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Dopo pranzo, poco per volta, i loro amici andarono via, lasciando i tre da soli. Da lì a sei ore, circa, pure Claud sarebbe uscito per recarsi a lavoro e Ryan non vedeva l'ora di sperimentare anche la quotidianità di muoversi insieme al suo compagno per andare e tornare insieme dal Seraphim, anche se aveva deciso di concludere pure quella settimana in "ferie", prima di riprendere a lavorare.

Era affamato del desiderio di vivere quella sua relazione con Claud e Jade e vedere fin dove avrebbero potuto spingersi, sperimentare ogni più piccola cosa e vederne i risultati; quanto profondo e duraturo potesse rivelarsi quel sentimento, ma anche di godersela istante per istante, senza rischiare nella corsa di perdere qualcosa.

-Mio padre mi ha mandato un messaggio- disse Jade, lanciando con poca grazia il proprio cellulare sul tavolo da pranzo, mentre gli altri due erano intenti a lavare le stoviglie utilizzate per il pranzo.
-Tutto okay?- gli chiese Claud e l'altro si passò entrambe le mani sul viso e sospirò avvilito.
-Mi sta dando il tormento perché vuole conoscervi "ufficialmente"-
-Oddio! Non mi toccherà chiedere ufficialmente la tua mano al Direttore Hayes? Cosa sei, una vergine dell'Ottocento?- lo canzonò Claud e Jade lo fulminò con lo sguardo, mentre Ryan si lasciava andare a una fragorosa risata.

-Mi sono mancate tantissimo le tue battute da stronzo- disse quest'ultimo e il biondo sollevò un sopracciglio, assumendo un'espressione fintamente scettica, minata dall'ilarità che trapelava dai suoi occhi luminosi.
-Ah, sì?-
-Vedrai come ti passerà la voglia di prendermi per il culo quando avrai a che fare con mio padre. È tipo... mamma chioccia. Non so come spiegarmi...- disse Jade, abbracciando Ryan e poggiando il mento sul suo capo, mentre lui gli accarezzava le mani con gesti distratti e istintivi.

-Io non riesco a spiegarmi come tu possa pensare che qualsiasi cosa possa farmi venire meno la voglia di... prenderti per il culo!- esclamò Claud e Jade divenne di un caldo color peperone, di colpo, separandosi da Ryan che si girò a guardarlo, divertito dall'espressione che lesse sul suo viso.

Jade afferrò un panno e incominciò a picchiarlo sul sedere del compagno, mentre Ryan chiudeva il rubinetto dell'acqua e si godeva quella scenetta comica dei due che si inseguivano in giro per il salone, scavalcando il divano, tirandosi dietro cuscini, finendo per inciampare nel tappeto e cadere sul pavimento, dove si rotolarono un po', facendosi il solletico a vicenda, finché Claud non riuscì a sovrastare l'altro, gli afferrò i polsi bloccandoglieli ai lati della testa e spinse il bacino contro il suo, facendolo ansimare per lo stupore.

-Aspetta, aspetta! Stavamo parlando di una cosa seria!- protestò Jade e Claud si inginocchiò tra le sue gambe, rigirandosi una ciocca di capelli tra due dita, mentre con l'altra mano si trovò –  accidentalmente, sia chiaro – ad accarezzare l'interno coscia del suo amante.
-Cosa pretende tuo padre? Una festa di fidanzamento? Sono pronto a esaudire tutte le richieste del mio futuro suocero, subito, adesso, così possiamo passare... ad argomentazioni meno serie, ma più interessanti- disse Claud e Jade trattenne l'impulso di mandarlo a quel paese.

Con la coda dell'occhio notò che Ryan si era avvicinato e lo fissò dal basso, mentre l'altro incrociava le braccia sul petto.

-Non sono ancora consentiti i matrimoni poliamorosi in California- disse Ryan, colpendogli una spalla con la punta di un piede. Jade gli afferrò la caviglia dello stesso, invitandolo a distendersi al suo fianco. Una volta che anche lui fu sul pavimento, il giovane si sollevò su un gomito e, tra un risolino e l'altro del suo amante, lo mise a tacere con un bacio.
-Mi basta che tu l'abbia pensato. Non abbiamo bisogno di mettere nulla sulla carta per stare bene, insieme- soffiò sulle sue labbra e Ryan gli sorrise riconoscente, accarezzandogli il profilo con un dito, seguendo le linee immaginarie che disegnavano i suoi lineamenti.

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