Capitolo 18

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Egan sorrise quando vide la chiamata da parte di Norman e non aspettò più di un secondo per rispondere con un sorriso. Aveva visto che gli aveva risposto ai messaggi proprio in quel momento.

-tutto bene?- gli chiese sedendosi sul suo letto e togliendosi le scarpe, era appena tornato da scuola ed era stanchissimo visto che era stato costretto a prendere la strada più lunga per non incrociare Jonas.

-si, tranquillo solo febbre molto forte da tenermi costretto a letto per un po'- rispose Norman dall'altro lato con voce abbastanza flebile segno che non stava ancora tanto bene.

-quindi non ti vedrò per un altro po' di giorni?- chiese Egan che sperava che il moro tornasse presto.

-no. Comunque cos'è successo con gli altri?- chiese Norman che sembrava davvero preoccupato per lui.

-mi tengono sempre lontano dalle loro discussioni e sono scoppiato- mentre diceva quelle parole suonarono alla porta e il ragazzo sbuffando si alzò per andare ad aprire visto che era da solo in casa e che sua madre stava aspettando un pacco.

-tutto bene?- chiese Norman avendo sentito il suo sbuffo.

-si, hanno suonato alla porta- rispose Egan mentre scendeva le scale ed andava ad aprire sgranando gli occhi nel trovarsi non il postino ma Dan che gli sorrise. Mimò un "che ci fai qui" con le labbra.

Ma il ragazzo non gli rispose, anzi spense la sigaretta che aveva in mano ed entrò in casa sua senza tanti complimenti mentre Egan gli faceva cenno con la testa di uscire.

-quando è successo?- aveva chiesto nel mentre Norman, ma Egan non lo aveva calcolato per niente quindi il moro continuò -tutto bene? Vuoi che ti richiami più tardi?-

-no, tranquillo stavo firmando le carte del pacco- si affrettò a rispondere il rosso mentre chiudeva la porta e lanciava uno sguardo di fuoco al rosso. -comunque da quasi cinque giorni- rispose alla prima domanda di Norman ignorando volutamente il fratello del suo amico che lo stava osservando cosa che in realtà lo stava facendo andare in tilt. Non capitava mica tutti i giorni di ritrovarsi a casa il tizio che ti aveva baciato solo pochi minuti prima e che ti piaceva anche.

-e non avete ancora chiarito?- chiese Norman abbastanza confuso dalla cosa.

-io non ho niente da chiarire con loro visto che sono loro a non includermi. Quindi quelli che devono parlarmi sono loro ma credo che a questo punto non lo faranno mai- disse sospirando Egan. Voleva in tutti i modi far durare il più possibile quella chiamata non volendo avere a che fare con il moro che si era palesato a casa sua. Che poi come aveva scoperto il suo indirizzo? Centrava qualcosa Norman.

-spero di riuscire a tornare il prima possibile così nelle mie possibilità cerco di risolvere questa situazione. Non mi piace saperti da solo- disse Norman sospirando. -mio fratello è sempre appiccicato a Jonas?- chiese poi mentre Egan diventava un pezzo di marmo. Cosa doveva rispondere adesso? Dan gli aveva detto prima di uscire dal bagno che avrebbe parlato con il fratello, ma a quanto pare non l'aveva fatto e si era presentato li da lui. Guardò in direzione del moro che sembrava parecchio spazientito. Sperava che continuando così se ne sarebbe andato.

-non lo so, non ci ho fatto molto caso- inventò sul momento. Voleva che Dan e Norman parlassero fra di loro e di certo non avrebbe fatto le veci di Dan.

-okay. Posso chiederti un altro favore?-

-dimmi-

-mi potresti passare tutti gli appunti di oggi? Così vedo di rimettermi in pari. Mio fratello non avrà fatto un cazzo come al solito- Egan sorrise pensando che nemmeno lui quel giorno aveva fatto molto.

-ti passo quello che ho, ma è davvero poco. Chiedi a Sil lui di sicuro avrà di più- disse sinceramente il rosso e vide gli occhi di Dan farsi sottili. Quindi non aveva ancora capito che stava parlando con il fratello.

-va bene, è successo qualcosa?- chiese preoccupato Normantis.

-non ti preoccupare è solo stanchezza- mentì non volendo far preoccupare troppo il moro. Ci mancava solo che gli dicesse che Jonas lo stava perseguitando.

-va bene, mi riposo un altro po'. Ci sentiamo più tardi- Egan non voleva salutarlo, ma sapeva che non poteva inventarsi niente per tenerlo.

-certo, rimettiti- e così dicendo chiuse la chiamata per poi voltarsi verso Dan che si era alzato e lo aveva raggiunto. -come hai trovato la mia casa?-

-era mio fratello?- chiese il moro in contemporanea.

-si, mi puoi rispondere adesso? E cosa ci fai qui?- chiese Egan incrociando le braccia al petto e ringraziando che i suoi genitori fossero entrambi fuori per lavoro.

-da scuola, avevo bisogno di un posto dove stare- rispose sinceramente il moro e solo allora Egan si accorse del grande livido che si stava formando sullo zigomo sinistro.

-che ti sei fatto?- chiese curioso avvicinandosi per controllarlo. Sembrava fare male.

-una lite leggera con mio fratello- rispose Dan. Okay, non era stato Norman a fargli il livido ma non poteva dire al rosso che il padre lo aveva praticamente placcato perché pensava stesse per mordere Norman.

-e lui come è messo? Ma non dovevi parlargli di Jonas?- chiese Egan che prese per un braccio il ragazzo trascinandolo in bagno visto che aveva anche un leggero taglio sul sopracciglio sinistro del quale di sicuro non si era minimamente accorto.

-la principessa sta bene non ti preoccupare. E no, non ho avuto il tempo materiale per farlo- Egan annuì a quelle parole e con alcol e ovatta iniziò a tamponare la ferita del moro che strinse i denti per non emettere alcun suono di dolore. Una volta finito di disinfettare la ferita Egan mise un cerotto e sorrise felice del suo lavoro.

-grazie- disse Dan mentre Egan annuiva. Stare troppo vicino al moro non gli faceva bene e quindi cercò di allontanarsi il più possibile ma Dan se lo tirò contro per poi baciarlo per la seconda volta nell'arco di un giorno.

-smettila- sussurrò Egan cercando di uscire dalle braccia del moro senza successo.

-no- disse Dan prima di prendere in braccio il rosso cogliendolo di sorpresa e andando verso quella che credeva fosse la camera del rosso per poi sorridere quando vide di aver avuto ragione.

Buttò il rosso sul letto e poi gli salì sopra a cavalcioni. -ora sei mio- gli sussurrò prima di impossessarsi nuovamente delle sue labbra impendendo al ragazzo di protestare.

Sangue sporcoWhere stories live. Discover now