19. Occhi

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Russell lavorava da molto al Bureau, ma non da prima di Page e Morrison.
Si era trasferito in California da Washington dove era un agente per quantico, lì so sgobbava molto di più che a Sacramento.
Non ricordava nemmeno più perché aveva fatto quella decisione quindici anni prima, forse perché lo voleva sua moglie anzi ex-moglie.
Lui ed Amanda si erano trasferiti nella West-Coast per migliorare il loro rapporto, un mese dopo erano già separati, lui abitava in uno squallido appartamento fuori città pagato interamente dal Bureau mentre lei se la spassava nella sua villa a Los Angeles con il suo amante, un certo Amon Clarke, Bennet non ricordava bene cosa facesse quel verme per vivere forse era un produttore o forse andava in giro per scoparsi le mogli degli altri.
"Brutto porco.."
"Hai detto qualcosa?"
Senza accorgersene Russell aveva fatto quel commento ad alta voce, Morrison lo aveva sentito, e anche il proprietario del negozio di elettronica.
"No, continuiamo pure"
Non si era reso conto di essere arrivato già, si sentiva strano.
Paul aveva anche iniziato a guardarlo in modo strano, e questo lo irritava così, per rompere quel silenzio fastidioso, decise di prendere lui il comando dell'operazione.
"Allora..avete delle telecamere di sicurezza?"
Morrison si sentì sollevato, non sapeva bene come iniziare, era un bravo detective certo ma non era mai stato coinvolto in un'operazione tattica, Marcus non lo avrebbe mai permesso.
Paul tossì a vuoto, lo faceva spesso lo calmava.
"Si ma..."
Il proprietario era un po' titubante, nessuno dei due si era presentato adeguatamente e non sapeva davvero cosa fare, poi un bagliore attirò la sua attenzione, sul petto dell'uomo più piccolo oscillava un distintivo color oro.
Il vecchio si era grattato la testa, che cosa mai potevano volere due poliziotti da lui? Non aveva fatto nulla, forse erano venuti per quel reclamo che aveva fatto dopotutto erano mesi che i barboni si appostavano giorno e notte davanti al suo negozio, facevano scappare i clienti. Banconote ambulanti.
"Seguitemi sul retro.." Continuò in silenzio, poi fece un cenno con la mano ai due poliziotti che si guardarono prima e poi lo seguirono in silenzio.
Dopo aver superato il lurido bancone, Paul e Russell entrarono in una stanza minuscola e buia.
Bennet si guardò intorno, non c'era nient'altro che un piccolo tavolo che fungeva da appoggio ad un vecchio computer fisso, l'unica sedia era una di quelle da campeggio che si richiudono solo dopo un notevole sforzo.
Paul si guardava intorno schifato, odiava i posti claustrofobici come quello, figuriamoci poi se c'erano anche delle ragnatele.
Il vecchio calvo si sedette piano, la sieda scricchiolò schiacciata dal peso dell'uomo, un rumore plastico, fastidioso.
Russell fece una smorfia, poi venne rapito dalla velocità con cui il proprietario del negozio digitava sui tasti del fisso.
"Quali vi occorrono?"
"Ci servirebbero le riprese di due giorni fa.."
L'uomo annuì ed iniziò a cercare la data richiesta.
Dopo poco si alzò dalla sua sedia sgangherata e lasciò il posto a Bennet con un cenno della mano, poi si mise in piedi vicino a Morrison.
"Sono quelli, le riprese non sono proprio in alta definizione ma non ho soldi per comprarne di nuove."
Disse il vecchio quasi scusandosi con loro, non sapeva cosa era successo ma dall'espressione dei due detective era chiaro che quei fotogrammi erano fondamentali.
"Non si preoccupi andranno bene."
Bennet inserì la sua chiavetta usb in uno dei tre portali del fisso, scaricò anche i video di tre giorni prima e poi si alzò dalla lurida è penosa postazione.
"Grazie per il suo tempo prezioso, la contatteremo per qualsiasi cosa.." Morrison faceva per andarsene quando gli venne in mente una cosa, forse era meglio mettere in guardia quell'uomo sull'assassino. Poteva dargli la fotocopia dell'identikit che aveva nella sua borsa, sì era un'ottima idea.
"Un'ultima cosa..ecco, questo è l'uomo che stiamo cercando. Lo ha mai visto da queste parti?"
Paul porse piano il foglio stropicciato al vecchio, che lo afferrò con le sue mani rugose.
"Io..sì! Lo conosco, abita qui vicino..adesso non ricordo bene.."
Morrison ebbe un tuffo al cuore, per un attimo il tunnel buio dove vagava da mesi si era illuminato in un punto lontano.
C'era una speranza.
"Sa come si chiama?"
Chiese impaziente Bennet che intanto si era avvicinato al bancone, posizionandosi al fianco del suo partner.
"Doug McNulty, è venuto anche questa settimana per un telefono. Li cambia ogni due per tre, meglio per le mie tasche però!"
L'uomo rise, inconsapevole di quello che aveva appena rivelato agli agenti.
"Perché lo cercate?"
"Lei non guarda i notiziari?"
"Non mi interessano..troppe tragedie."
Bennet e Morrison salutarono definitivamente il vecchio proprietario, si ricordava il nome del complice certo ma per l'indirizzo meglio affidarsi ad un buon computer.
Salito in macchina a Russell sfuggì una risata soddisfatta, potevano farcela adesso.
Ma non era il momento di festeggiare troppo, avevano delle prove da esaminare, ore ed ore di interminabili registrazioni.
Paul odiava controllare le telecamere di sicurezza, si spendeva troppo tempo per visionare i loro filmati e alle volte non si trovavano frammenti davvero utili.
Ma adesso era diverso, avevano la conferma che quell'uomo era stato lì.
La sua brutta faccia era immortalata da qualche parte in quel mare di fotogrammi.
"Avvisa Page.."
Bennet annuì anche se era convinto che Paul non lo stesse guardando, prese il telefono e compose il numero del suo amico.
"Pronto?" Brontoló Richard all'altro capo del telefono.
"Abbiamo delle novità, sappiamo come si chiama."
"Gesù Russell! Venite immediatamente!"
L'omino riagganciò.

Al quartier generale l'aria si faceva sempre più pesante, e non perché Page non la smetteva di fumare sigari ma perché lui ed Anne Marie aspettavano con ansia l'arrivo dei loro colleghi.
Jackson non si era fatto sentire e la Collins non era molto tranquilla a riguardo, aveva paura che potesse fare qualcosa di stupido.
Solo dopo Anne notò la leggera nebbiolina che si era formata nella stanza, si voltò verso Page ed iniziò a squadrarlo.
Aveva il cancro eppure fumava ancora.
"Che c'è?"
"Secondo te?"
Richard guardò il mozzicone ancora fumante che aveva tra le dita, poi si voltò verso Anne.
Il suo sguardo era penetrante, si sentiva attraversare da mille lame.
Se doveva morire, voleva farlo a modo suo.
Stupido e patetico.
"Page ti prego, almeno non qui."
Rick sbuffò e spense quello che gli era rimasto del suo sigaro cubano, avvicinò il mozzicone al naso e tirò su.
L'odore era per inebriante, forte ma allo stesso tempo delicato, quasi speziato.
"Eccoci, abbiamo dei riscontri."
Morrison e Bennet irruppero nella saletta catturando gli sguardi attendi di Anne Marie e Richard che bramavano di sapere che cosa avessero i loro colleghi da comunicare.
Quel caso sembrava impossibile, privo di prove utili e di piste ma negli ultimi giorni tutti avevano iniziato a vedere una speranza.
"Sappiamo come si chiama.."
Tensione, l'unica cosa che si percepiva.
"Doug McNulty"

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