Capitolo 16: Lisette

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«Come diavolo hai fatto a sbagliare, Lisette?!»

«Te l'ho detto, non abbiamo tenuto conto di correnti e maree!»

«Come hai fatto a non ricordartelo?»

«Siamo in cinquanta su questa barca e sarebbe solo colpa mia?!»

«Non vorrei fare il guastafeste ma dobbiamo spostarci da qui.»

«Non vorrei aggiungere carne al fuoco ma abbiamo un altro problema.»

Viserys, in piedi dietro di me, si stava guardando intorno con aria preoccupata.

«Cosa?» chiesi, strappandomi nervosamente le pellicine intorno alle unghie.

«Non abbiamo dei cavalli.»

«Non li abbiamo perché dovevamo finire praticamente a Grande Inverno, che è a poche leghe dal mare. Dovevamo impiegarci poche settimane, ma ora ci vorranno mesi!» sbottò Coryus, che era particolarmente adirato.

Eravamo finiti svariate leghe di distanza da Grande Inverno e, quando ci eravamo resi conto dell'errore, avevamo abbandonato il mare ed eravamo nell'entroterra boscoso.

«Qual è la grande città più vicina al luogo in cui ci troviamo?» chiese Rakharo, grattandosi il mento.

«Le Torri Gemelle,» risposi, guardando la mappa e studiando il punto in cui ci trovavamo. «Famiglia: Frey. Attuale signore: Walder Frey. Stemma: due torri unite da un ponte. Motto: "Ergiamoci insieme".»

I soldati si erano accampati poco lontano, e facevano molto clamore, parlando nella loro lingua.

Ingiunsi loro di abbassare la voce, e stavo per ripetere il mio ordine quando mi accorsi che non eravamo soli. Un esercito si stava avvicinando, probabilmente diretto verso Torri Gemelle.

A capo c'era un ragazzo con dei capelli molto scuri, ma non neri: erano ramati, simili ai miei. A fianco a lui, una ragazza cavalcava fiera, ma non era una Lady, lo si vedeva lontano un miglio. Dall'altra parte, un'altra donna, più anziana, cavalcava con loro, ma il suo portamento era dignitoso, elegante, la luce che le brillava negli occhi la rendeva una vera Signora del Nord.

Vedendola, trattenni il respiro, perché quella donna aveva popolato i miei incubi per mesi, anni, e mai nella vita mi sarei immaginata di incontrarla. Perché quella donna era Cat Stark.

Speranzosa, percorsi tutta la prima linea alla ricerca di Ned, ma non lo trovai. Delusa, continuai a cercare nei ranghi successivi, ma niente, non riuscii a trovare nessuno che corrispondesse anche solo vagamente al ricordo che avevo di mio padre.

Tornai allora a spiare il ragazzo che avevo visto in testa, muovendomi silenziosamente tra gli alberi per tenere il passo con la truppa a cavallo. Studiai i suoi occhi azzurri, così simili a quelli della donna che gli stava a fianco. Aveva un anno, forse due più di me, era robusto e serio, ma i tratti del suo volto erano gentili, e la barba non riusciva a coprire una piccola cicatrice che aveva sulla guancia sinistra.

«Robb?!» mormorai tra me e me, sorpresa. Per poco non saltai fuori dal mio nascondiglio, per la gioia. Ma non potevo rischiare di essere scoperta dalla mia matrigna. Non avevo voglia di affrontare una discussione con lei, ma avevo anche bisogno di aiuto per il viaggio a Nord.

Presto avrebbe iniziato a fare freddo, e noi non potevamo sperare di cavarcela appiedati e coi leggeri abiti dell'est. Almeno loro ci avrebbero potuto consigliare un posto per fare rifornimento.

Feci per alzarmi, ma un paio di mani mi tirarono giù.

«Che stai facendo?!» mi rimproverò Viserys.

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