11. Il cielo al mattino

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Mi sveglio nel cuore della notte o così mi sembra, ma quando poso lo sguardo sulla sveglia elettrica mi rendo conto che sono solo le cinque del mattino.

Qualcuno è sicuramente già in piedi. Dimitri non dorme mai fino a tardi e Trevor deve sempre essere a disposizione in caso i ragazzi in missione tornassero feriti. Chelsey per esempio è tornata alla base con un braccio rotto l'altro giorno e se Trevor non fosse già stato in piedi avrebbe continuato a soffrire per ore prima di ricevere qualunque tipo di medicamento. Grazie al cielo adesso sta bene ed è pronta ad allenarmi. Forse è anche per l'ansia della mia prima lezione che non riesco a dormire bene da giorni.

Mi alzo senza fare rumore, così da non svegliare le altre due ragazze nella stanza ed esco a piedi scalzi.

Mi ritrovo nel corridoio con due opzioni. Posso andare nel dormitorio dei ragazzi ma non credo Tristan o Jansen sarebbero felici di farmi compagnia; oppure posso andare nel giardino e farmi una bella passeggiata finché non raggiungo il confine della cupola.

Il mio istinto sembra propendere per la seconda idea. Il rapporto mio e di Tristan è in bilico e in questi giorni ho preferito lasciargli il suo tempo.

Quando mi sono svegliata il ragazzo dormiva ancora e non ho avuto il coraggio di svegliarlo, perciò mi sono diretta da Trevor e gli ho chiesto consiglio.

"Perché Dimitri non vuole che Tristan beva?"

"Dovresti chiederlo al diretto interessato. Non ho alcun diritto di parlare per lui" mi rispose il dottore.

"Ok, lo capisco, però devo avere il quadro completo della situazione per riuscire a capire cosa fare. "

Non sapevo davvero cosa fare.

"Ti ha fatto vedere la sua scorta segreta e non sai se dirlo a Dimitri?" chiese il ragazzo con calma mentre ritirava delle garze dal suo piano di lavoro. "Senti Irelyn, Tristan ha tante brutte abitudini ma non è una tua responsabilità."

"Quindi non dovrei dirglielo? Faccio finta di non sapere niente e ignoro il problema?"

"Dimitri non può cancellare i problemi di Tristan e fargli sapere che qualche volta il suo ragazzo d'oro beve ancora non aiuterà nessuno." Trevor mi mise le mani sulle spalle e mi fece intravvedere alcuni frammenti delle sue visioni.

"Lo tieni sotto controllo?" chiesi leggermente confusa. Il ragazzo annuì e sospiro profondamente.

"E' per quello che non gli piace avermi intorno. Odia sapere che il suo futuro è già stato scritto."

Mi morsi il labbro, confusa dal suo atteggiamento. Sembra importargli di Tristan ma allo stesso tempo non fa nulla per aiutarlo. Tuttavia non era quello il momento giusto per parlarne e decisi di lasciarlo lavorare in pace. C'era tutto il tempo per parlarne un altro giorno.

Arrivo davanti alla lastra di metallo e dopo che schiaccio il pulsante quest'ultima inizia ad alzarsi, scricchiolando e cigolando.

Per fortuna il rumore non è così forte da rischiare di svegliare qualcuno. Mi stringo le braccia al petto cercando di riscaldarmi ma la verità è che la brezza mattutina è pungente e io indosso solo una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini.

Metto incerta i piedi nudi sull'erba umida e bagnata dalla rugiada. Ormai non è più estate e devo iniziare a indossare vestiti pesanti prima che arrivi l'autunno. L'albero di mele è ancora pieno di frutti maturi ma non credo dureranno molto lassù viste le previsioni meteo disastrose. Trevor dice che fra qualche giorno arriveranno delle turbolenze da nord e che dovremo rimanere dentro la base perché, essendoci un fiume qui vicino, è possibile che parte del giardino verrà allagata.

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