Capitolo 2.

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ÁLVARO'S POV:

Il primo anno finì e riuscimmo a passare gran parte dell'estate insieme, al mare fino al tramonto. Settembre passò piano, ogni settimana sembrava eterna nonostante Itzi ci fosse sempre con me per farmi ridere. Ormai avevamo preso l'abitudine di studiare insieme in camera sua, per ottenere questa eccezione alla regola ho usato il nome di mio padre, non l'avevo mai fatto, ma era per una buona causa. Se vi state chiedendo se i miei provassero la mia relazione la risposta è sì, almeno così mi sembrava: alla fine a loro importava solo che la mia lei fosse benestante carina ed educata; ah e ovviamente che potesse procreare non tanto perché loro volessero nipoti ma perché così dopo di me qualcuno avrebbe preso il posto di mio padre in azienda. Sì sempre molto affettuosi. Comunque tornando a noi: ottobre fu peggio di settembre in fatto di noia mentre novembre e dicembre furono coloriti di verifiche per la fine del trimestre. A gennaio tutto cambiò: il mio rapporto che i miei genitori e con Itzi. Successe tutto il 19, una data insignificante all'apparenza ma che Itzi fece diventare speciale. Quel giorno eravamo accoccolati nel suo letto come tutti i giorni, lei era felice come sempre ma quel giorno mi chiese timidamente: 'E se noi..' 'Cosa?' 'Noi..' 'Ah ho capito, lo vuoi veramente?' 'Penso che dopo mesi e mesi di relazione possa essere giunto il momento' Mi alzai per andare a chiudere la porta onde evitare l'entrata di qualcuno. Ci risdraiammo e volontariamente lasciai lei sopra, sapendo che avrebbe voluto dettare il ritmo. 'Io - iniziò - prima dovrei dirti una cosa' 'Dimmi' 'Per me è la prima volta' Quell'affermazione mi lasciò spiazzato, pensavo che lei avesse già avuto storie o avventure 'Non c'è problema e Itzi, anche per me lo è. Solo dimmi se ti faccio male e mi fermo subito' 'Va bene' A quel punto iniziai a baciarla in bocca, poi sul collo, le spalle, qui le tolsi la maglietta per procedere nel mio cammino. Mi fermai ai seni, né troppo grandi né troppi piccoli, perfetti, con due nei su quello destro. Mi soffermai a guardarli mentre Itzi diventava rossa: 'Non sono granché, lo so' 'No la verità è che sono perfetti, proprio come te' E le diedi un altro bacio in bocca prima di tornare a collocarlo sul suo capezzolo e succhiare, sentii un 'mm' mi fermai subito pensando le facesse male 'Come va?' 'Bene, è piacevole vai avanti' e così feci. Dopo pochi gemiti di piacere, mi abbassai fino all'ombelico e le tirai giù i pantaloni e le mutande. Mentre lei si aggrappava alle lenzuola io le entravo con la lingua alla ricerca del suo punto sensibile. Mi spostavo, era così calda, fin quando trovandolo iniziai a stimolarle il clitoride, poco dopo venne in un orgasmo spettacolare. A quel punto lei mi levò la maglietta e poi i pantaloni e gli slip, lasciando la mia erezione già dura in bella vista, la prese con un po' di timidezza e insicurezza, mi guardò e dopo che io annuì, iniziò a far scorrere le sue mani dall'alto verso il basso. Poi sempre tenendolo lo inserì in bocca e succhiò, succhiò fino a che venni. Wow, non pensavo di provare così tanto piacere. Quando riprendemmo fiato chiesi: 'Vuoi andare avanti?' 'Si, se ti va sì' 'si ne ho proprio voglia' Sorridemmo e dopo un rapido bacio sulla bocca si posizionò sul mio membro, era in ansia, le si leggeva in viso 'Itzi stai tranquilla, facciamo tutto al tuo ritmo, rilassati' Prese un respiro profondo e mi fece entrare pian piano fino infondo. Rimanemmo a guardarci per qualche secondo gustando quel senso di felicità e di essere completi che mai, da parte mia, avevo provato. Poi iniziò a muoversi, prima piano poi sempre più veloce, su e giù, su e giù fin qua od entrambi non eravamo coperti di sudore e Itzi annunciò: 'Alvaro io..' 'Anche io, dai' E venimmo insieme, lei si stese subito sopra di me per riprendere le forze. Dopo essermi scaricato dentro di lei a malincuore la lasciai. Alla fine del giorno decidemmo di dormire insieme nel suo letto visto che Najwa sarebbe stata fuori, è stata la notte più bella della mia vita.

ITZIAR'S POV:

Da quel giorno le giornate passarono più in fretta e decidemmo tutte le settimane di incontrarci e completarci a vicenda, verifiche permettendo. Dopo due settimane iniziai ad essere davvero stanca, pensavo per lo stress accumulato e di sonno arretrato fino a quando Naj non mi aprì gli occhi: quel pomeriggio mi stava parlando di non so bene quale marchio di moda che aveva lanciato un nuovo giubbotto che lei assolutamente voleva. Finito il discorso, probabilmente vedendo le mie occhiaie disse:

Nostra figlia | AU ALVITZWhere stories live. Discover now