Capitolo 17

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Norman sbuffò vedendo che Egan non aveva ancora visto i suoi messaggi. Voleva capire cosa fosse successo con gli altri. Sapeva che era orario scolastico e di rado Egan guardava il telefono durante quelle ore, ma c'era stata la ricreazione e quindi doveva averlo almeno controllato il telefono.

Lasciò cadere il telefono sul materasso e si buttò anche lui all'indietro sprofondando nel suo letto. Si sentiva terribilmente solo in quel momento e sapeva anche che sarebbe stato a casa per riprendersi per molto altro tempo.

Non aveva ancora mandato nessun messaggio agli altri perché prima voleva parlare con Egan e capire cosa fosse successo, ma sapeva che non poteva nemmeno aspettare in eterno quindi se uno dei ragazzi lo avesse chiamato prima di una risposta da parte di Egan avrebbe risposto e parlato con loro cercando anche di capire cosa fosse successo con il rosso.

Stava per riaddormentarsi, visto che si stava annoiando e non aveva niente da fare, quando sentì chiaramente la porta di casa aprirsi e sbattere. Si ridestò di colpo e cercò di captare le voci che provenivano dal piano inferiore essendo più che sicuro che la persona che era appena arrivata era proprio suo fratello.

Sentì le voci che aumentavano sempre più di volume fino a quando la porta della sua camera si aprì di scatto palesando la presenza di Dan.

-ti sei svegliato- disse il moro trattenendo un sospiro di sollievo. In quei giorni aveva davvero avuto paura di aver definitivamente ucciso il fratello.

-si- rispose acido Normantis.

-mi dispiace per quello che è successo. Non so nemmeno io cosa mi sia preso- si scusò Dangerutis grattandosi dietro la testa leggermente a disagio.

-a me sembrava il contrario- si, aveva detto il contrario alla madre ma non voleva dare quella soddisfazione a Dan. Voleva fargli capire quanto male gli avesse fatto il suo gesto.

-ero fuori controllo, credimi non ti voglio fare del male-

-però mi odi e ti faccio schifo quindi se fossi morto non te ne sarebbe importato più di tanto-

-stai scherzando vero?- chiese Dan davvero sorpreso. -la tua morte non mi renderebbe felice anzi. Sono stato malissimo in questi giorni pensando di averti ucciso. So di non essere un bravo fratello e che faccio danni in continuazione ma ti voglio bene-

-si come no- borbottò Norman ma Dan lo sentì e allo stesso tempo sentì tante piccole lame che gli perforavano il cuore. Si, se lo era meritato, ma faceva comunque tanto male.

-fa come vuoi- disse sbuffando Dangerutis ferito da quelle parole.

-mi hai quasi ucciso è ovvio che io sia incazzato con te- alzò la voce Norman. Dan stava per rispondergli a tono quando, ad una velocità assurda, venne placcato dal padre e spinto contro il muro. Il ragazzo avvertì un forte dolore allo zigomo sinistro.

-perché?- chiese mentre cercava di massaggiarsi la parte lesa e il padre lo lasciava andare.

-pensavo stessi per azzannare nuovamente Norman. Ha gridato e quindi sono venuto a bloccarti- rispose l'uomo sembrava volersi scusare avendo capito che non era successo niente di quello che aveva pensato.

-stavamo solo parlando e io non ho fatto niente- disse Dan non guardando il padre negli occhi e nemmeno il fratello -okay posso aver fatto una cosa orribile ma questo non significa che la rifarò. Ora tolgo il disturbo- e così dicendo Dan uscì da quella che era stata la sua camera e si diresse in salotto dove aveva lasciato la sua giacca di pelle con i pacchetti di sigarette. Gli era venuta voglia di fumare per il nervoso e non per la sete di sangue. Voleva dire al fratello che aveva ragione nei confronti di Jonas e che aveva capito che razza di persona fosse, ma non aveva avuto il tempo materiale per farlo.

-che è successo?- chiese Elaine osservando il figlio e soprattutto il livido che andava a formarsi velocemente sullo zigomo di quest'ultimo.

-niente, solo papà che credeva stessi attaccando nuovamente Norman quando in realtà sono stato io quello attaccato a parole. Esco per un po'- e senza dare il tempo alla madre di dire qualcosa uscì di casa con la sigaretta in bocca che subito si accese.

Dove poteva andare in quel momento? Di sicuro continuare a camminare non sarebbe servito a niente e di sicuro non voleva andare nuovamente a casa dopo quello che era successo. Poi gli venne un'idea in mente e sorrise. Forse poteva anche farsi curare lo zigomo che gli faceva davvero male. Più di quanto in realtà volesse far credere.

Ora però aveva un solo problema non sapeva dove si trovava. Come poteva fare? Mentre passeggiava in cerca di qualche idea geniale passò per caso davanti alla loro scuola e il suo volto si aprì in un sorriso.

Aveva la soluzione, non una soluzione normale, ma l'aveva.

Sangue sporcoWhere stories live. Discover now