XLVII

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JUNGKOOK

«Siamo sicuri che sia qui?» domanda Jin, mentre si guarda attorno. La fabbrica è deserta, di Taehyung non c'è traccia. «Sì, ne sono certo» rispondo.

Appena vedo la luce bianca, incocco una freccia.
«Attenti» dice Jimin «non sappiamo se sia una trappola».
Dalla quella luce tanto forte, esce Taehyung insieme alla negromante e ai suoi soldati.

Deglutisco, quando il passaggio si chiude. Non ho idea di cosa possa succedere, ma sicuramente non è nulla di buono.

«Siete davvero venuti» commenta, lei divertita.
Stringo i denti. «Lascialo» dico, puntandole la freccia. Lei ride e stringe il viso di Tae, per poi mostrarmelo.
Deglutisco, notando i suoi occhi rossi. «Il tuo ragazzo non sa più chi tu sia, Jungkook» mi dice mentre accarezza il viso di Taehyung.
«Lui ora, obbedisce solamente a me».

«Non toccarlo!» esclamo. La guardo in cagnesco e lei ride.
Lancia qualcosa a terra e guarda Taehyung, per poi appoggiare il pollice sulla sua fronte e dire delle parole, in una lingua sconosciuta.
«Lo sta sottomentendo» spiega Hoseok.

Yoongi fa un passo, ma appena prova a varcare la polvere viene spinto indietro.
«È inutile, nessun essere sovrannaturale può oltreppasare quella polvere».
Si gira e ghigna, mentre Tae si agita con i denti stretti. Si sta trasfomando in un mostro.

«Taehyung!» grido. Mi lascio uscire un respiro represso. Come risposta, da parte sua, ricevo un ringhio.
«Cosa facciamo?!» chiedo, guardando i ragazzi che scuotono la testa, senza sapere come agire.

Non permetterò che Taehyung, diventi un mostro solo perché lei odia il fatto che noi siamo riusciti a stare insieme. Lui non sarà mai un suo seguace, lui è il mio ragazzo, e Dio, farò di tutto per salvarlo da quest'inferno.

Lo guardo e deglutisco. Appoggio l'arco, frecce e il pugnale a terra.
«Che stai facendo?» mi domanda Namjoon, con una mano sulla mia spalla. «Cerco di salvare Taehyung» spiego, in modo semplice. Prendo un respiro profondo e sorpasso la linea di polvere.

«Non farlo, Jungkook!» esclama Jimin. «Ti farai uccidere» continua Jin. «Non m'interessa».
Stringo i pugni, prima di camminare verso di lui lentamente. «Jungkook!» Yoongi alza la voce per fermarmi, ma io continuo.

Mi fermo davanti a lui e lo guardo nei suoi occhi rosso sangue, non è il solito rosso che ha.
«Non devi, prestare attenzione a quello che ti dice lei» dico, in modo serio. Ricevo solo un ringhio. Sussulto, ma deglutisco e continuo. «Credi in me, in noi».
«È inutile, non ti ascolta, risponde solo a me».

Fulmino Shin, con lo sguardo. «Ti conviene stare zitta, stronza» le spiego «non mi metterei contro un cacciatore incazzato, a cui hanno portato via il ragazzo e trasformato in un mostro».
Lei ride e io spingo la lingua contro la guancia, per poi tornare a guardare Tae.

«Ascoltami, Tae». Con gli artigli, mi graffia un braccio. «Jungkook cazzo! Torna indietro!»
Deglutisco e poso le mani sulle sue guance.
«Guardami negli occhi, io so che tu sei più forte di tutta questa merda» gli sorrido e stringo le labbra, sentendo gli occhi pizzicare e farsi lucidi. «Devi lottare per tornare ad essere te stesso, vuoi davvero passare il resto della tua vita a seguire gli ordini di qualcuno che non sei tu?» domando.

«Che alpha sei, se segui gli ordini di qualcun altro? Devi scegliere se essere un bastardo che resta sottomesso a una persona che vuole solo il male, oppure se essere l'alpha del branco di Seoul. Il nostro branco, Taehyung. Il mio, il tuo, quello dei nostri amici. Il branco che ci ha reso una famiglia. Lei, non vuole il tuo bene, non lo vorrà mai. Vuole solo usarti per riportare in vita il suo fidanzato che hanno ucciso. Tu non le servi a niente, tutto quello che ti ha detto sono delle cazzate. Mi hai detto che non mi avresti mai lasciato, eppure adesso lo stai facendo. Ritorna da me, ti prego».

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