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Ryan si trovò così a rivestire il punto di unione tra gli altri due: nell'accogliere Claud dentro di sé e nel dare piacere a Jade, si sentì travolgere da continue ondate di elettrica passione, che si riversavano in lui come una dolce onda, in grado di raggiungere ogni terminazione nervosa e scaldarlo fin nel profondo.

All'ennesima spinta di Claud, il giovane sollevò la testa e gemette, poggiando la fronte contro il petto ansante di Jade, che lo strinse a sé e gli baciò la sommità del capo; poi l'amante gli sollevò il mento e continuò a vezzeggiare il suo viso con tanti bacetti, come se lo stesse ringraziando per il piacere che gli aveva donato pochi istanti prima. Ryan si commosse di nuovo, ma di lì a poco riconobbe quella stessa sensazione che soltanto con loro due aveva scoperto di poter provare: incominciò a sentirsi soffocare a causa dell'emozione, mentre i movimenti di Claud si facevano più decisi e il giovane si lasciò andare contro il suo petto, scosso da spasmi tanto violenti da trovarsi di colpo senza fiato, annaspando con le mani in cerca di un appiglio, sentendosi come in balia di una tempesta.

Le sue ancore di salvezza si rivelerano le mani Jade strette nelle proprie e le braccia di Claud intorno alla sua vita.

Ryan riaprì gli occhi, che neanche si era accorto di avere chiuso, mentre Claud gli baciava un angolo della mandibola. Il giovane si sentiva svuotato di ogni forza, completamente abbandonato contro di lui, tuttavia allargò le braccia e accolse Jade, stringendolo a sé.

In quel momento era certo che sarebbe potuto restare in quella stessa posizione in eterno, senza muovere un muscolo, bramoso di continuare a sentirsi completo e sereno proprio come in quell'istante.

Era felice?

Non credeva di poter ambire a uno stato tanto assoluto di gioia, tuttavia, ciò che provava era sicuramente qualcosa che gli si avvicinava tanto.

Quella mattina Ryan si svegliò che il sole era già alto nel cielo: filtrava attraverso i vetri della finestra della camera da letto, oltre le tende di colore chiaro che la schermavano, inondando la stanza di luce.

Percepiva la bocca impastata, la pelle ricoperta da un sottile, ma fastidioso strato di sudore. Sentiva caldo e, mentre si svegliava del tutto, incominciò a comprendere che parte di quella sensazione era causa diretta dei corpi che lo schiacciavano tra di loro. Si trovava nel mezzo del proprio letto, tra Jade e Claud.

Mugugnò qualcosa privo di senso, mentre cercava di sgusciare dal loro abbraccio, scivolando verso i piedi del letto. Quando riuscì ad alzarsi, ebbe un attimo di smarrimento, venne colto da un capogiro e annaspò con le braccia in cerca di equilibrio. Riuscì a restare in piedi, ma, nonostante fuori da lì la colonnina di mercurio segnasse almeno trentasei gradi, il giovane si trovò ad abbracciarsi il busto, improvvisamente attraversato da un brivido gelido.

Aggrottò la fronte fissando i corpi nudi dei suoi amanti e si piantò le unghie nella carne, impedendosi di correre di nuovo tra le loro braccia.

Non gli piaceva il modo in cui sembrava si stesse totalmente affidando a loro ed erano tanti i dubbi che gli riempivano la mente riguardo la realtà di quel loro sentimento.

Ogni volta che facevano l'amore – ed era capitato soltanto altre due volte prima della notte precedente – pareva che nulla potesse intaccare il loro legame, ma il post-coito gli lasciava sempre l'amaro in bocca. Si sentiva disorientato, non riusciva a comprendere se quello che provava per entrambi fosse amore o soltanto confusione; se i suoi sentimenti fossero uguali nei confronti di Jade e Claud: era possibile una cosa di quel tipo? Amare contemporaneamente più di una persona e allo stesso modo?

Non ne era propriamente sicuro e, nell'incertezza, decise di farsi una doccia e poi di preparare del caffè.

Mentre, una mezz'ora dopo, si trovava in cucina in attesa che il caffè nella sua tazza si raffreddasse un po', evitandogli un'ustione alla lingua, controllò il proprio cellulare e reimpostò la suoneria. Trovò diversi messaggi da parte di Amber che gli implorava perdono per averlo scaricato il giorno prima e il giovane si trovò a sorridere e a scuotere la testa. La sua amica era fatta così, sempre pronta a mostrarsi dura, per certi versi stronza, ma sotto sotto era più dolce e soffice della panna montata.

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