12. Scoperta

37 14 0
                                    

"Ashton hanno suonato!"
"James, va di sotto, ci penso io."
In pochi secondi il suo collega si era rifugiato nel seminterrato, in una zona in cui nessuno lo avrebbe potuto trovare.
Ashton si diede una sistemata, si riabbottonò la camicia e poi spense la televisione, lui non la guardava mai, anzi la odiava.
Aprí la porta e non poté fare a meno di sorridere, davanti a lui c'era il corriere, quella cosa che aveva ordinato era arrivata finalmente.
Salutó cordialmente il fattorino dopo aver preso il pacco e chiamò il collega a gran voce.
Ashton aprí il pacchetto, al suo interno c'era una Colt Phyton, aveva dovuto prenderne un'altra, perché James l'aveva persa mentre correva via dalla prima ragazza, Lindsay, "l'imprevisto".
"Una pistola!" Disse James mentre osservava l'oggetto quasi stupito.
Ma l'uomo non era affascinato dall'arma, quanto piuttosto dall'atteggiamento che Ashton aveva nei suoi confronti, la accarezzava, la sfiorava delicatamente, quasi come fosse una donna, anche se questo per l'assassino non valeva molto.

"Sì, salve siamo della polizia, abbiamo bisogno di farle qualche domanda." Disse Dylan cercando di sorridere.
"Sono nei guai?" Rispose il ragazzo scherzando mentre faceva cenno ai due di entrare.
Dylan guardò Anne, lei aveva uno sguardo fisso, sembrava sicura di qualcosa ed era così.
Anne Marie aveva capito che quel giovane sapeva qualcosa, aveva reagito in modo strano quando Jackson aveva accennato alla polizia, adesso doveva soltanto farlo parlare.
Un gioco da ragazzi.
"Bene, io sono la detective Collins, e lei è?" Chiese Anne riferita al giovanotto seduto di fronte a lei.
Dylan rimase a dir poco sorpreso dalla sua presentazione, ma non protestò, reggendole il gioco, forse aveva capito dove voleva arrivare.
Il giovane si presentò, il suo nome era Jonathan Swann, aveva trent'anni e lavorava per un'agenzia immobiliare della zona, nessun precedente penale o problemi di altro tipo.
Anne aveva stabilito il profilo base, non era l'assassino, ma di certo sapeva qualcosa, ed in quel momento il suo obbiettivo era quello di farlo parlare il più possibile.
"Che cosa volete veramente?"
Jonathan aveva iniziato a prendere la pazienza, e questo era perfetto.
Si guardava intorno, stava sudando, ed Anne percepì anche la sua paura.
"Hai visto qualcosa?"
"Quando?"
Silenzio, sapeva benissimo di cosa stava parlando.
"Solo la donna in giardino, poi nient'altro."
No, c'era dell'altro, e Anne lo aveva capito.
"Davvero?"
Ancora silenzio, il ragazzo stava per cedere, mentre Dylan si godeva la scena, per lui i testimoni non erano sempre affidabili, eppure Anne riuscita a fare uscire dalle loro bocche solo la verità.
"Ah e va bene! Ho visto un tale, un vecchio che montava su un'auto grigia, sul lato del passeggero."
Anne sorrise soddisfatta, l'auto che Dylan aveva visto era quella dell'assassino, e adesso avevano un'ulteriore conferma che erano in due, perfetto.
"È tutto lo giuro!"
"Grazie del suo prezioso aiuto signor Swann, se le torna qualcos'altro in mente mi chiami."
Prima di lasciare la casa, Anne porse un bigliettino da visita al giovane Jonathan, che lo strinse come un tesoro, forse sperava di aver fatto colpo, purtroppo però il cuore di Anne era nelle mani di un altro uomo, ma quest'ultimo ancora non lo sapeva.
Dylan avrebbe voluto fare qualcosa, ma quella donna, la sua professionalità, lo disarmavano, aveva sempre pensato che fosse una stronza, lo pensava ancora certo, ma era diverso.
"Torniamo?"
"No, visitiamo anche quella." Anne indicò l'ultima villetta, e così i due andarono a finire il lavoro che avevano iniziato, anche se secondo Dylan non era necessario.

Page iniziava a perdere la pazienza, Bennet ci stava decisamente mettendo troppo a rintracciare quel cellulare. La situazione era tesa, tutti gli stavano con il fiato sul collo e questo a Richard dava fastidio, nessuno stava alle spalle di Morrison, lui era quello privilegiato.
Ma Rick riusciva sempre a vedere il lato positivo di queste cose, lui era molto più professionale di Paul, di questo ne era certo.
"Eccolo."
Tutti quanti si strinsero intorno al computer, Bennet si sentiva soffocare.
Sul monitor c'era una mappa di Sacramento, poco fuori dal "city center" brillava un puntino rosso, era lui, se ne stava lì come se nulla fosse.
"Figlio di.."
Page venne interrotto dal rientro dei suoi collaboratori preferiti, Jackson e la Collins, quella donna iniziava a piacergli.
"Sono in due, è confermato, sappiamo anche che guida una Honda grigia."
"Dio santo ma questo già lo sapevamo!!" Urlò Rick contro Anne, che si sentì, per la prima volta dopo tanto tempo, piccola ed indifesa, non aveva mai visto Page così arrabbiato.
Nessuno fiatò, erano tutti in balia della tempesta di nome Richard Page.
"Bennet, mandami le coordinate. Jackson seguimi, abbiamo un problema da risolvere."
Tutti si mossero, anche Anne, non sapeva perché ma si avviò verso la porta, Page la fulminò con lo sguardo e lei tornó a sedere.
Era rimasta sola nella grande sala, riprese la sua agenda, rilesse più e più volte i suoi appunti, in effetti non c'era molto, avevano un'identikit, sapevano che erano due gli assassini e conoscevano il modello dell'auto su cui viaggiavano.
Eppure non bastava, era ancora troppo poco.

Jackson e Page erano di nuovo in macchina, entrambi arrabbiati per diversi motivi.
"Abbiamo una pista da seguire, ci stanno seguendo due pattuglie, forse è lui."
Dylan non era molto convinto della situazione, come poteva un killer così scaltro fare un errore del genere, non era un caso.
"Ho una brutta sensazione."
Page non rispose, anche lui non si trovava bene con quel piano, ma almeno avrebbero trovato un telefono, magari con delle impronte.
Una pattuglia avvisò di aver raggiunto il punto indicato dalle coordinate, così Jackson e Page la raggiunsero.
"E questo che diavolo è?"
"Quello che sembra."
"Un cassonetto?"
Rick fece un cenno ad un agente, era rossiccio e minuto, ma aveva coraggio.
Gli altri agenti e i due detective misero mano alle loro Glock, erano tutti con il fiato sospeso.
L'agente si avvicinò lentamente, in una mano impugnava l'arma d'ordinanza, nell'altra invece stringeva la maniglia della grossa pattumiera.
Il rosso contó piano fino al tre, poi aprí il cassonetto.
"Dio santo! Page!"
Il detective corse verso il cassonetto, dentro c'era un cadavere, il cadavere di un'altra donna.
Rick conosceva quella ragazza, si mise una mano davanti la bocca, si stava per sentire male, ma quando vide spuntargli dietro Dylan richiuse il cassonetto con violenza.
"Jackson, chiama la scientifica."
"Chi è? Richard chi cazzo c'è dentro quel cassonetto?!"
Page non rispose, il ragazzo era intelligente.
"Jackson chiama la cazzo di scientifica, non ho intenzione di ripeterlo!"
Dylan era perplesso, aveva capito dallo sguardo del partner che qualcosa non andava, ma decise di non insistere e di eseguire gli ordini, come aveva sempre fatto.

Bravo ragazzo, la prossima volta però vedi di uccidermi.

"Anne, devi venire subito, fatti dare le coordinate da Bennet." La voce di Page era tesa, risuonava sopra i rumori delle sirene.
Anne non capì, ma in effetto nessuno le aveva mai spigato niente, in quell'ambiente doveva solo eseguire gli ordini.
Bennet le diede un indirizzo, e da lì la psichiatra iniziò a capire, forse non avevano trovato solo un telefono.

A CRIME SCENEWhere stories live. Discover now