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Altro giorno, altra rosa.

Ryan prese il fiore tra due dita, maneggiandolo come se fosse un ordigno pronto a esplodere e soffocò il moto di nausea che lo colse all'improvviso, mentre si avvicinava al cestino dell'immondizia e lo lasciava cadere al suo interno. Rimase a fissarlo dall'alto, con il cuore in gola.

Il giorno prima, al risveglio di Jade, aveva subito cercato di scoprire se quei "doni" fossero proprio opera del suo amante, ma lui aveva negato, aveva riso, riproponendo la stessa teoria che era stata di Ryan: magari erano il pegno d'amore di una coppia che aveva fatto  del davanzale della sua finestra il suo luogo di incontri clandestini.

Il giovane si era limitato a fare una smorfia, ma aveva capito che il suo amante non poteva essere l'artefice di quella storia. Con sicurezza aveva escluso anche Claud, nonostante fosse furioso con lui dopo l'esito disastroso della cena a casa di Isaac e, arrivato a quelle conclusioni, aveva subito lasciato cadere l'argomento con Jade, nascondendogli il fatto che la penultima rosa l'aveva trovata dentro casa.

Poi, il giorno prima, aveva ispezionato l'appartamento da cima a fondo, mentre Jade si recava a casa di Claud per prendere un po' delle sue cose e portarle nell'appartamento di Ryan, dato che aveva deciso di passare qualche giorno da lui.

Dopo avere setacciato casa, Ryan non aveva trovato traccia alcuna di un possibile intruso, da nessuna parte. Si era domandato se, imprudentemente, la sera della cena avesse lasciato la finestra che dava sulle scale antincendio aperta, ma non riusciva a ricordarlo.

Gli dava i brividi pensare che qualcuno si fosse introdotto in casa sua, che magari lo avesse spiato mentre dormiva con Jade, mentre loro due non si accorgevano di nulla. E se qualcuno li avesse toccati? Se avesse fatto loro qualcosa proprio quando entrambi erano tanto vulnerabili e inconsapevoli?

L'idea di avere avuto le mani addosso di uno sconosciuto era il motivo principale per cui percepiva quel costante senso di nausea e non sapeva come liberarsene; aveva passato la notte precedente in bianco a guardarsi attorno e a sorvegliare il sonno di Jade.

"Dovresti parlarne con qualcuno" pensò mentre era intento a fissare ancora morbosamente l'ultima rosa che aveva gettato tra i rifiuti. Aggrottò la fronte e chiuse con stizza lo sportello del mobiletto sotto il lavello della cucina, in cui si trovava il cestino. Proprio in quel momento ricevette l'ennesimo messaggio da parte di Keith, carico di emoticon piangenti, e si trattenne dal lanciare il cellulare da qualche parte soltanto perché si trovò a fissare, di nuovo, la finestra che dava sulle scale antincendio.

Jade non era con lui, uscito per recarsi a un appuntamento con Titty. Non era stato entusiasta di venire a conoscenza di quell'incontro, ma era la vita di Jade e Ryan sapeva che, nonostante i sentimenti che lo legavano a lui, non poteva interferire in alcun modo sulle sue decisioni.

Senza riflettere, uscì all'esterno e incominciò a salire i gradini, prestando attenzione a ogni più piccolo particolare, mentre il cellulare continuava a vibrare all'interno di una tasca dei suoi pantaloncini.

Arrivò fino alla terrazza di copertura del palazzo e non trovò assolutamente nulla di degno di nota. Pestò un piede a terra con stizza e si strinse la testa tra le mani.

Non voleva coinvolgere Jade in quella storia e sì, capiva anche lui quanto fosse insensato – era pur sempre un ex agente, lui avrebbe saputo come muoversi in una situazione come quella, ma Ryan non aveva alcuna intenzione di metterlo in pericolo.

Non ricordava con esattezza quando aveva incominciato a ricevere quegli orribili doni – prima?, dopo il matrimonio di Keith? – ma nonostante sia Claud che Jade avessero frequentato spesso il suo appartamento, era quasi certo che i fiori fossero un regalo esclusivo per lui e immaginava anche chi ne fosse il mittente.

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