Capitolo 20

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Norman si stiracchiò mentre metteva il telefono a caricare. Dopo la chiacchierata con Silverus, e di conseguenza anche con Owen e Xarita che erano con lui, si era messo a ricopiare gli appunti che il castano gli aveva inviato e si sentiva stanco morto.

La madre e il padre erano andati più volte a controllare come stesse e il ragazzo aveva chiesto del fratello che non vedeva da quando se ne era uscito dalla camera visibilmente incazzato senza però tornare. Cosa che aveva fatto preoccupare tantissimo Norman che si sentiva in parte responsabile per quello che era successo visto che aveva urlato. Vakaris era intervenuto perché lo aveva sentito urlare ma Dan non aveva fatto assolutamente nulla.

Il ragazzo sospirò chiudendo gli occhi. Non vedeva l'ora di mettersi in sesto e quindi tornare a scuola e soprattutto era intenzionato a far riappacificare Egan con gli altri. Non avrebbe sopportato di vederli separati per qualcosa che poi nemmeno gli avevano spiegato. Ma era intenzionato a rimettere le cose com'erano prima.

Sospirò nuovamente ma aprì gli occhi di scatto quando avvertì il freddo pungente entrare nella camera. Si ricordava perfettamente di aver chiuso la finestra. Si alzò e guardò male la finestra che era aperta ed andò a chiuderla ma prima che potesse fare qualcosa qualcuno gli mise una mano sulla bocca facendolo scattare per difendersi. Era ancora debole e quindi non riuscì a fare niente.

-non parlare voglio solo scoparti- Norman sgranò gli occhi riconoscendo la voce di Jonas e chiedendosi come cazzo fosse riuscito ad aprire la finestra e soprattutto ad entrare nella sua camera che era al secondo piano.

No, Norman non ci stava. Non si sarebbe fatto scopare da quel pazzo al diavolo mantenere segreta la sua identità. Quindi il moro fece uscire i canini e morse la mano di Jonas facendo così allentare la presa del biondo.

-vattene immediatamente e non tornare mai più- disse il moro usando la sua malia. Era debole rispetto a quella del fratello ma almeno poteva tranquillamente ammaliare un umano.

Vide Jonas sgranare gli occhi e poi scoppiare a ridere facendo restare Normantis di sasso. Come mai non aveva avuto effetto?

-ora capisco- disse Jonas sempre ridendo -ma non riuscirai mai ad ammaliarmi visto che sembri debolissimo vampiretto- e così dicendo Jonas aprì le labbra mostrando i canini molto più affilati rispetto a quelli di Norman che quasi ogni giorno se li limava per farli sembrare più umani. Norman si congelò sul posto. Jonas era un cazzo di vampiro. Un vero e proprio vampiro.

-non mi ero accorto che anche voi due foste dei vampiri- disse Jonas iniziando a girare intorno a Norman che non riuscì a dire una parola, Jonas di sicuro aveva usato la sua malia su di lui.

-anzi, forse non me ne ero accorto perché voi non siete normali vampiri- il biondo si fermò mettendosi alle spalle del moro e spostandogli con una mano i lunghi capelli e scoprendogli quindi il collo. -siete degli sporchi mezzosangue. Sir Edward non ne sarà contento, non vuole mezzosangue nei suoi territori- finì di dire Jonas per poi caricarsi in spalla il ragazzo che non riuscì minimamente a protestare.

-tu adesso verrai con me e pagherai le conseguenze- e così dicendo uscirono dalla camera così com'era entrato Jonas.

Dan stava sorridendo mentre camminava a passo svelto verso casa e con una sigaretta in mano. Passare tutto il pomeriggio con Egan gli aveva fatto davvero bene e soprattutto lo aveva messo davvero di buon umore dopo quello che era successo con il fratello.

Finì velocemente la sigaretta essendo arrivato vicino casa, che ormai non sembrava più tanto pericolante, ed entrò chiudendo la porta alle spalle con lentezza per non fare rumore. Non voleva far sentire dai genitori e dal fratello, non voleva rovinarsi la bella giornata passata con Egan.

-dove sei stato per tutto questo tempo?- chiese Elaine non appena vide il figlio entrare in cucina. Dan ci era entrato solo perché aveva una fame da lupi.

-in giro- disse il ragazzo che non voleva dire ai genitori di essere stato con un umano. Avrebbero pensato solamente al peggio.

-scusa per prima. Avevo detto a Normantis di urlare nel caso ce ne fosse stato bisogno- disse il padre sorridendo al figlio che annuì.

-c'è qualcosa da mangiare? Ho parecchia fame- disse Dan stiracchiandosi prima di sedersi a tavola vedendo che la madre aveva appena finito di apparecchiare.

-vado a vedere se Norman riesce a scendere. Prima o poi dovrete anche parlarvi- l'ultima frase Elaine la disse avendo visto la faccia infastidita di Dan e sapeva di avere ragione.

Quei due si stavano allontanando troppo l'uno dall'altro e la cosa non andava per niente bene. Entrambi erano l'unica sicurezza l'uno per l'altro visto la loro vera natura. Non erano totalmente umani e non erano totalmente vampiri. Per essere al sicuro dovevano trovare degli amici umani che non li avrebbero mai traditi e la cosa non era semplice soprattutto per Dan visto che aveva quasi ucciso il fratello che era proprio come lui.

-tua madre ha ragione. Dovete andare d'accordo- disse Vakaris sedendosi anche lui a tavola dopo aver preso una sacca di sangue per se con Dan che distoglieva lo sguardo per non farsi aumentare la sete.

-non è semplice quando non ci siamo mai sopportati- rispose Dan sospirando.

-no, da quando siete arrivati qui che la situazione è peggiorata. Più precisamente da quando lo hai insultato-

-ero nervoso e non ho pensato a quello che stavo dicendo ma credimi non ho mai pensato quelle cose di lui- si difese Dan ed era la verità, soprattutto visto che era proprio come il fratello.

-Norman non c'è- disse Elaine con la faccia cadaverica entrando in cucina e facendo girare i due uomini verso di se.

-in che senso?- chiese Dan preoccupato.

-nel senso che sembra scomparso- disse la donna.

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