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1959, ottobre.



Roger capì di non riuscire più a vedere Judith Trim come una semplice vicina di casa ed amica d'infanzia il giorno in cui, per puro caso, la vide ridere e conversare insieme a John attraverso la staccionata in legno che separava i giardini delle loro abitazioni; alla vista del fratello maggiore e di Judith impegnati a parlare fitto fitto e con un atteggiamento piuttosto intimo, il ragazzo avvertì un moto di fastidio che gli fece distorcere le labbra carnose in una smorfia contrariata ed un dolore all'altezza della bocca dello stomaco, come se avesse ricevuto un pugno a tradimento.

Negli ultimi tre anni tutti e tre i ragazzi, con l'arrivo della pubertà, erano cambiati fisicamente in modo profondo: John era diventato più alto e più robusto, e il suo timbro vocale si era fatto più profondo, più simile a quello di un uomo adulto; il corpo di Judith si era assottigliato, il seno era cresciuto ed aveva scoperto il mondo dei ragazzi insieme a quello delle mestruazioni, e per quanto riguardava Roger... Era diventato alto e magro.

Troppo alto e troppo magro.

Era cresciuto così in fretta che quasi da un giorno all'altro i vestiti si erano magicamente rimpiccioliti e Mary era stata costretta a rifargli l'intero guardaroba, ed ancora non aveva smesso.

Roger, a differenza di John, odiava immensamente e profondamente il proprio aspetto fisico e di rado si soffermava a guardarsi allo specchio: odiava la sua altezza che lo faceva svettare su tutti gli altri, odiava le braccia e le gambe troppo lunghe e magre che facevano apparire il suo corpo sproporzionato, e, se possibile, odiava ancora di più il proprio viso; odiava gli zigomi sporgenti, il naso lungo e fino e le labbra troppo carnose che aveva ereditato dalla madre.

Erano due gocce d'acqua loro due.

John aveva ragione, purtroppo: sembrava proprio una femminuccia.

E come poteva anche solo lontanamente sperare di attrarre l'attenzione di una ragazza bella come Judith? Era ovvio che una ragazza così attraente avrebbe scelto la compagnia altrettanto attraente di un ragazzo come John... Nessuna sana di mente avrebbe degnato di uno sguardo uno spaventapasseri vivente come lui.

Il ragazzo provò a resistere, ma alla fine si lasciò guidare dal proprio carattere impulsivo ed uscì di casa per vedere quale sarebbe stata la reazione del fratello maggiore e della vicina di casa: non appena i due lo videro avvicinarsi, smisero immediatamente di parlare, contribuendo così ad aumentare il malumore di Roger ed a rafforzare le proprie convinzioni personali.

Sì. Tra Judith e John stava proprio accadendo qualcosa.

"Ehi!" esclamò, sforzandosi di apparire il più normale e disinteressato possibile, avvicinandosi a sua volta alla staccionata; lanciò un'occhiata alla ragazza bionda e la vide girare il viso da un'altra parte... Ohh, sì, era proprio il terzo incomodo "che state facendo di bello?"

"Nulla, stavamo solo parlando un po' del tempo... Beh, io adesso devo andare... Ci vediamo, John... Roger" la ragazza si dileguò in fretta dentro la propria abitazione ed i due fratelli la imitarono; Roger non voleva insistere per non creare possibili sospetti in John, ma la tentazione di approfondire ciò che i suoi occhi avevano visto (o avevano creduto di vedere) si rivelò troppo forte ed alla fine gli chiese di nuovo cosa stesse facendo con la loro giovane vicina.

John si lasciò cadere sul divano, senza togliersi le scarpe sporche di fango, e prese una mela da una ciotola posizionata sopra un tavolino.

"E si può sapere che te ne frega di quello che io e Judith ci siamo detti?" domandò il maggiore, dando un morso al frutto dolce e succoso; la risposta scontrosa infastidì il minore, che però preferì non cedere alla provocazione e continuò con la propria messinscena disinteressata.

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora