XXII

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JUNGKOOK

«Dobbiamo andarcene!» esclama Jimin, senza riuscire a fermare il lupo che sembra volerlo uccidere.
«Jungkook!»
Sgrano gli occhi, appena la bestia, si ferma davanti a me per poi ringhiare e passarmi accanto.
Richiamo il suo branco e se ne vanno.

«Sbrighiamoci» Tae prende la mia mano. Saliamo sulla moto e lui parte alle velocità della luce. Mi aggrappo alla sua vita, mentre nella mia testa c'è un casino.
Mi ha ignorato, mi ha letteralmente ignorato.
«Stai bene?» mi chiede. «Credo di sì».
________

Si ferma davanti casa mia e scende insieme a me. «Che fai?» chiedo, appoggiando le mani sul suo petto per bloccarlo. «Voglio parlare con tuo fratello».
«No».

Sospira e mette una mano sulla mia guancia.

TAEHYUNG

«Si, invece». Lo scanso e cammino verso la porta di casa sua. «Tae ti prego» si aggrappa, alla manica della mia giacca. «Non farlo».
Accarezzo il suo labbro inferiore e faccio un piccolo sorriso. «Sta tranquillo, piccolo».

Busso alla porta. «No» scuote la testa, cercando di tirarmi indietro. «Tae, davvero, ti sto supplicando» dice. Sospiro, bussando ancora visto che nessuno risponde.
Appena la porta si apre, Jungkook, appoggia la faccia contro la mia schiena, come per nascondersi.

«Salve, signora Jeon» le sorrido falsamente.
«Jungkook, che diavolo significa?» domanda, al figlio che scuote la testa. «Non lo so».
«Mi faccia entrare».
Lei tira Jungkook, facendolo entrare.
«Te lo puoi scordare, vattene e scordati di mio figlio» sbotta, facendo per chiudere la porta.
La blocco e stringo i denti. «Mi faccia entrare in questa dannata casa».

«Mamma, fallo entrare» le dice. Lei incrocia le braccia al petto, togliendosi e io entro in casa.
Raggiungo la sala e appena lo vedo, faccio un sorrisetto. «Bastardo, che cazzo ci fai in casa mia?!» sbotta, alzandosi in piedi.

«Sei un figlio di puttana» stringo i denti.
Cammina velocemente verso di me, fa per tirarmi un pugno ma lo schivo. «Non ci riesci, ho dei riflessi più sviluppati dei tuoi».
«Non ti basta scoparti mio fratello?» alza la voce.

«Cosa sta succedendo qui?»
Mi giro verso il signor Jeon e sospiro, per tornare a guardare Dohyuk. «Ti da fastidio il fatto che sia io a scoparmelo?»
«Senti Kim, sei un maledetto stronzo che dovrebbe soltanto essere sotto terra» schiocca la lingua, facendo un sorrisetto «come la tua sporca famiglia del resto».

Ringhio, tirando fuori le unghie. Lo prendo per il collo, sbattendo il sul corpo contro al muro.
«Taehyung, smettila» Jungkook, appoggia le mani sulle mie spalle «ti prego» aggiunge, mettendo la fronte contro alla mia schiena.

Per un attimo, blocco i miei movimenti. Annuso meglio Dohyuk, che sta tremando e poi mi allontano, girando verso Jungkook, con una faccia leggermente sconvolta.
«Che ti prende?» chiede, stringendo la mia giacca. «Non è lui».
Sgrana gli occhi. «Come sarebbe a dire?»

Annuisco. Guardo Dohyuk per qualche istante, per poi passare ai genitori e infine a Jungkook.
«Non è lui la bestia» sospiro, stringendo il mio ragazzo. «Abbiamo sbagliato fin dall'inizio».

«Qualcuno vorrebbe spiegarmi cosa sta succedendo?» domanda, suo padre.
«Chiedilo al cane» risponde la donna e con un cenno della testa, mi indica.
Mi allontano da Jungkook. «Signor Jeon-»
«Dimmi un po' Taehyung, come preferisci uccidere mio fratello?»
Sbatto le palpebre, sorpreso da quella domanda. «Scusi?»
«Si, dai, so che cerchi vendetta e hai ragione».

THOS || TaekookTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang