Capitolo 11

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Owen corse in direzione di Silverus e Xarita che erano seduti sulla loro solita panchina. Per sua fortuna ne Norma che Egan erano ancora arrivati quindi poteva sperare di ricavare la verità dalla bocca dei due vampiri. Si lui sapeva perfettamente che i suoi due amici erano vampiri e si era accorto tranquillamente che tutti gli assenti di quel giorno erano vampiri. Lui lo sapeva non perché i due ragazzi glielo avessero rivelato ma perché era un mezzo veggente e la sua famiglia custodiva da anni il segreto dei vampiri all'interno del loro villaggio.

-cos'è successo? Non mentitemi- disse Owen sedendosi in mezzo ai due con ancora il fiatone.

-hanno trovato dei cadaveri dissanguati nel villaggio qui vicino- spiegò brevemente Silverus sospirando. Sapeva che Owen avrebbe fatto quella domanda.

-quanti?- chiese Owen sgranando gli occhi. Per pochi non avrebbero mai fatto stori.

-troppi- gli rispose Xarita -io sono sicura che sia colpa di Jonas visto che è l'unico che si sposta, ma la sua famiglia è troppo importante e Sir Edward non vuole accusarlo senza prove- fece il verso la ragazza poggiando la testa sulla spalla dal biondo.

-il fratello di Norman deve assolutamente allontanarsi da quel pazzo o si troverà morto- disse Owen pensando al povero moro. Sapeva che Norman nonostante tutto teneva tantissimo al gemello e di sicuro la morte dello stesso non l'avrebbe mai accettata.

-non possiamo costringerlo visto che non possiamo nemmeno dirgli la vera ragione. Per quanto ho visto Dangerutis è un ragazzo molto cocciuto e non credo si lasci convincere con due moine- disse Xarita scuotendo la testa. Aveva paura anche lei ma sapeva che non potevano fare niente senza rivelare la loro vera identità con anche la possibilità di non essere creduti. Andiamo! Chi avrebbe creduto all'esistenza dei vampiri?

Era anche per quello che in tutti gli anni nei quali erano stati amici con Egan il ragazzo non aveva mai scoperto che i due fratelli erano dei vampiri.

-perché ti sei bloccato?- chiese Norman ad Egan. Entrambi si erano fermati un po' di più a scuola e adesso avevano raggiunto il parco. Ma Egan si era fermato poco prima di arrivare vicino ai tre ragazzi che erano seduti sulla panchina.

-non ti preoccupare- disse il rosso sorridendogli e mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -lo faccio spesso quando vedo che tutti e tre sono immersi nel loro mondo tendo ad aspettare un po' prima di raggiungerli- spiegò poi al moro che lo stava guardando parecchio confuso.

-nel loro mondo?- chiese Normantis non capendo.

-si, cose loro e nelle quali io non centro. Non voglio di certo mettergli pressione ed è per questo che aspetto. Loro non se ne sono mai accorti- disse il rosso con un sorriso triste sulle labbra.

-pensavo vi conosceste tutti dallo stesso tempo- disse Norman davvero sorpreso dalla rivelazione di Egan. Non se lo sarebbe mai aspettato.

-Owen si è unito al gruppo un po' prima rispetto a me- disse Egan mordendosi leggermente il labbro.

-quindi è come se ti escludessero da qualcosa- constatò Norman.

-non lo definirei proprio un'esclusione- disse il rosso per poi fare un sorriso. -andiamo a capire perché si sono saltati un giorno di scuola- e così dicendo prese per il polso il moro e lo trascinò fino alla panchina ovviamente palesando la loro presenza prima di arrivare troppo vicini per capire di cosa stessero parlando.

-cucciolini! Mi chiedevo che fine aveste fatto!- disse Xarita sorridendo ad entrambi che rimasero leggermente spaesati per come li aveva chiamati la ragazza.

-sei tu quella che questa mattina non si è presentata a scuola. Dovremmo farti noi questa domanda- disse Normantis che non sapeva cosa fare visto che Egan si era seduto e non c'era più posto sulla panchina.

-questioni odiose di famiglia. Credimi preferivo mille volte rimanere ad ascoltare quelle cose noiose invece che a quell'incontro. Credimi- rispose la ragazza stiracchiandosi e spalmandosi meglio sopra alla spalla di Owen che si irrigidì leggermente.

-e le fate di mattina?- chiese ancora confuso Normantis.

-si la nostra famiglia è abbastanza strana. Comunque perché non ti siedi?- chiese la ragazza curiosa. Non gli piaceva che il ragazzo stesse li impalato.

-non c'è posto- fece notare Norman. Possibile che la ragazza non se ne fosse minimamente accorta?

-ah vero ecco...-

-NORMANTIS- il ragazzo si girò riconoscendo la voce del fratello e guardandolo confuso. Cosa aveva da gridare in quel momento?

-cosa c'è?- chiese infatti il ragazzo quando il gemello fu a pochi passi da lui. Dan lanciò un veloce sguardo ai quattro ragazzi seduti sulla panchina per poi rispostare il suo sguardo ambrato su quello identico del gemello.

-vieni immediatamente a casa-

-perché?- chiese Norman non capendo il comportamento del gemello.

-perché devi venire a casa punto. Muovi il culo- e vedendo che l'altro non accennava minimamente a volerlo ascoltare Dan lo prese per un polso iniziando a trascinarlo di peso.

-la vuoi smettere di fare sempre così?- disse Normantis che provò a liberarsi dalla stretta del fratello ovviamente senza riuscirci visto che il ragazzo era molto più forte di lui. Anche se in quel momento gli sembrava addirittura più forte del solito.

-sei tu che non mi ascolti mai e che mi fai finire in queste situazioni di merda. Quante volte ti ho detto di non stare insieme a quei tizi? E tu cosa fai? Te ne vai in giro con loro come se non ti avessi detto niente.- disse Dan fermandosi e guardando il fratello negli occhi. Si leggeva che era davvero preoccupato.

-loro non sono male come credi! Sei tu quello che finirà male se continua a frequentare Jonas. È lui il pericolo non loro- si difese Norman. Era quello il momento perfetto per poter parlare con il fratello e fargli capire che non era lui quello dalla parte del torto.

-Jonas è tranquillissimo e sarebbe un perfetto fidanzato per te!-

-la vuoi smettere di intrometterti nella mia vita privata! Io non mi metterò mai con qualcuno che mi fa paura e soprattutto non mi metterei mai con qualcuno consigliato da te per visti i tuoi gusti di merda- gridò Norman ormai esasperato.

E si pentì di averlo fatto non appena vide gli occhi ambra di suo fratello diventare rosso fuoco.

Sangue sporcoWhere stories live. Discover now