Capitolo 2

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Normantis camminava senza meta per le strade di quel piccolo villaggio nel quale si erano fermati. Non ci aveva minimamente fatto caso prima di correre fuori di casa in fretta e furia, ma forse era meglio così visto che era raro trovare comunità di vampiri nei villaggi, sarebbero stati scoperti subito dalla popolazione.

Norman sospirò spostandosi il più possibile all'ombra visto che sentiva già la pelle diventare fuoco, perché si era dimenticato di mettersi quella stramaledettissima crema solare? Suo padre si ricordava sempre di farlo e non aveva mai problemi.

Non sapeva dove stava andando di preciso, ma in quel momento voleva solamente far sbollire la rabbia visto che non sapeva come sfogarsi in altro modo. Gridare contro suo fratello non sarebbe servito a niente visto che Dan aveva anche la voce più forte della sua e gli avrebbe di sicuro urlato sopra facendolo sentire ancora peggio.

Non capiva come mai si era fidato di quello stronzo! Sapeva perfettamente che Dan non era la migliore persona alla quale rivelare un segreto, lui stesso non si faceva scrupoli a volare anche in pieno giorno, ma davvero era l'unica persona che in quel momento gli era sembrata adatta. E poi aveva visto come una piccola scintilla accendersi nei suoi occhi quindi aveva sperato lo accettasse.

Scoprire in quel modo che lo odiava gli faceva davvero male, e faceva ancora più male quando pensava al fatto che la sua vita aveva iniziato ad andare a rotoli solo due giorni prima. Per non parlare del fatto che aveva una paura matta di scoprire cosa i genitori pensassero di lui in quel momento. Lo ritenevano schifoso? Non gli importava niente?

Entro quella sera lo avrebbe scoperto visto che non poteva di certo dormire per strada e poi doveva assolutamente mettere qualcosa sotto i denti.

Norman sorrise quando trovò un piccolo parco con parecchie panchine all'ombra e ci si fiondò su una di esse. Era stanco più di quanto volesse realmente dimostrare e continuare a girovagare per un villaggio che non conosceva non era per niente una buona idea.

-Ehi che ci fai qui?- Normantis alzò la testa a quella parole trovandosi difronte una bellissima ragazza, si sapeva riconoscere anche lui quando erano davvero belle, dai lunghi capelli castani e gli occhi dello stesso colore che lo stava guardando minacciosa con le mani sui fianchi.

-avevo voglia di stare al parco- disse il moro non capendo il perché di quello sguardo.

-alzati immediatamente da questa panchina- disse la ragazza facendo alzare le sopracciglia a Normantis.

-perché dovrei? Ci sono tante altre panchine in giro non puoi sederti su una di quelle?- chiese allora il moro che sinceramente parlando non aveva voglia di alzarsi anche perché le altre panchine poco alla volta si stavano esponendo al sole e quella sembrava l'unica che sarebbe rimasta all'ombra ancora per molto.

-si ma questa è la mia panchina quindi alza il culo- disse ancora la ragazza con un tono di voce ancora più arrabbiato di prima. Normantis non capiva minimamente il perché di tutte quelle storie per una stramaledetta panchina.

-Xarita calmati, sediamoci da un'altra parte- Normantis guardò in direzione del ragazzo che era appena arrivato. Non era niente di speciale anche se i suoi capelli biondi erano davvero troppo chiari da sembrare quasi bianchi.

-no Owen questa è la nostra panchina e lui si deve assolutamente alzare. Tutti sanno che questo posto non si tocca- continuò la ragazza facendo alzare gli occhi verdi al cielo ad Owen.

-io non lo sapevo e poi da quando un qualcosa di pubblico è di qualcuno?- chiese Normantis arrendendosi e alzandosi dalla panchina. Non aveva minimamente voglia di litigare con gente a caso. Si sarebbe sdraiato sull'erba all'ombra visto che il dorso della sua mano destra si era già leggermente arrossato. E che cavolo quanto era delicata la sua pelle!

-grazie e scusa- disse Owen facendo un mezzo sorriso a Normantis che annuì solamente capendo che non avrebbe ottenuto risposta. Il moro andò quindi poco più in la e si sdraiò sull'erba che era ancora fresca sciogliendosi anche i lunghi capelli che aveva legato in una coda per stare più comodo.

-sei la solita prepotente- disse Owen guardando in direzione del moro e non capendo perché non si era seduto su un'altra panchina.

-non sono prepotente! Questa è la nostra panchina e sai benissimo il perché!- disse Xarita incrociando le braccia al petto facendo risaltare ancora di più il suo seno cosa che fece andare momentaneamente in tilt Owen. Owen che sapeva che la ragazza non era a conoscenza della colossale cotta che aveva per lei visto che una volt lo aveva anche costretto a decidere quale lingerine le stesse meglio provandosele davanti a lui. Oppure lo faceva a posta per prenderlo in giro.

-ho sonno- disse una terza voce andando verso i due ragazzi che si girarono verso il castano che aveva parlato e che era affiancato da un altro ragazzo rosso.

-quando mai Sil- disse Xarita alzando gli occhi al cielo mentre il fratello le si sedeva accanto mettendole un braccio sulla spalla.

Il rosso invece si andò a sedere affianco ad Owen e così facendo i quattro amici occuparono interamente la panchina.

-Sil tua sorella si è messa a litigare con un ragazzo solo perché si era seduto qui- informò il castano Owen ottenendo in cambio una gomitata nel fianco a parte della ragazza.

-come suo solito. Comunque chi era? Tutti sanno che questo è il nostro posto-

Owen stava per rispondere ma fu interrotto da un urlo che fece girare tutti e quattro i ragazzi, e anche tutti gli altri presenti nel parco, verso la fonte di quel grido.

In quel punto c'erano il ragazzo che si era precedentemente seduto sulla panchina e un altro sempre moro che si era appena caricato l'altro sulla spalla.

Sangue sporcoWhere stories live. Discover now