Capitolo 24: Lisette

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Come d'accordo, la notte sgattaiolai via dal Castello nero e mi rintanai a Città della Talpa. Bruciai il volto del Guardiano morto per cancellare ogni sua traccia e rimasi lì per un paio di giorni.

All'alba del terzo montai a cavallo e tornai indietro. Tutti quegli sballottamenti iniziavano a stancarmi, ma appresi in seguito che non erano niente in confronto a quello che sarebbe venuto dopo.

E anche Jon non se la passava molto bene.

Quando tornai, sgattaiolai verso la stanza di mio fratello col cappuccio abbassato in modo che nessuno mi notasse.

Stavo per aprire la porta quando sentii una voce femminile parlare col ragazzo.

«C'è soltanto una guerra,» stava dicendo lei, «la vita contro la morte.»

«E se non ci sarà nessuno qui a comandare i Guardiani, per i non morti sarà tre volte più facile passare attraverso la Barriera.»

«Lascia che ti mostri per cosa combatto.»

«Qualche visione nel fuoco? Perdonami mia signora, ma non ci credo.»

«Nessuna visione, niente magia: solo la vita.»

Poi, il silenzio.

Solo qualche sospiro una volta ogni tanto. Mi prudevano le mani, volevo entrare a salvare Jon da quel serpente ammaliatore che lo stava tentando.

Pazienta ancora un secondo, mi imposi. Non farai del bene a nessuno se ti lasci condizionare dalle emozioni. Le emozioni sono veleno.

«Nell'unione umana c'è potere... il potere di creare vita, di creare la Luce.»

«Amavo una donna. Mi dispiace ma non posso.»

La porta si aprì di scatto, e io mi trovai faccia a faccia con lei: era Melisandre, l'accompagnatrice di Stannis.

Mi guardò dall'alto in basso e, vedendo che io sostenevo il suo sguardo, sorrise, poi si voltò verso l'interno. «Tu non sai niente, Jon Snow,» disse, poi se ne andò.

Corsi dentro e vidi mio fratello che guardava verso di me con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.

Cominciò a piangere come non avevo mai visto fare nessuno.

«Che cosa significa? Che ti ha detto per sconvolgerti tanto?»

«Siediti, per favore... abbiamo tante cose da dirci.»

Mi spiegò di Ygritte e di come era morta, mentre io lo aggiornai su Ramsey e sui miei progetti con di lui.

Poi Sam ci chiamò e ci lesse un messaggio arrivato per Maestro Aemon.

«Dovresti andare da lei,» disse a Viserys, che ci aveva raggiunti. «Sei l'unico che può salvarla. Dovevi sentire quant'era dispiaciuto Maestro Aemon quando ha scoperto che Daenerys era in difficoltà.»

«Ma ho promesso di non avvicinarmi mai più a lei se non avessi avuto in pugno il Trono! E ora ho preso il nero, che cosa posso mai offrirle?»

«Sostegno,» intervenni. «Magari con un uomo al suo fianco la gente sarà più ben disposta nei suoi confronti, e poi adesso ha tre draghi. Quindi la prossima volta che ci rivedremo magari ne cavalcherai uno.»

«E voi cosa farete?»

«Ce la caveremo abbastanza bene. Dato che tu hai rinunciato al trono adesso è lei l'erede legittima. Vai a consigliarla: vedere un volto amico in un momento di difficoltà può essere di gran conforto,» spiegò Jon.

Viserys sembrò valutare l'ipotesi, poi annuì. «D'accordo allora. Tornerò presto per la lotta agli Estranei, lo prometto.»

Uscì, prese un cavallo e se ne andò. Passarono molti anni prima che potessi rivederlo e riabbracciarlo.

Le cronache del Lupo e del DragoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang