Capitolo 40.

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ALVARO'S POV:

Le due settimane successive passarono veloci, mentre cercavamo di ritrovare la routine che consisteva in: Sveglia alle 9, Itzi portava i gemelli dai nonni materni o paterni per tutta la giornata, tornava a casa, giocavamo con Isabel, mangiavamo, lavoravamo e poi andavamo a prendere i piccoli, così tutti i giorni. Intanto avevo detto al mio agente che accettavo il ruolo nella casa di carta e lui rispose che era mio, avrei iniziato il 12, Itzi intanto stava cercando di reinserirsi a scuola ma aveva difficoltà a riottenere la cattedra: 'Forse non è più per me' mi disse un giorno 'Renventiamoci allora' risposi, ma le mie parole, almeno in quel momento, caddero nel vuoto. A fine luglio iscrissi Nicholas e Noel a scuola all'asilo, in due sezioni diverse, in modo che socializzassero. Erano molto entusiasti, almeno loro, visto che Itzi era nervosa come non l'avevo mai vista. Un giorno,mentre i gemelli erano dei nonni, per sua insistenza, mi chiamò sul divano e mi disse 

'Dobbiamo parlare' 

'Se è per Alba..' 

'Che cosa c'entra?' 

'Nulla' 

'No, adesso me lo dici' Era già incazzata ma io non potevo mentire 

'Reciterà al mio fianco nella nuova serie tu..' 

'E non me lo dici cazzo? Perché lei non può essere un'altra? Perché hai accettato?' 

'Puoi sederti - lo fece - primo è solo una mia amica, secondo l'ho saputo solo dopo che avevo accettato e firmato il contratto, e terzo quando iniziamo puoi venire a vedere' 

'Va bene, scusami è che devo dirti una cosa e sono in ansia' 

'Ok, dimmi' 

'Non è che mi prenderesti Isabel dal passeggino?' chiese indicando lì vicino. Così lo feci e appena arrivai sopra di lei lessi: <<La mamma vuole dirti che..>> 

'è un gioco?' dissi ridendo mentre gliela passavo, lei la prese e le sistemò la tutina in modo che si leggesse dietro <<..Diventerò una sorella maggiore>> Non riuscivo a trattenere le lacrime che insistevano a voler uscire 

'Sarò di nuovo papà?' 

'Sì amore' 

E così dicendo le abbracciai entrambe, lasciando una serie di baci a stampo sulle labbra di mia moglie e sulle guance di nostra figlia 

'Sono così felice' 

'Ho paura' dissimo insieme 

'Perché?' chiesi subito 

'Paura di non dedicare abbastanza tempo e amore a questo bellissimo esserino, sai, un neonato è impegnativo'

'Pensa se fossero di nuovo due' 

'Non scherzare, ho paura che non sentirà che la amo, ecco' 

'Ehi troveremo dei momenti solo nostri, ok? Faremo i salti mortali ma ce la faremo, te lo prometto' e la baciai. Isabel subito disse, cogliendoci di sorpresa, 'mamma' e poi 'papà' La guardammo per una frazione di secondo prima di far scendere le lacrime sul viso e baciarla tutta. Così la giornata si concluse con la presa dei gemelli, a cui avevamo deciso di aspettare a dire del fratellino o sorellina, lo desideravano molto infatti erano soliti dire frasi come: <<Voglio un fratello>> <<Perché Isabel non è nata maschio?>> <<Perché siamo solo noi due?>> e più lo chiedevano più le nostre motivazioni erano traballanti. Quella sera ci trovammo insieme a letto come sempre, io spostai il mio naso tra i capelli di mia moglie e le avvolsi il braccio sul fianco andando da accarezzarle la pancia

'E se non fosse maschio?' chiese improvvisamente 

'Cosa?' 

'Nostro figlio, se nascesse un'altra femmina, i gemelli ci ucciderebbero' 

'Davvero ti preoccupi per questo?' 

'Si' 

'Fai male, è solo un'età poi gli passa, stai tranquilla' 

'Sai che quando nascerà Isa avrà solo un anno e un mese, saranno praticamente gemelli o comunque molto vicini' 

'Te, ce ne saranno grati in eterno, fidati di me'

E così le baciai la guancia e spenta la luce, ci addormentammo. Qualche giorno dopo mi alzai alle 6:30 per prepararmi con Itzi. Quel giorno avrei dovuto provare alcune scene e leggere dei pezzi di copione, il che non mi preoccupava, o almeno non quanto la scelta del vestito 

'Itzi, ci metto una cravatta?' 

'Sì ma senza giacca o altro, fa ancora caldo e mettiti sotto questi jeans' 

'Sei sicura?' 

'Ho mai sbagliato?' 

'No'

'Ecco quindi, io metto questo vestito giallo' 

'Sei stupenda con quello' 

'Lo so'

'Mama' si sentì dire nel corridoio e in breve tempo Noel camminando: 'Cosa c'è tesoro?' chiese mia moglie 'Ho fame' 'Un attimo che ci vestiamo e poi andiamo in cucina, ok?' Annuì, così ci vestimmo e andammo sull'isola per preparargli i soliti toast con marmellata 

'Perché ti sei svegliato così presto?' 

'Non volevo che papà andasse via senza salutarmi' 

'Non l'avrei mai fatto - intervenni in quel momento io - e poi sarà solo la mattina, vi veniamo dopo a prendere dai nonni' 

'Promesso?' 

'Certo, ma non ti piace stare con loro?' 

'Certo che mi piace ma non è come stare con voi' A quelle parole ci si sciolse il cuore, era un bambino dolcissimo 

'Che ne dici se questo pomeriggio andassimo al parco giochi vicino a casa?'

'Noi cinque?' 

'Noi cinque' 

'Wow sì, non vedo l'ora' 

'Quindi ora mangia così la mattina passa in fretta' In quel momento arrivò Nicholas sbadigliando

'Buongiorno' dissi 'Ciao papà, ciao mamma, Noel' e si sedette accanto al gemello 

'Tua sorella si è svegliata?' Chiesimo 

'No'

(A)'Ora stavamo dicendo che questo pomeriggio andiamo al parco' 

'Figo, mi porti sulla carrucola?' 

'Certo dovunque tu voglia' sorridemmo mentre un urlo 'Mamma' irrrupe 

'Vuole te' dissi a Itzi che intanto si stava alzando per mettere via i piatti 'Vado vado' e così andò da Isabel, le cambiò il pannolino come faceva tutti i giorni, ritornò per darle da mangiare. Dopo la gioia iniziale dei gemelli, l'interesse nei confronti della sorellina era calato, alcune volte erano gelosi Itzi e battibecchiavano, almeno così facendo speravano che arrivasse un fratellino e in cuor mio speravo davvero che mia moglie aspettasse un maschio, così questa discussione sarebbe finita

Nostra figlia | AU ALVITZWhere stories live. Discover now