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1975, giugno.



Keith non era pentito delle parole dette un anno prima, quando David si era assicurato di portare lui e Demi ben lontani da Brighton affinché non vedessero la madre esalare il suo ultimo respiro: sapeva che la cosa migliore per Ginger era stata lasciarsi andare, perché la malattia l'aveva devastata sia esternamente che interiormente, ma solo ora si rendeva conto che cosa significava davvero non avere più la sua presenza al proprio fianco.

Non c'era più Ginger a svegliarlo alla mattina. Non c'era più lei a preparargli la colazione. Non c'era più lei ad accompagnarlo a scuola. Niente più pomeriggi al parco. Niente più dolci e biscotti preparati insieme.

Niente di niente.

Non poteva più abbracciarla, non poteva più vederla e non poteva più ricevere le sue carezze e le sue parole di conforto quando qualcosa non andava.

Ovviamente, c'erano Pamela, Jen, David e Virginia che cercavano di fare del loro meglio per seguire sia Keith che Demi, ma nessuno di loro poteva sostituire Ginger, e tra i due fratelli c'era un enorme abisso di differenze, costituito dall'età e dal carattere: Demi era più piccolo e raramente attraversava dei momenti di turbamento; quando avvertiva la mancanza della madre, ed iniziava a piangere, David interveniva prontamente e riusciva in poco tempo ad asciugare le sue lacrime ed a fargli tornare il sorriso.

Demi aveva ancora suo padre.

Keith, no.

Lui non aveva mai conosciuto il suo, ed anche se David era un'ottima figura sostitutiva, non era la stessa cosa.

Con la scomparsa prematura della madre, Keith iniziò a porsi molte domande sull'assenza del padre, sul perché non lo avesse mai visto e perché nessuno gli avesse ancora parlato di lui; passava gl'interi pomeriggi chiuso nella sua camera senza fare nulla in particolare, la maggior parte delle volte fissava il soffitto senza prestare la minima attenzione ai compiti che doveva fare ed agli argomenti che doveva studiare per i test o per le interrogazioni: tutto, da quando Ginger se ne era andata, aveva perso importanza, ad iniziare dalla scuola.

Non gl'importava più di essere sempre preparato o di prendere bei voti perché adesso non c'era più la madre che lo aiutava con le materie più difficili o che era pronta a complimentarsi con lui per una pagella piena di bei voti; Keith vedeva i suoi compagni di classe che avevano entrambi i genitori, li vedeva che li accompagnavano alla mattina e che erano sempre lì, davanti al cancello, al pomeriggio, quando suonava l'ultima campanella, invece lui doveva accontentarsi della nonna materna, della zia o di Dave.

E non era la stessa cosa.

Ben presto, la frustrazione si trasformò in rabbia repressa che il bambino era solito sfogare proprio nell'ambiente scolastico, assumendo un atteggiamento poco rispettoso nei confronti dei suoi insegnanti e rifiutandosi di rispondere alle loro domande: quando veniva chiamato alla lavagna, Keith prendeva in mano il gessetto e si limitava a fissarla in silenzio, senza aprire bocca, finché non gli veniva detto che poteva tornare al proprio banco.

La rabbia repressa del piccolo raggiunse un nuovo, e preoccupante, livello il giorno in cui, dopo essersi rifiutato di risolvere un semplice problema di algebra, durante una pausa in giardino, sentì alcuni compagni di classe parlare proprio di lui; corrucciò le sopracciglia nere, si alzò dall'angolino in cui di solito trascorreva le pause da solo, a mangiucchiare lo spuntino che Pamela gli preparava e gli sistemava dentro una scatolina di latta, e andò direttamente a fronteggiare il gruppetto di coetanei, chiedendo loro perché stessero parlando di lui in quel modo e perché lo avessero definito strano.

Quell'aggettivo proprio non gli piaceva.

"Perché mio papà dice che lo sei" rispose uno dei compagni di classe, dimostrando che i bambini davvero non avevano peli sulla lingua e parlavano senza filtri, a differenza degli adulti; un bambino piccolo non si faceva mai problemi a sbattere in faccia a qualcuno la cruda verità, anche se ciò significava ferire i sentimenti di un coetaneo.

"Tuo papà non mi conosce ed io non conosco lui, e quindi non può dire che io sia strano" ribatté subito Keith, dimostrando un acume atipico in un bambino che doveva compiere appena sette anni, ma il compagno di classe non si lasciò intimidire e replicò a sua volta senza alcuna esitazione.

"Sì, ma l'ho sentito parlare di tuo papà. Ha detto che tuo papà è strano e che la sua testa non funziona bene perché ha preso troppe pastiglie. E quindi anche tu sei strano"

"Mio papà non è strano e sono sicuro che la sua testa funziona benissimo"

"Sì? E allora perché tu non hai mai visto tuo papà?"

"Stai zitto!" esclamò Keith, arrossendo dalla rabbia perché non sapeva cosa rispondere in difesa del padre "le tue sono tutte bugie! Papà non può stare con me perché... Perché... Non lo so il perché, ma sono sicuro che la sua testa sta benissimo!"

"No, invece, tuo papà è strano e lo sei anche tu! Ecco perché nessuno ti vuole! Ecco perché non hai i genitori!".

Keith lanciò un urlo improvviso di rabbia, si scagliò contro il bambino e lo trascinò a terra, dando inizio a quella che era la sua prima zuffa in assoluto; l'altro piccolo lanciò a sua volta un urlo e si portò le mani al viso in segno di difesa, perché il suo avversario stava cercando in qualunque modo di graffiargli gli occhi.

Anche gli altri bambini presero a gridare spaventati, ed il peggio venne evitato solo grazie all'intervento tempestivo di un'insegnante, che riuscì a dividere i due bambini prima che Keith riuscisse nel suo intento di ferire seriamente il compagno di classe; l'insegnante afferrò il responsabile per il braccio sinistro, e siccome continuava a scalciare per liberarsi, si ritrovò costretta a tirargli con forza l'orecchio sinistro.

Il piccolo lanciò un grido di dolore e sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma furono le successive parole della sua insegnante di lettere a mozzargli il fiato in gola ed a fargli spalancare le palpebre.

"Keith Anderson, questa volta l'hai combinata grossa! Adesso ti porto direttamente nell'ufficio del Preside!".

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora