38. L'inizio della fine

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Il cielo si è scurito al punto che solo dei lampioni e le luci della casa ci fanno capire dove mettere i piedi. La luce è estremamente scarsa all'esterno della recinzione e le folte chiome degli alberi non lasciano penetrare i raggi della luna. C'è un freddo pungente e lo sento penetrarmi nelle ossa ogni volta che una folata di vento mi colpisce in pieno.

"Andiamo, è già abbastanza tardi." dico a Fredric e insieme ci avviciniamo al punto con maggiore energia elettrica. La sento attraversarmi il corpo come un piccolo fiume che si muove lentamente tra le rocce.

"Direi che questo punto è perfetto. Vuoi iniziare tu?" Il ragazzo mi rivolge un sorriso nervoso. Nessuno in questa squadra improvvisata è davvero sicuro di quello che sta facendo.

Annuisco e rivolgo lo sguardo al cielo. Sono riuscita a bloccare un tornado gigante, posso fare anche questo. Svuoto la mente al punto da sentirmi fluttuare nell'aria; il mio corpo diventa così leggero da farmi pensare di essere diventata una particella d'ossigeno che fluttua in cielo. Mantenendo questo stato di quiete interiore attiro a me due correnti d'aria differenti e le faccio scontrare proprio sopra la villa. Riesco a vedere l'aria calda che lotta contro quella più fredda, riesco a sentire l'acqua che stanno per sprigionare e le do una mano. Fredric mi prende la mano e una scossa mi attraversa la spina dorsale.
Inizio a sentire lo scroscio dell'acqua e delle gocce mi arrivano in testa. Prima che possa rendermene conto sta già diluviando e i miei capelli mi si attaccano alla fronte e sul collo.

"A te l'onore" gli sorrido e gli indico il centralino. Frederic appoggia le mani sul suolo e con tutta la calma del mondo invia piccole scariche elettriche lungo i cavi sotterranei.

Il centralino emette uno sfavillio in lontananza e io mi giro verso il resto della squadra. "State pronti a correre, ci siamo quasi." Un'ultima scarica e l'intera casa sprofonda nel buio e noi iniziamo a brancolare nell'oscurità.

Tutti e sei iniziamo a correre il più veloce possibile verso la villa. Qua e la evitiamo delle aiuole anche se nel buio più totale è difficile orientarsi, riesco comunque a distinguere la maggior parte delle ombre.

"Forza!" sussurro quando giungo sotto la finestra. Wilson utilizza i suoi poteri per far spalancare la vetrata e mentre lui e Danielle si preoccupano di far entrare tutti all'interno della cucina, io tendo l'orecchio per accertarmi che nessuna guardia sia nelle vicinanze. Gli unici borbottii vengono dal cancello principale e dall'ingresso, all'interno della casa tutto sembra tacere. Mallory è la prima del gruppo a venire trasportata all'interno e con un cenno della mano ci fa capire che non c'è nessuno. Entriamo tutti quanti a turno, facendo veloce ma senza avventatezza, con prudenza e cautela.

Facciamo appena in tempo a chiudere la finestra che il generatore d'emergenza si accende e l'intero prato torna a essere illuminato e controllato da sensori di movimento.

"La parte più difficile è andata..." borbotto nel mentre che la tempesta smette di imperversare all'esterno.

"Dividiamoci..." dice Karina e mentre gli altri si organizzano in coppie, lei mi trascina lontano dal gruppo.

"Stai attenta, va bene?" mi dice guardandomi dritta negli occhi.

"Ti riporterò la tua ragazza. Te lo prometto." la chiudo in un abbraccio e mi godo quell'ultimo momento di pace prima di farmi prendere schiava dall'angoscia.

"Attivate gli auricolari." dice Mallory seria.

Facciamo come dice e controlliamo che i trasmettitori funzionino, così da poter rimanere in contatto anche in caso di problemi.

Frederic mi affianca e lasciamo che siano le altre due coppie ad andare per prime. Mallory e Danielle hanno intenzione di cercare Grayson, so che vuole ucciderlo e non sarò io a impedirglielo. Karina e Wilson andranno a cercare Dimitri che sicuramente non è tenuto nel seminterrato insieme a Tristan e Cece.

The last DestroyerWhere stories live. Discover now