(32; PARTE DUE)

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Jennifer Anderson aprì gli occhi verso tarda mattinata, si tirò su col busto ed emise uno sonoro sbadiglio.

Non si trovava nella camera da letto degli ospiti, ma in quella di Roger perché ovviamente la notte precedente non si erano fermati ad un semplice bacio rassicurante; ci avevano provato, naturalmente, ma Jennifer per prima non era riuscita a resistere alla tentazione di passare dalle parole ai fatti e si era ritrovata avvinghiata a lui.

Forse lo aveva perfino pregato di non lasciarla andare e di non cambiare idea, ma non lo ricordava bene: da dopo che il bassista l’aveva presa in braccio per spostarsi nella sua camera da letto, i ricordi si facevano confusi; non aveva, però, alcun dubbio sul fatto di aver trascorso insieme una notte movimentata perché non indossava alcun indumento, e non era sua abitudine andare a letto completamente nuda.

“Roger?” la giovane donna chiamò per nome il suo ex marito, ma dalla porta socchiusa del bagno non giunse alcuna risposta; rimase in silenzio e si rese conto che da quella stanza non proveniva alcun suono, segno che non ci fosse nessuno al suo interno, ed a quel punto si guardò attorno: pensò che il bassista fosse uscito improvvisamente per un impegno lavorativo dell’ultimo secondo (anche se il giorno precedente le aveva confermato di aver annullato tutto quanto per lei) e che le avesse lasciato un bigliettino svolazzante per scusarsi dell’imprevisto e, dopo essersi rivestita ed averlo cercato per un po’, trovò effettivamente un fogliettino stropicciato all’interno del primo cassetto del comodino, insieme ad alcuni anelli ed agli occhiali da sole a cui era particolarmente legato.

Sorrise mentre lo prendeva in mano e scosse la testa.

Roger doveva essere uscito così in fretta da essersi scordato di lasciare il messaggio in un posto più visibile! Probabilmente lo aveva posato accidentalmente lì dentro quando aveva aperto il cassetto per scegliere quali anelli indossare!

Cambiò drasticamente espressione, però, quando aprì il biglietto stropicciato e trovò scritto al suo interno un messaggio completamente diverso da quello che si aspettava; rimase immobile a fissare il biglietto per quasi un minuto intero prima di alzarsi di scatto dal letto, ed uscire a passo spedito dalla camera chiamando ad alta voce il nome dell’ex marito.



“Roger!”.

Roger Waters era in cucina quando si sentì chiamare ad alta voce da Jennifer; si era svegliato di buonumore, grazie alla piacevole notte trascorsa in compagnia della seconda ex moglie, e facendo attenzione a non svegliarla, era andato in cucina per preparare una colazione speciale per entrambi.

Si voltò con un sorriso in direzione della giovane donna, sicuro di vederla ancora assonnata e soprattutto sorpresa di vederlo davanti ai fornelli, e subito dopo si ritrovò costretto a lasciare la presa sulla padella in cui stava friggendo delle fette di pancetta e ad abbassarsi in fretta per evitare un incontro ravvicinato con un vaso di vetro; riuscì ad evitarlo per un soffio, ma in compenso il soprammobile si frantumò contro una parete.

Nel punto dell’impatto si formò una grande macchia causata dall’acqua contenuta nel vaso.

Roger si alzò in piedi, fissò sconcertato prima la macchia, poi i cocci di vetro colorato sparsi sul pavimento ed infine Jennifer, ferma sulla soglia della porta con il petto che si alzava ed abbassava velocemente ed il viso paonazzo.

“Ma si può sapere che diavolo ti prende?” domandò ad alta voce il bassista, sconcertato, indicando quello che rimaneva del soprammobile “perché lo hai fatto? Ti rendi conto che avrei potuto restare ferito seriamente se non mi fossi abbassato in tempo?”

“E tanto meglio, allora! Perché il mio scopo era proprio quello!” Jennifer si guardò attorno, alla ricerca di qualche altro oggetto da lanciare, e riuscì a mettere le mani su una mela “te lo saresti meritato perché sei solo un porco schifoso che non cambia mai! Bastardo!”.

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora