ad Anne di seguirli.
Arrivati al centro di comando, che non era altro che una sala riunioni nelle viscere del grande edificio di cemento, avvisarono i colleghi dei recenti sviluppi.
C'erano due predatori, cacciavano e poi uccidevano le loro vittime, non si sarebbero fermati e questo era chiaro a tutti.
"La stampa preme per avere delle risposte." Disse Bennet disperato, aveva passato la mattinata a tenere lontani i giornalisti dalla scena, erano degli ossi duri quelli lì.
Page lo ignorò, l'unica cosa che importava era rendere giustizia a quelle povere donne.
"Jackson, notato niente di strano intorno alla scena?"
Dylan stette in silenzio per un secondo, ma poi gli tornó alla mente un dettaglio, c'era un'auto che aveva notato anche fuori dall'ospedale, era una Honda grigia, ma non ricordava bene la targa.
"Io ho avuto l'impressione che qualcuno ci stesse osservando." Lo precedette Anne, lui la guardò, e affogó nel suo stesso imbarazzo.
"Non ci basiamo sulle sensazioni e questo lo sai bene.." la zittí Morrison mentre entrava nella stanza, aveva un'aria riposata, e questo diede molto fastidio a Page, nessuno aveva riposato quella notte, nessuno tranne lui a quanto pareva.
I presenti non sapevano cosa dire, un attimo prima a Dylan sembrava che in mano avessero di tutto, ma adesso tutto era come prima, sapevano solo che erano in due, e Page non voleva credere alle sensazioni di Anne che secondo il giovane erano giuste. Qualcuno li stava seguendo, e quel qualcuno poteva essere anche l'assassino.
Cosa potevano fare?
Aveva un'idea, una pazza e mastodontica idea, poteva funzionare.
"Io ho visto due volte la stessa auto, sia sulla scena, sia fuori dall'ospedale."
Le attenzioni di tutti si rivolsero verso Dylan, Anne lo guardò in modo particolarmente diverso, e il giovane detective si sentì sollevato, non sapeva bene perché.
"Quando pensavi di dirlo?" Lo rimproverò Page, era troppo arrabbiato, c'era qualcos'altro sotto, lo avevano capito tutti.
Un suo problema era Morrison.
"Che auto era?" Chiese calmo Bennet, che intanto si era posizionato davanti al computer, era pronto a digitare una targa, che Dylan non ricordava.
"Una Honda grigia.." Disse piano, quasi si sentisse in colpa, il giovane riusciva a percepire gli sguardi tesi di tutti i presenti, tutti pendevano dalle sue labbra, non aspettavano altro che un dettaglio in più, che ovviamente non arrivò.
"Provo a visionare le telecamere che controlliamo nella zona.."
Tutti erano agitati, ma dovevano fare qualcosa, Anne ricordò che Loren le aveva accennato ad un cellulare, forse potevano rintracciarlo in qualche modo o forse no, in ogni modo era meglio far presente questo dettaglio.
"Bennet, l'aggressore aveva un cellulare, potremmo rintracciarlo in qualche modo?"
Tutti si voltarono questa volta verso la psicologa, Anne si sentì a disagio, lei non c'entrava nulla in quell'ambiente, eppure era lì, coinvolta in un indagine di omicidi.
"Sì, posso controllare quali telefoni hanno agganciato quella cella telefonica tra le tre e le quattro del mattino."
Piano piano il puzzle stava prendendo forma, i presenti erano sempre più motivati, avevano un sospetto, due testimoni ed anche un'auto ed un telefono da rintracciare.
Era fatta, o almeno così credevano.

Niente è così come appare.

James era preoccupato, guardava il telegiornale mentre si mordeva il pollice destro, vedeva il suo volto ovunque, era ricercato, e ad Ashton questo non importava.
Diceva che avevano ancora del lavoro da fare, fino a quando un tale non avesse deciso che poteva bastare.
"C'è una donna."
C'è sempre di mezzo una donna nei discorsi del giovane, per così dire, assassino Ashton, James non sapeva come si chiamava né da dove veniva, sapeva solo che aveva ucciso, e amava farlo, non provava rimorso oppure tristezza, si sentiva Dio, decideva quando e come le loro vittime dovevano morire. James però non capiva perché proprio delle donne, e perché proprio loro.
"Lavora con la polizia, ma non ho ben capito il suo ruolo, non ha un distintivo."
"Cosa vorresti farle?"
"Devo prima chiedere al capo, non si sa mai."
Ashton concluse la conversazione, tornó nel seminterrato ed iniziò a suonare il suo violino, la sua melodia, gioiosa ed angosciante allo stesso tempo, era accompagnata dai lamenti di Caroline, quella ragazza era davvero un osso duro, non capiva che lì sotto nessuno poteva sentirla, nemmeno quel suo fidanzato, Dylan Jackson.

Bennet era riuscito a rintracciare una macchina, corrispondeva alla descrizione fornitagli da Dylan, l'unico problema era che la targa, come volevasi dimostrare era rubata, a quei numeri infatti era associato un furgoncino da cantiere, il cui proprietario non aveva mai denunciato danni o furti.
Un buco nell'acqua.
"Merda." Commentò Page, tutti condividevano la sua frustrazione.
Ma Jackson era concentrato sul suo altro caso, ed era fermamente convinto che la scomparsa della sua ragazza era collegata agli omicidi, quando questo pensiero gli venne a galla nella testa, pregó che lei non fosse morta.
"Dylan, Anne andate ad interrogare i vicini della Rogers, appuntate qualsiasi informazione utile."
Page dettava gli ordini ed i suoi efficienti sottoposti eseguivano, ma in quella richiesta c'era qualcosa di strano.
"Già hanno fatto il giro del vicinato, perché tornare?" Chiese giustamente Anne, allineandosi con i dubbi di Jackson.
"Non mi fido di nessuno, andate, adesso."
I due senza dire una parola uscirono dalla stanza, e corsero verso l'auto della Collins, era più veloce, e poi alla psicologa non piaceva l'auto di Jackson, non era nel suo stile.
In macchina al posto del solito silenzio, Anne percepiva imbarazzo, tensione, così decise di sciogliere il ghiaccio una volta per tutte.
"Qualcosa non va?"
Nessuna risposta.
"Jackson, sa che può parlare con me."
Uno sguardo, un sorriso accennato ma niente.
Dylan non voleva parlare con lei, non voleva parlare con nessuno, anche se forse gli avrebbe fatto bene.
"Sto bene, grazie per averlo chiesto."
Lei non glielo aveva chiesto, ma Jackson aveva capito dove voleva andare a parare, voleva sapere dell'altro caso, ma oramai, come Page, lui non si fidava di nessuno.
"Senti Jackson, non so cosa tu stia passando, ma so che hai toccato il fondo.."
"No, non fare così."
La psicologa si rese conto di quello che stava facendo, lo stava studiando.
"Fare come?" Chiese Anne ingenuamente.
"Non analizzarmi, non ne hai il diritto."
Il solito silenzio caló tra i due, ma questa volta dispiacque ad entrambi.
Erano fatti l'uno per l'altra, ma ancora non se ne rendevano conto, ancora non sapevano a cosa sarebbero andati in contro.

Anne Marie, affiancata da Dylan, iniziò a suonare ai primi campanelli, erano da poco passate le undici del mattino, molti erano al lavoro, era una situazione difficile.
"Salve, sono della polizia, volevo farle delle domande a proposito dell'aggressione avvenuta questa notte, possiamo entrare?" Anne ripetè questo copione per almeno tre volte, aveva interrogato molti potenziali testimoni, ma nessuno sapeva niente, lo riusciva a capire anche prima che questi aprissero la bocca, lo deduceva dall'atteggiamento, dall'espressione corporea, da tutto l'essere che le si trovava davanti.
Dylan era affascinato, vederla destreggiarsi nel suo campo lo faceva sentire quasi fiero, non sapeva perché ma la sensazione sembrava quella.
"Nessuno ha visto o sentito nulla, abbiamo finito?" Chiese delusa la strizza cervelli
"No, mancano ancora quelle due villette e poi abbiamo finito."
Anne trattenne tutta la sua stanchezza, si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi insieme a Dylan si diressero verso la prima villetta.
Bussarono, e ad aprire fu un giovane uomo, Jackson ipotizzò che non poteva avere più di quarant'anni, era di bell'aspetto, pulito, snello, ed accolse i due con uno splendido sorriso.
"Salve come posso aiutarvi?"

A CRIME SCENEWhere stories live. Discover now