13. Dimenticare il passato

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"Come mai ci siamo solo noi qui fuori? Dove sono tutti gli altri?"

Certo, non mi aspettavo di trovarli tutti quanti qui ma trovo strano il non aver incontrato nessuno per strada.

"Karina lavora per trovare altri dotati sparsi nel continente. C'è un laboratorio nei piani inferiori, è pieno di computer, schermi e altre attrezzature. Un giorno ti ci porterò."

"E Jansen?"

"Lui insegna ai bambini." risponde Chelsey sdraiandosi sul prato.

Insomma, qui dentro tutti hanno un lavoro vero e proprio tranne me. Io mi limito a girovagare senza meta e disturbare chiunque io veda.

"Va bene Irie, siediti davanti a me e rilassati. Riesci a sentire ciò che ti circonda?"

Faccio come chiede ma invece di sedermi mi sdraio a pancia in su. Chiudo gli occhi così che il sole non mi acciechi e lascio andare la tensione.

"Sento la terra muoversi sotto di me, penso stia vibrando o forse... no, la terra si sta scontrando, riesco a sentire ogni singola molecola scontrarsi e respingersi."

"Perfetto, riesci anche a percepire l'acqua e l'aria che separa ogni granello di terra, sabbia o roccia?"

"Sì, riesco a sentirne la consistenza nonostante io non possa vederle o sentirle. E' così rumoroso." sospiro e mi beo della strana sensazione che sta travolgendo.

Tutto intorno a me è in movimento. Ciò che prima credevo fosse immobile, morto, incolore, adesso è pieno di vita e vibra costantemente attraverso di me.

"Come ti fa sentire tutto questo rumore?"

"Bene, mi sento viva."

"Perché non provi a prendere il controllo?"

Mi metto seduta e la guardo dritta negli occhi. Il verde dei suoi occhi non è intenso come quello di Tristan e non ha nemmeno delle macchioline ambra, è semplicemente color menta.

"Non credo di poterci riuscire. Una cosa è se sono arrabbiata e devo riuscire a indirizzare i miei poteri verso qualcosa ma non posso muovere la terra. Non so come fare!" mi lamento. Una brutta abitudine che ho da anni è quella di torcermi le dita e schioccarmi le nocche ogni volta che sono ansiosa o preoccupata.

"Forza Irie! Hai più controllo di quello che pensi." Chelsey mi mette le mani uslle ginocchia e serra leggermente la pressa per farmi sentire al sicuro.

Okay Lynnie, svuota la mente e lascia che sia la terra parlarti.

Appoggio le mani sul terriccio freddo, l'erba mi punge i palmi delle mani mentre sento la clorofilla pulsare nel tessuto vascolare della piantina.

Mi concentro, metto tutte le mie forze nel controllare le particelle di roccia e fango che compongono il terreno sul quale sono seduta ma non succede niente.

"Non ci riesco." sospiro sconsolata e mi passo una mano sulla faccia. Solo dopo mi accorgo di essermi sporcata di fango.

"Tranquilla, domani ci riproveremo" Chelsey si solleva velocemente e dopo avermi salutata e rassicurata torna dentro.

Mi sdraio nuovamente nel prato e rimango lì a bearmi della sensazione del sole sulla pelle. Dopo anni passati sotto terra è bello poter assaporare il calore dei raggi solari al mattino. Presto arriverà la pioggia, il vento, l'autunno e non potrò più godere di questa meraviglia.

Qualcuno si schiarisce la voce e scatto in piedi spaventata. Sulla poltroncina bianca c'è Tristan con una tela e dei pennelli in mano.

"La vuoi smettere di spaventarmi ogni volta che ne hai l'occasione? Stai iniziando a darmi sui nervi." borbotto andando verso di lui a vedere cosa sta facendo.

The last DestroyerWhere stories live. Discover now