Capitolo 15: Jon

164 5 6
                                    

Per fortuna riuscii a rintracciare Ygritte prima che raggiungesse i suoi compagni e desse l'allarme, impedendo in questo modo che i miei confratelli venissero a conoscenza del mio quasi fallimento.

D'altra parte, non dovevano essere informati proprio su tutto, no?

Le legai le mani con spesse cinghie e la trascinai attraverso la landa. Spettro e Ombra continuavano a fare zigzag tra le mie gambe.

Stava facendo buio, e oltre la Barriera c'era solo neve. Neve e montagne: orientarsi era impossibile.

«Non riesci più a capire dove siamo, eh?» mi prese in giro la donna, che camminava qualche passo dietro a me. «Potrei dirti io dove stanno i tuoi compagni.»

E lasciare che tu mi conduca in bocca ai tuoi uomini?, pensai. Assolutamente no.

«Ci accamperemo qui,» dissi, senza voltarmi a guardarla. Se l'avessi fatto, probabilmente sarei stato di nuovo debole, come quando dovevo ucciderla.

«Qui?» chiese lei, scettica. «Ma se non c'è neanche un riparo!»

«Non ce ne sono per miglia.»

«Sì che ci sono... se sai dove cercare. Inoltre, moriremo di freddo, se non accendi un fuoco.»

«Non accenderemo il fuoco.»

«Se non lo fai...»

«NIENTE FUOCO,» la ammonii. «Ci manca solo quello.»

Lei stette zitta, mugugnando qualche parola che non riuscii a comprendere. La aiutai a sdraiarsi, poi mi allontanai, sedendomi su una roccia in modo da tenerla d'occhio.

«Staremo più caldi, vicini,» spiegò Ygritte, osservandomi dal basso. «Scommetto che morirai congelato prima di me.»

Valutai la sua proposta e, nonostante l'imbarazzo, decisi di accettare: aveva ragione, saremmo morti di freddo, altrimenti. Mi sdraiai dietro di lei e la abbracciai per stare più al caldo.

«Credi ti stiano cercando?» chiese.

«Sì.»

«E credi che ti troveranno?»

«Certo.»

A dir la verità non so di che cosa fossi convinto, ma di sicuro non importava niente a nessuno di quello che facessi o di dove mi trovassi. Le parole del Monco erano chiare: se anche fossi morto, pace. Non avevo una famiglia a cui i Guardiani avrebbero porto le mie condoglianze, probabilmente avrebbero bruciato il mio corpo e tanti saluti: la mia intera esistenza sarebbe finita lì. Forse Robb, Bran e Arya avrebbero pianto per me, ma Sansa e Lady Stark mi odiavano, e Rikon era troppo piccolo per poter capire cosa stava succedendo. Probabilmente non era stato avvertito nemmeno della morte di suo padre.

«Sei molto coraggioso. Stupido, ma coraggioso.»

E non sono forse sinonimi?

«Ci rimetteremo in cammino all'alba, cerca di dormire.»

Lei non disse niente. Ci fu il silenzio per qualche secondo, poi comincò a muoversi. Piccoli movimenti semicircolari del bacino e dei fianchi, ripetuti ancora e ancora.

«Puoi smettere di muoverti?!»

«Che c'è? Sto solo cercando di mettermi più comoda!» non si fermò.

«Smettila!» le ingiunsi, scuotendola.

E ci mettemmo a dormire.

***

Il risveglio, il mattino successivo, fu a dir poco imbarazzante.

Mi ritrovai totalmente avinghiato a Ygritte, che era già sveglia e stava sorridendo. O meglio, mi immaginai che stesse sorridendo, dal tono di voce con cui mi chiese: «Avevi un coltello tra le gambe, stanotte?»

Le cronache del Lupo e del DragoWhere stories live. Discover now