29. Un solo colpo (Finale)

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Ti amo D.

Coraline?

No, Anne.

Maya!

Un colpo secco, veloce.
Il proiettile attraversò l'aria sporca di quella cantina in un nano secondo per poi penetrare nella spalla destra di Ashton.
Dylan aveva la sua arma stretta tra le mani, respirava affannosamente come se avesse appena partecipato ad una maratona.
In effetti quel caso assomigliava molto a questo tipo di evento sportivo, era come se Jackson avesse dovuto affrontare milioni di ostacoli e finalmente nel giro di un solo attimo tutto era finito. Poteva tirare un sospiro di sollievo.
Aveva vinto, Ashton non aveva ottenuto ciò che desiderava.
"Cazzo...cazzo D"
Il mostro si stava dimenando a terra, voleva mettersi a sedere ma non aveva la forza necessaria.
Era diventato come una delle sue vittime, impotente e vulnerabile.
Dopotutto anche i mostri sanguinano.
Dylan sapeva bene cosa doveva fare. Si avvicinò lentamente all'assassino e gli sfiorò la ferita con le dita.
Ashton tremò sotto il suo tocco e poi gli lanciò uno sguardo di disapprovazione, non si aspettava un finale del genere no.
"D, perché? Potevamo essere perfetti, inarrestabili.." Disse quasi disperato mentre il ragazzo cercava di contattare il resto della squadra.
"Io non sarò mai come te."
Rispose Dylan eludendo al corpo di Maya, pochi passi più in là.
Fu in quel momento che il detective si accorse che ciò che era appena successo non rappresentava una vittoria, l'unica persona che avrebbe dovuto riportare sana e salva a casa era morta proprio davanti ai suoi occhi.
Maya aveva tirato il suo ultimo sospiro tra le braccia di un uomo che non meritava nemmeno il suo sguardo.
Dylan si sentì sporco e sbagliato.
La sua euforia si spese all'improvviso.
"Operazione terminata, procedo all'arresto del sospetto."
Detto questo estrasse un paio di manette, strattonò Ashton e lo arrestò una volta per tutte.
Prima di alzarsi trascinando con se quel mostro, Dylan osservò di nuovo il corpo di Maya. Aveva assunto una posizione innaturale.
"Ashton Octavius Hall, ti dichiaro in arresto per gli omicidi di otto giovani donne, sequestro di persona e tentato omicidio."
Dylan fremeva per pronunciare quelle parole, gli risuonavano in testa da mesi come una canzone che impari da piccolino e non dimentichi mai.
Era come se improvvisamente un peso gli si fosse sollevato dal cuore, finalmente era libero di vivere, di volare via da quella gabbia.
I due si alzarono e subito nella stanza entrarono i colleghi di Jackson. Primo di tutti fu Jefferson.
"Axel...mi dispiace."
Il collega si gettò in ginocchio di fianco al corpo della giovane donna, allungò la mano destra ma non ebbe il coraggio nemmeno di accarezzarla.
Rimase così a guardare quell'involucro per alcuni secondi, poi ritornò in sé.
"Brutto bastardo!! L'hai uccisa! Tu l'hai uccisa!!"
Axel stava per saltare addosso ad Ashton, voleva ridurlo in polvere, voleva ucciderlo con le sue stesse mani.
Avrebbe fatto di tutto se solo Holt e Page non lo avessero fermato in tempo.
Era arrabbiato con se stesso e con Dylan che nonostante il suo successo non era stato in grado di difendere Maya. Era morta come un insetto, Ashton l'aveva schiacciata come se nulla fosse. L'aveva colpita alle spalle senza pietà.
E mentre la vita di quella ragazza era finita, quella del suo assassino sarebbe continuata.
Per Ashton Maya non era altro che un granello di polvere, lei non era nulla per lui.
Ma per gli altri?
Per la sua famiglia?
Per Axel?
"Perché non mi hai ucciso?"
Chiese Ashton a Dylan mentre uscivano da quella casa.
L'assassino era quasi arrabbiato, deluso dal comportamento del giovane detective.
"D perché?"
Jackson non rispose, si limitò a camminare verso l'auto mentre altro poliziotti è una squadra della scientifica li superava per entrare in casa.
Dylan non aveva vinto, nessuno quel giorno aveva vinto.
"Non meriti di morire, neanche la morte vorrebbe un essere come te."
Poi di nuovo silenzio.
Jackson affidò Ashton a due poliziotti che lo chiusero in una delle loro auto.
"D!! Dimmi perché!!"
La voce di Octavius era sempre più lontana.
"D non puoi lasciarmi così!!"

A CRIME SCENEOnde histórias criam vida. Descubra agora