Capitolo 27

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Dan si trovava al centro di un'enorme sala circondato da vampiri. Era arrivato il momento del suo processo e anche se non voleva darlo a vedere aveva davvero tanta paura. Sapeva anche di non aver salutato nel migliore dei modi ne il fratello ne Egan. E soprattutto aveva perfettamente intuito che Egan aveva scoperto cosa voleva veramente fare. Era stato sorpreso e allo stesso tempo felice che il ragazzo non avesse protestato.

E ora si trovava li, circondato da vampiri che volevano solamente la sua morte. Davanti a lui c'era un solo vampiro e non sembrava molto contento della situazione che aveva davanti. Oppure semplicemente era la sua faccia.

-questo essere davanti a voi- iniziò l'uomo facendo completamente zittire tutti i presenti all'interno della sala e facendo gelare il sangue nelle vene a Dan -è un mezzosangue. Un figlio nato da un vampiro e un umano cosa che va contro le nostre regole e lo sapete-

L'uomo iniziò a camminare verso Dan e gli alzò il mento con la mano per guardarlo meglio negli occhi.

-sei stato tu ad uccidere tutte quelle persone nella città vicina?- chiese l'uomo.

-si perché avevo bisogno di bere sangue- disse Dan difendendosi. Alla fine era la verità.

-sei per metà umano non ti serve il sangue-

-si mi serve. Se non bevo sangue per tanto tempo rischio di ammazzare la gente perché la mia sete cresce. È quello che è successo con quelle persone- Dan stava veramente cercando di fare del suo meglio per difendersi e non venire ucciso.

-quindi mi stai dicendo, anzi ci stai dicendo che sei come noi-

-non proprio questo è vero, ma il sangue mi serve per non diventare un assassino seriale-

-qualcuno sa cosa possiamo fare di questo tipo. O meglio come lo possiamo uccidere?- chiese l'uomo guardando tutta la folla che si era riunita e si era messa a borbottare freneticamente in attesa di poter uccidere quel mezzovampiro che avevano li davanti.

-un attimo! Come uccidere- disse Dangerutis facendo mormorare ancora di più la gente li presente.

-dobbiamo ucciderti per quello che sei ovviamente- disse Sir Edward leggermente sorpreso dall'intraprendenza del ragazzo che aveva difronte.

-io sono per metà come voi perché dovreste uccidermi!- Dan gridò quelle parole. Voleva farsi valere e cercare di far aprire la mente del tizio di sicuro pluricentenario che aveva davanti.

-perché sei anche umano. E ci chiedi anche perché?- l'uomo scoppiò a ridere e così i presenti anche se Dan si accorse che non tutti lo fecero.

-lo sono per metà così come sono vampiro per l'altra metà. Ho i vostri stessi poteri anche se sono più debole rispetto a voi ma comunque posso fare cose che voi non potete fare. Se invece di ucciderci tutti avreste deciso di tenerci con voi vi avremmo aiutato moltissimo- in realtà Dan non era tanto sicuro della cosa ma almeno poteva provarci.

-ha ragione- una voce si alzò dal gruppo che stava alle sue spalle e Dan sgranò gli occhi sorpreso da quell'inaspettato appoggio.

-cosa?- chiese Sir Edward piegando la testa di lato e socchiudendo gli occhi.

-il ragazzo ha ragione. È vero che sono più deboli di noi ma se abbiamo una legge che permette di sposare umani significa che i loro figli possono entrare a far parte della nostra comunità. Ucciderli ci porta solo a diventare più deboli- era una donna che stava parlando e Dan non riusciva a voltarsi per poterla vedere e capire chi fosse che lo stava palesemente aiutando.

-quindi cosa vorresti proporre? Di accettare questi esseri in mezzo a noi?- chiese Sir Edward incrociando le braccia al petto.

-certo che si. Facendo in questo modo potremmo anche riuscire a limitare le perdite-

-okay, se la maggioranza qui è d'accordo con la tua idea permetterò tranquillamente a questo ragazzo e tutti gli altri mezzosangue della nostra comunità, perché so che un altro c'è, di vivere tranquillamente con noi- disse Sir Edward molto probabilmente sicuro che nessuno avrebbe accettato quella proposta.

-facciamo per alzata di mano allora- disse sempre la donna alzando la mano. Poco alla volta anche altri vampiri iniziarono a farlo fino a quando Dan vide chiaramente gli occhi dell'uomo che aveva difronte strabuzzarsi per l'incredulità.

Dan allora si girò per quanto gli permettessero le mani legate dietro la schiena e sgranò anche lui gli occhi vedendo che praticamente la maggior parte della gente aveva alzato le mani. Erano pochi coloro che non l'avevano fatto, tra i quali spuntava anche Jonas che lo stava guardando malissimo.

-come volete allora. È libero e non gli verrà fatto niente per le morti visto che ormai abbiamo sistemato tutto- Sir Edward non sembrava per niente felice della cosa -la riunione è sciolta- e così dicendo se ne andò mentre Dan sospirava di sollievo felice che fosse andato tutto per il meglio. Poteva finalmente tornare a casa e dire al fratello che potevano restare, ovviamente sempre se non fossero già partiti.

-DAN- il moro sgranò gli occhi sentendo la voce del fratello e poi vedendolo correre verso di lui. Cosa cazzo ci faceva li?

-cosa ci fai qui?- chiese infatti mentre Norman gli slegava le mani che erano ancora legate dietro la schiena visto che nessuno di era degnato di andarlo ad aiutare.

-ero qui per salvarti, ma a quanto pare sei riuscito a fare tutto da solo-

-non è andata proprio così...-

-invece si, senza le tue parole Rose non avrebbe mai potuto fare quella proposta-

-conosci la donna che ci ha aiutato?- chiese Dan curioso mentre si massaggiava i polsi doloranti. Norman lo abbracciò di slancio e Dan rimase leggermente immobile non essendo abituato a quel contatto.

-si è la madre di Sil e Xaria- spiegò Norman sciogliendo l'abbraccio.

-ora dobbiamo tornare a casa a dare la bella notizia perché immagino che tu non abbia fatto niente per andartene da questa città- disse Dan ed ebbe la conferma quando vide il fratello annuire.

Sangue sporcoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora