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Dopo la discussione di quella mattina, Ryan si era sentito davvero impossibilitato a continuare a condividere il proprio spazio vitale con gli altri due e, dato che sia Claud che Jade non gli avevano mostrato la benché minima intenzione di lasciare il suo appartamento, a uscire di casa, alla fine, era stato proprio lui.

Le sue intenzioni prevedevano di prendere un taxi e tornare nei pressi di quella che ormai era la ex casa di Keith al Topanga, per recuperare la propria auto. Tuttavia, non ebbe neanche il tempo di allungare un braccio fuori dal marciapiede per fermare un taxi, che venne raggiunto da Claud.

L'uomo aveva, evidentemente, frugato di nuovo dentro il suo armadio, infatti indossava un paio di pantaloncini e una canottiera che appartenevano a lui. Gli stavano un po' stretti, ma contribuivano a donargli un aspetto da seducente surfista. Quell'outfit improvvisato gli fece pensare che Claud sarebbe stato proprio un bel bagnino; Ryan se lo figurò a svolgere il lavoro in spiaggia, i capelli al vento, il costume da bagno rosso a spiccare in contrasto con la sua pelle dorata, a causa dell'abbronzatura, e uno stuolo di ragazze e ragazzi con l'ormone impazzito, pronti a seguirlo a ogni passo.

-Eccoti qui- disse l'uomo e Ryan aggrottò la fronte.
-Non ho avuto neanche il tempo di fare un respiro senza sentire il vostro profumo-
-Che cosa poetica- lo canzonò Claud, abbracciandolo in vita e cullandolo un po', mentre accostava il naso al suo collo. -Balliamo?- gli propose e l'altro si irrigidì.
-Siamo per strada, ci sta gente-
-E allora?- continuò imperterrito Claud, ancheggiando a tempo.

Ryan si sentì arrossire e trattenne a stento un sorriso, mordendosi le labbra per nasconderlo all'altro, ma proprio in quel momento il suo amante sollevò lo sguardo e i suoi occhi brillarono di una luce divertita e maliziosa.

-Ti va di fare un giro?- gli chiese e Ryan reclinò il capo da un lato, cedendo all'impulso di accarezzargli i capelli. Guardare le sottili ciocche scivolargli tra le proprie dita, riempiendosi di infiniti riflessi oro, lo incantò tanto che ogni cosa intorno a loro scomparve: non riuscì più a udire il chiacchiericcio dei passanti, i rumori del traffico, i martelli pneumatici in funzione a pochi metri di distanza da loro, lì dove sorgeva un cantiere.

-Dove vuoi portarmi?- gli chiese e Claud lo baciò senza rispondergli.

Presero un taxi che li condusse fino a Malibu e Ryan, prima ancora di riuscire a scorgere la spiaggia, si trovò ad aggrottare la fronte, ancora una volta, dato che non aveva avuto modo di udire l'indirizzo che il suo amante aveva dato all'autista, ma stava iniziando a riconoscere la zona in cui si trovavano.

-Andiamo a trovare Bryan e Isaac?- gli chiese, facendo riferimento al fatto che si stavano avvicinando sempre più dalle parti di Zuma Beach, dove, appunto, si trovava l'abitazione della coppia.
-No. Isaac e Bryan sono amici tuoi. E poi... ti voglio un po' tutto per me- sussurrò Claud, scivolando sul sedile e facendoglisi tanto vicino da riuscire a sussurrargli le ultime parole in un orecchio. Ryan percepì la pelle di quella parte del collo bruciargli, come se la voce dell'altro si fosse trasformata di colpo in una fiamma ardente.

Si sentì arrossire e abbassò gli occhi sulle proprie mani, intrecciate sulle ginocchia, mentre la lussuria tornava a fargli battere il cuore.

Aveva sempre diviso, nella propria mente, la lussuria dall'amore, in quanto la considerava un qualcosa di primordiale, quasi animale, privo di sentimenti. Per quel motivo continuava a etichettare ciò che provava verso i suoi amanti con quella parola specifica, evitando di attribuirgli altro se non desiderio sessuale fine a se stesso. Necessitava di fare chiarezza in sé, ma sapeva già che avrebbe perso a priori se si fosse lasciato trascinare dalla situazione senza indagarsi. Avrebbe finito per abbandonarsi alla corrente, nascondendo a se stesso tutti i propri dubbi e temeva che, se avesse deciso di agire spegnendo del tutto la mente, si sarebbe potuto ritrovare all'interno di una nuova relazione senza amore.

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