37 ─ 𝐝𝐚𝐧𝐜𝐞𝐫 𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐫𝐤

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[scritto il; 24/08/2020]
Revisionato 19/04/2024

Flashback

Busan risultava piuttosto grigia quella giornata, nuvoloni neri rovinavano il bel cielo della città, coprendo il sole in una cupola di oscurità.

Le persone cominciarono a rientrare mentre sul marciapiede dell'ospedale cominciavano a entrare ambulanze e pazienti su diverse barelle.

Attraversando la porta dell'ospedale a ogni passo del medico, l'odore della medicina arrivò oltre la sua mascherina, in quel momento si dirigeva verso la stanza 403, dove era situata la sua paziente.

Nella sala d'attesa notò un uomo con un cipiglio nervoso sul volto, e un ragazzo accanto a lui che sbatteva la gamba su e giù, come un tic.

Il medico entrò nella stanza e trovò la donna sulla barella e con diversi fili attaccati al suo braccio e alle sue cavità nasali, sia per respirare che per il lavaggio.

"Signora, come si sente?"

"Mi sento molto giù, mio marito c'è?"

Chiese la donna con gli occhi rossi e con delle borse sotto agli occhi che facevano impressione: per la donna non c'era molto tempo. La sua pelle era quasi verdognola e la sua aura era stanca, eppure continuava a sorridere.

"Certo, lo farò entrare subito."

Il medico uscì e chiamò il marito della donna che era ancora seduto accanto al figlio che guardava il vuoto, non capendo bene cosa stesse succedendo alla madre.

"Caro"

Gli sorrise la moglie, volendo prendere la sua mano, il marito le sorrise e appoggiò la sua mano nella sua.

"Quanto ti resta?" Gli chiese, guardandola. "Il tempo giusto"

Ridacchiò la donna contagiando anche il marito che continuava a tracciare la sua mano fredda nella sua calda.

"Non avresti dovuto tenerlo" Disse l'uomo preoccupato per la salute di sua moglie. "Non dire così, Jonghyuk"

"Sapevi bene che non potevi dopo il primo, questa bestia ti sta uccidendo."

Disse alzando leggermente la voce, facendo saltare il cuore della sua amata, che era già mezza indolenzita.

"Non ti permetto di parlare in questo modo. Io ho deciso di tenerlo."

Il marito tolse la mano dalla sua e uscì dalla stanza lasciando il figlio di cinque anni seduto sulle sedie della sala d'attesa, confuso andò da sua madre.

"Mamma?"

"Jaebum"
Il bambino guardò sua madre per poi annuire

"mamma andrà via molto presto ma potresti fare un piccolo favore per lei?"
Jaebum annuì sorridendo
"prenditi cura di Jungkook"

"chi è Jungkook?"

•••

Giorni passarono fin quando la data tanto attesa si fece più vicina, dando luce a un bambino che era diventato pian piano un ragazzo.

Jungkook aveva sedici anni e viveva nella casa di suo fratello e suo padre, nella bellissima città di Busan. Tuttavia la vita che stava attraversando non era una delle migliori.

"Ventuno... ventidue... ventitre.."

Come ogni giorno suo fratello maggiore, Jaebum, si allenava nella mega palestra, e ogni volta Jungkook lo ammirava da lontano.

"Jae perché ti devi allenare?"
Chiese Jungkook, guardando l'altro che continuava a fare flessioni, mentre sgranocchiava un pacchetto di patatine, comprato con i soldi di suo fratello.

uragano di stelle. | TAEKOOK ✓Where stories live. Discover now