(31)

71 4 104
                                    

1990, settembre.




Jennifer doveva ancora riprendersi del tutto dall’avance spudorata di Bob quando ricevette un’altra sorpresa ad appena un mese di distanza dal proprio compleanno: un venerdì mattina, pochi istanti dopo aver aperto, vide entrare nel negozio di fiori Roger.

La giovane donna, dopo l’enorme sconcerto iniziale, non riuscì neppure a parlare perché venne preceduta dal bassista.

“Preparati perché andiamo”

“Andiamo dove?” furono le uniche parole che Jennifer riuscì a pronunciare dopo aver sbattuto le palpebre ed essersi data di nascosto un pizzicone su una coscia per essere certa di non trovarsi all’interno di un sogno: Roger non poteva aver preso un volo dall’America ed essere apparso magicamente nel negozio di fiori, eppure era proprio quello che era appena accaduto e lui era davvero lì davanti ai suoi occhi.

La risposta dell’uomo contribuì solo ad aumentare la sua confusione.

“Ti porto al mare, in un posto molto speciale, ma al momento non posso aggiungere altro. Mi dispiace, potrai farmi tutte le domande del mondo, ma non ti dirò una sola parola in più”

“Al mare? Ma… Io… Roger, non so se te ne sei accorto, ma in questo momento sono al lavoro. Ho appena aperto il negozio, tra poco i clienti inizieranno ad arrivare e non posso di certo andarmene via all’improvviso solo perché tu hai deciso di trascorrere una giornata al mare”

“Io non vedo ancora nessuno qui dentro”

“Ma saranno qui tra poco”

“Allora dobbiamo fare in fretta a partire, non credi? È solo per un giorno, Jennifer, avrai tutto il diritto di prendere una singola giornata per te oppure no? Può sempre accadere un piccolo imprevisto dell’ultimo istante, non devi scrivere da nessuna parte che oggi terrai chiuso il negozio perché passerai una giornata al mare, dopotutto” il bassista si avvicinò alla porta del negozio e, per dimostrare che non stava scherzando e che non era intenzionato ad uscire senza di lei, girò il cartellino appeso al vetro da aperto a chiuso “domani è sabato, per una volta puoi fare un weekend allungato”

“Ed a casa cosa spiegherò?”

“Ti riporterò indietro per l’ora in cui di solito rientri da lavoro, così nessuno sospetterà qualcosa”

“E per quanto riguarda il costume da bagno?”

“Non devi preoccuparti neppure di questo” con un sorriso soddisfatto, Waters mostrò a Jennifer una piccola busta che stringeva nella mano destra “ti assicuro che questa volta l’ho preso io, senza alcun suggerimento esterno. Spero di avere indovinato la taglia, il colore ed il modello, sai com’è… Essendo un uomo…”.

Jen osservò la busta sconcertata e sollevò gli occhi al volto dell’ex marito.

“Hai proprio pensato a tutto nei minimi particolari” mormorò, colpita, suscitando un sorriso compiaciuto nell’ex marito.

“Certo che ho pensato a tutto nei minimi particolari, per questo non puoi rifiutare. Allora… Andiamo?”.

Jennifer si morse il labbro inferiore, fortemente combattuta, ed alla fine non le rimase altro che prendere la busta ed assentarsi per qualche istante nel piccolo bagno che c’era nel retro del negozio; una volta chiusa la porta alle proprie spalle, la giovane donna si appoggiò ad una delle quattro pareti e si coprì il viso con le mani per prendere un paio di profondi respiri.

Quando le scostò, le appoggiò ai lati del lavandino e guardò dritta il proprio riflesso sullo specchio: aveva un aspetto spaventoso con quel volto arrossato dall’imbarazzo; era arrossita come un pomodoro maturo proprio come quando Roger l’aveva sorpresa per la prima volta presentandosi in negozio poco prima dell’ora di chiusura.

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora