Ricordi

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-Sera, Wesley.- salutò Blaise, sedendosi accanto a Ginny, singhiozzante.
- Cosa vuoi, Zabini?- gli domandò la ragazza, asciugandosi velocemente le lacrime con la manica del cappotto.
Faceva davvero freddo, il vento e l'umidità penetravano i vestiti, gelandole le ossa.
-Credevo avessimo deciso di chiamarci per nome, Ginevra, dopo quello che c'è stato..- mormorò il bruno, accendendosi una sigaretta.
- Quello cosa? E' stato solo uno stupido errore: ero ubriaca, non si ripeterà.- lo fulminò fissandolo dritto negli occhi.
Il ragazzo sorrise; nonostante avesse il battito del cuore accelerato, finse un calma che in realtà non possedeva. – Stai mentendo, Ginny. A me e a te stessa.- le sussurrò, al suo orecchio. La ragazza tremò. Un brivido le corse lungo la schiena, quando l'alito caldo di lui le sfiorò la pelle.
-I Gryffindor non mentono.- mormorò, lottando con la parte razionale del suo cervello, che le ordinava di stare alla larga dalla Serpe.
Blaise rise – Sei sempre stata una strana Grifondoro, in effetti.- la schernì.
Gettò via la sigaretta, soffiando l'ultimo fumo sul viso della ragazza. Ginny tossì, agitando la mano: non era mai stata una santa, beveva, usciva con i ragazzi, ma se c'era una cosa che non sopportava era il fumo. E lui lo sapeva. Le sigarette dei maghi erano diverse da quelle Babbane, le aveva spiegato Hermione. Erano fatte di estratti di alberi ed essenze di fiori, ma a lei davano il voltastomaco ugualmente. Quelle di Blaise sapevano di menta e pergamena bruciata.
- Cazzo Blaise!- esclamò, prima di venire zittita dalle labbra di lui.
Rimase per qualche secondo immobile, assaporando quel contatto che da troppo tempo agognava. Le labbra del Serpeverde si modellarono perfettamente sulle sue. La lingua della ragazza si fece largo tra quella del giovane, mentre lui la sollevava in braccio e se la posava a cavalcioni. Un fremito li travolse, mentre le mani di lei si muovevano freneticamente tra i capelli e le spalle di lui e quelle di Blaise si infilavano sotto il suo maglione. Faceva caldo, troppo caldo. -Aspetta... - mormorò lei, di malavoglia.
Il ragazzo la ignorò, baciandole il collo.
- Bla...sie...siamo...nel giardino..- riuscì a dire, fermando il furore di lui, che si taccò, guardandola con gli occhi ancora infuocati.
In effetti, si trovavano nel giardino interno di Hogwarts ed erano stati molto fortunati che nessuno li avesse visti. La ragazza fece per alzarsi, già pentita di ciò che aveva fatto. Blaise la fermò, premendole una mano sulla schiena.
Le baciò l'angolo delle labbra e le spostò una ciocca rossa dal viso.
-Vieni al ballo con me? – le chiese, fissandola negli occhi.
Ginny lo guardò allucinata – No! Sei pazzo!- esclamò, alzandosi.
Si aggiustò i vestiti, mentre lui si accendeva un'altra sigaretta.
-Quando la finirai, Wesley?- le chiese, guadandola storto – La guerra è finita! Che importa se io sono un Serpeverde e tu una Grifondoro?- le domandò a mo' di rimprovero.
Ginny nascose il viso nel bavero del cappotto. – E' contro natura.- sussurrò, quasi come fosse la spiegazione a tutti i quesiti del mondo.
- Vieni al ballo con me. – le ripeté lui.
-No – rispose ancora, incamminandosi verso il suo dormitorio. Guardando dietro con la coda dell'occhio, vide Zabini sorridere.


- Ginny! – urlò la voce di Ron, mentre il diretto interessato correva per i corridoi alla ricerca della sorellina. Quella ragazza era un terremoto!
Il povero Ron non faceva in tempo a conoscere il suo ragazzo, che lei ne aveva già un altro. Sul rendimento scolastico niente da dire: era un ottima allieva, sicuramente migliore di lui. A Quidditch se la cavava egregiamente, era bella, simpatica. Ma, come tutti i Wesley, era una vera frana nelle questioni di cuore. La vide rientrare dal giardino, a testa bassa.
- Ginevra Wesley! – urlò, andandole incontro.
Nel correre inciampò nei suoi stessi piedi, finendo ai piedi della sorellina. Una risata squillante inondò i corridoi, seguita, poco dopo, da un'altra.
-Cielo, Ron! Sei un disastro! – gli disse Ginny, voltandosi a salutare Luna Lovegood.
La biondina lo guardò, allegra come sempre – Non temere Ronald: ho sentito un detto babbano, secondo il quale chi cade troverà presto una somma di denaro.- gli sorrise, allontanandosi. Il ragazzo rimase come sempre incantato dal suo modo di essere. Luna era una persona incredibile: prendeva i problemi che la vita le presentava con ottimismo. Ginny gli porse una mano, aiutandolo ad alzarsi.
-Andiamo su. – si incamminarono verso la Torre di Grifondoro.
-Hai visto Harry? E' da oggi pomeriggio che è sparito.- le chiese Ron.
La sorella alzò le spalle – L'ultima volte che l'ho visto, era in camera di Hermione.- rispose, indifferente.
Il cuore del ragazzo smise per un attimo di battere.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now