3. La tempesta sta arrivando

1.1K 42 3
                                    

Mi sveglio con un mal di testa allucinante, sento persino le tempie pulsare come se il cervello stesse cercando di uscirmi fuori dalle orecchie. Purtroppo come guardo fuori dal finestrino mi rendo conto di due cose: non sono più nel bel mezzo del nulla e ho dormito per una decina di ore dato che la luna è già alta nel cielo. 

"Cavolo!" mi massaggio le tempie nella speranza che il dolore se ne vada. Adesso sì che rimpiango le droghe che mi davano alla base.

"Hai dormito per tantissimo tempo. Mi sono presa la libertà di guidare fino alla città più vicina, spero non ti dispiaccia. Inoltre immagino tu stia morendo di fame ma non c'era niente in auto e non potevo permettermi di fermarmi prima" la ragazza mi lancia uno sguardo preoccupato dallo specchietto, poi torna a concentrarsi sulla strada. 

"Chi diamine sei?" dico accovacciandomi sul sedile posteriore.

"Scusa se prima non mi sono presentata, ero un po' scossa e tu mi stavi puntando contro un'arma carica" la ragazza ride imbarazzata. "Comunque puoi chiamarmi Cece. " 

Cece. Mi ripeto il suo nome in testa come se potessi dissezionarlo. Ce-ce. Cece. È stano sentire un nome che non sia il mio, un nome vero e non un ammasso di numeri privi di umanità.

"Irelyn" mi schiarisco la voce e mi arrampico per andare nel sedile del passeggero. Qualcosa mi preme contro la coscia e mi accorgo che ho ancora la pistola. Non solo la ragazza si è preoccupata di riportarmi in auto ma non mi ha nemmeno disarmata, legata o imbavagliata. Ancora meglio, non mi ha nemmeno sparato un proiettile al centro della fronte.
Forse dovrei ringraziarla.

"Perché eri nel bel mezzo del nulla Cece? Non è un posto dove qualcuno dovrebbe vagare solo e disarmato" Di certo la sua non è stata una mossa intelligente visto che se l'esercito l'avesse trovata, l'avrebbero sparata a vista.

"Oh" Cece si schiarisce la voce. "Ci sono delle persone che mi cercano e ho pensato che il posto migliore per perdere le loro tracce fosse nascondermi nel bosco." Fa spallucce ma non batte ciglio, come se fosse totalmente normale avere della gente che ti insegue. 

"Chi ti cerca?" Alzo un sopracciglio, inquieta. Se stanno cercando lei è probabile che la troveranno. Spero solo di non essere nei paraggi quando accadrà.

"Gente che non voglio mi trovi."

Capito, il forte di Cece non è la chiarezza.
"Sai almeno dove ci troviamo?" chiedo non riconoscendo nulla di famigliare. 

Infondo sono passati quasi duecento anni da quando il riscaldamento globale ha fatto sì che le città venissero allagate da tsunami o seppellite sotto le loro macerie dopo dei terremoti. Per di più il caldo ha fatto fondere alcune centrali nucleari che hanno rilasciato così tante radiazioni nell'aria che chi non è morto è stato o trasformato o baciato da fortuna divina. Quelli Dotati, quelli che hanno sviluppato il gene, hanno avuto una sorte peggiore della morte. L'esercito ci prende dalle nostre case e ci sottopone a test invasivi sin dalla tenera età, ci fa vivere in gabbia come animali e ci trasforma in delle vere e proprie armi per poi venderci al migliore offerente. Tutto ciò che ho visto l'ho letto in vecchi libri di storia e sono quasi dodici anni che non metto piede fuori da quelle quattro mura di cemento armato che costituivano la base in cui ero rinchiusa. Non saprei orientarmi nemmeno se avessi una piantina e un navigatore.

"Siamo vicino a Estercaster, credo. Non sono molto brava a orientarmi." confessa ridacchiando. 

"Estercaster?"

"Sì." Cece è confusa dal mio sgomento. Forse non si aspettava così tanto interesse per una piccola cittadina in montagna. "Conosci qualcuno che ci abita?"

The last DestroyerTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang