Capitolo 27: Jon

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Il vento stava cambiando, chiunque poteva avvertirlo.

I Bruti si rifiutavano ancora di accettarlo, complice anche il fatto, come aveva previsto Lisette, che non consideravano come loro la battaglia contro Ramsey.

«So che non vi interessa cosa succede qui a Sud. So che volete tornare a casa, e anche che non potete perché gli Estranei sono diventati una minaccia troppo importante per essere ignorata. Ma la stabilità di Westeros dipende anche da questo, non esiste solo il Nord. Se volete sopravvivere, sarebbe una saggia idea unirvi a me.»

«I Corvi l'hanno ucciso per averci accettati,» venne in mio soccorso Tormund, indicandomi. «È morto per noi: se non ricambiassimo il favore saremmo dei codardi, e se lo saremo ci saremo meritati di essere gli ultimi uomini liberi.»

In quel momento un gigante, che aveva assistito a tutta la conversazione, si alzò in piedi.

Mi fissò per qualche secondo, poi chinò il capo. «Snow,» disse, poi se ne andò.

Dopo di lui, anche i Bruti mi seguirono.

«Sei sicuro che verranno?» chiesi a Tormund, più per cercare un'ulteriore conferma che per mancanza di fiducia.

«Non siamo furbi come voi del Sud: se diciamo che facciamo qualcosa, la facciamo.»

***

Dopo i Bruti, fu la volta dei Mormont. Lady Lyanna Mormont era l'ultima discendente di quella casata, ed era la bambina più sveglia che avessi mai visto.

Ci accolse con cortesia, come nemmeno gli adulti sanno fare.

«Lady Mormont,» la salutai, avvicinandomi a lei e chinando il capo.

«Benvenuti a Isola dell'Orso,» rispose lei. Poi tacque, aspettando che fossimo noi a esporle i nostri problemi.

Calò un silenzio imbarazzante, prima che la ragazzina si decidesse a parlare di nuovo.

«Perché siete qui?»

«Stannis Baratheon stava marciando verso Grande Inverno prima di morire. Alla sua richiesta di aiuto tu hai risposto...»

«Ricordo bene cos'ho risposto,» disse. «L'Isola dell'Orso non ha altro Re che quello del Nord, il cui nome è Stark.»

«Robb è morto,» le spiegai. «Ma la casa Stark no, e ha bisogno del tuo sostegno ora più che mai. Io e mia sorella,» indicai Sansa, «siamo qui a chiedere l'appoggio della tua gente.»

Lei mi fissò per un momento, poi si sporse verso uno degli uomini che le stavano accanto.

«A quanto mi dicono,» rispose dopo aver bisbigliato per qualche secondo «tu sei uno Snow, e tua sorella una Bolton. O una Lannister?»

«Ho dovuto sposarmi per avere salva la vita, ma sono una Stark, mia signora. Lo sarò sempre.»

«Come vuoi. Ma voi non siete qui solo per il mio appoggio: volete anche i miei uomini.»

«Ramsey Bolton ha Grande Inverno. Quello che ti chiedo...»

«Quello che mi chiedi è di venire meno ai doveri della mia casata. Perché dovrei sacrificare la mia gente?»

«Se permetti, mia signora,» intervenne Ser Davos, facendo un passo avanti, «io so come ti senti.»

«Non ti conosco,» replicò Lyanna. «Ser...?»

«Davos, di casa Seaworth. È inutile chiedere informazioni,» la interruppe, vedendo che si stava sporgendo nuovamente verso il consigliere, «la mia casata è assai recente.»

Le cronache del Lupo e del DragoWhere stories live. Discover now