Gentiluomo, Granger

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Entrarono ai tre Manici di scopa, avvicinandosi al tavolo preso dai loro compagni: dalle espressioni sconcertate di tutti, Draco ed Hermione capirono che i loro amici si aspettavano di vederli tornare con almeno qualche pezzo in meno.
La ragazza prese posto tra Ginny e Daphne, che l'aggiornarono sull'ultima mezz'ora.
-Vi conviene tenere d'occhio i vostri amichetti del cuore,- stava dicendo Daphne. – Ron ha capito qualcosa.- aggiunse.
La prima sbuffò. – Mi sembra normale che ha capito! Per quanto possa essere stupido, anche mio fratello ha gli occhi: le occhiatacce di Blaise le hanno viste tutte!- sbottò.
Hermione rise, mentre Piton e la McGranitt entravano.
-Signorina Granger, Signor Malfoy, com'è andata, dove sono gli acquisti?- chiese la donna.
- Tutto a posto, Professoressa: ho fatto un incantesimo per rimpicciolire i pacchetti e li ho messi in borsa.- spiegò la Caposcuola.
La Professoressa sorrise compiaciuta alla sua pupilla, poi si scambiò un'occhiata con Piton.
-Tutti voi, ragazzi e ragazze, avete svolto i vostri compiti, potete tornare a Hogwarts e pranzare con i vostri compagni.- li invitò la donna, poi si rivolse agli altri due.
- Signorina Granger, Signor Malfoy: quali Caposcuola e migliori studenti della scuola, il Preside ha chiesto al Professor Piton e a me di intrattenervi qui, fino al suo arrivo. Ha un incarico particolare per voi.- spiegò.
I due deglutirono: cos'aveva in mente il vecchiaccio?
- Come al solito lei fa le mie veci estremamente bene, Minerva. – la voce di Silente li raggiunse.
- Miei cari Professori, vi ringrazio molto: siete stati impeccabili, ora potete fare ritorno a Hogwarts.- li congedò.
- Miei giovani amici, ho un favore da chiedervi: ad Hogsmeade sono terminati tutti gli abeti natalizi e io ho promesso alla direttrice dell'orfanatrofio che ne avrei portato uno che i piccoli avrebbero addobbato insieme a voi.
Non potendo abbandonare la scuola, ho bisogno che vi rechiate alla periferia di Hogsmeade, dove troverete un negozio chiamato "Abete da Abeti" di proprietà di Rantos Nesulim Abeti, un vecchio mago e amico: gli ho scritto poco fa e mi ha promesso di farmi avere un grande albero di Natale. Mi ci recherei io stesso, ma Rantos resterà aperto solo fino a oggi e sono mancato già troppe ore da Hogwarts, per questo vi chiedo questo favore: ovviamente siete autorizzati a restare fuori fino e questa sera, il coprifuoco verrà spostato alle otto, per consentirvi di pranzare adesso e poi mettervi in viaggio.- detto questo il Preside estrasse un altro sacchetto e lo consegnò a Draco.
-Grazie mille a stasera.- si congedò.
Malfoy lo aprì e contò i soldi, comunicando la somma alla ragazza.
Poco dopo un cameriere li raggiunse, chiedendo se volessero ordinare: dopo una rapida occhiata, i due si accomodarono.



Draco diede una rapida scorsa al menu e scelse un piatto di spaghetti, dimostrando un gusto puramente italiano.
Hermione optò per una minestra calda, ma sembrava persa nel vuoto: continuava a rigirarsi un ricciolo tra le dita, mordicchiandosi il labbro inferiore. La Serpe, seduto compostamente, la guardò: sembrava lontana, immersa nei suoi pensieri.
Il naso rosso per il freddo, la pelle candida del collo per metà coperta dal dolcevita bianco: Draco si rese conto che si erano vestiti quasi uguali.
-Si può sapere a che stai pensando, Granger? Pranzare con te non è certo il mio sogno, ma credevo sapessi parlare.- le disse.
Lei parve riemergere da un sonno profondo. – Come? Scusami Malfoy, ero distratta.- rispose.
-Vedo: posso sapere il motivo che riesce a distrarti dalla mia presenza?-
- Pensavo a Silente e alla sua generosità.-
- Quale generosità?-
- Non dirmi che non te ne sei accorto: i soldi che ci ha dato Silente per l'albero, li ha messi di tasca propria.
La McGranitt e Piton ci hanno consegnato tutti i soldi che abbiamo guadagnato e noi li abbiamo spesi, ho fatto i calcoli: quei soldi, sono di Silente.- indicò il sacchetto posato sul tavolo.
Malfoy alzò un sopracciglio. – Acuta, Mezzosangue. – accompagnò le parole con un gesto del capo.
Intorno le persone chiacchieravano, mangiavano e si tenevano per mano: l'atmosfera natalizia si avvertiva anche nel mondo Magico.
-Mi dispiace che tu sia costretto ad accompagnarmi a Londra.-
Gli occhi dorati della Caposcuola scintillarono sinceri.
-Sopravvivrò.-
Il cameriere si avvicinò con i due piatti fumanti e i due cominciarono a mangiare.
Versandosi il succo, in un gesto di abitudinale galanteria, Draco ne versò anche alla ragazza, che lo guardò stupita.
- Non sono un cafone, Granger.-
Erano da poco passate le due, quando uscirono dal locale, incamminandosi verso le stradine in disuso.
Hermione si portò le mani alla bocca, soffiando aria calda per scaldarsele. Draco camminava poco più avanti, con le mani nelle tasche.
La ragazzo lo osservò da dietro: era ben piantato, le spalle larghe, la camminata elegantemente regale.
-Piantala, Mezzosangue, mi consumi.-
Colpevole, Hermione arrossì, mentre lui sorrideva nascosto dal bavero del giubbotto nero. Rallentò un poco, per aspettarla.
-Perché un vecchio mago ha scelto un luogo isolato per aprire il suo negozio?- chiese lei.
- Forse non voleva essere disturbato da chiunque.-
- Allora perché aprire un negozio!-
- Saranno fatti suoi, Granger!-
Si lanciarono un'occhiataccia.
-Sei cinico, Malfoy: non ti stanchi mai di vedere sempre il male in tutto?-
- E tu di rompere le scatole?-
- No, mai.-
- Ti sei risposta da sola.-
Altra occhiataccia.
Mancava ancora una mezz'ora abbondante di cammino e se continuavano così non sarebbe stata una mezz'ora piacevole.
Qualcosa di freddo le sfiorò la guancia e Hermione sussultò, alzando gli occhi al cielo: aveva cominciato a nevicare.
Sorrise, incantata. – Malfoy! Nevica!- esclamò, fermandosi in mezzo alla strada e aprendo le mani con i palmi rivolti verso l'alto.
Lui si fermò a pochi passi, guardandola rassegnato. – Lo vedo, allora?-
Gli occhi sognanti di Hermione catturarono quello freddi di Draco, comunicando tutta la Magia che per lei significavano quei fiocchi bianchi.
-Quando nevica a casa mia, mio padre e io ci avvolgiamo nei cappotti e, dopo aver ascoltato la ramanzina di mia madre sul freddo che prenderemo, usciamo a giocare con la neve. Poi lui corre dentro e trascina fuori mia madre.- raccontò a occhi chiusi, quasi vivendo il ricordo.
Draco non disse niente, per non rovinarle il momento. Fu lei ad aprire i suoi occhi da bambina e a guardarlo. – La neve è così pura, lava via tutto.- disse. Le parole lo colpirono con la violenza di uno schiaffo: senza sapere perché, parlò.
-Il Natale non viene festeggiato per amore a Malfoy Manor: quando avevo solo dodici anni, il giorno di Natale fui svegliato dalle urla provenienti dal giardino. Corsi di sotto, mio padre e mia madre litigavano, come al solito, non ricordo nemmeno il motivo, probabilmente una cosa futile. Lui le lanciò un crucio, tanto per zittirla e lei cadde nella neve: quando la aiutai ad alzarsi, la sua impronta rimase lì, fino a che i fiocchi di neve non la ricoprirono.- le raccontò.
Non seppe quando esattamente Hermione lo aveva abbracciato, sapeva solo che le braccia della Mezzosangue gli avvolgevano le spalle e che i suoi capelli profumati gli pizzicavano la guancia. La strinse, chiudendo gli occhi: il freddo era solo un ricordo ormai.
La dolcezza di quell'istante, gli impedì perfino di provare attrazione fisica per lei: c'era tanta tenerezza in quell'abbraccio.
Quando la Granger, imbarazzatissima, si spostò, scusandosi, lui le prese una mano, incamminandosi.


Hermione lo seguì, rossa in viso: l'istinto di abbracciarlo era stato prepotente e non aveva saputo resistergli.
Era la prima volta che Draco si apriva con lei, che le lasciava intravedere il mare di dolore che lo aveva trasformato nel bastardo che l'aveva insultata per sei lunghi anni. Sei e mezzo. La mano di Malfoy era calda, calda e forte: le loro dita intrecciate erano perfette.
Quando inciampò in quel minuscolo sassolino, la presa ferrea di lui la tenne in piedi.
Quando la folata di vento la fece rabbrividire, la sua mano le diede di nuovo calore.
Quando il buio dei pomeriggi di Dicembre cominciò ad avvolgerla, i suoi occhi azzurri le fecero strada.


Draco la tenne stretta: non poteva, non voleva lasciarla andare.
Quella ragazza era un problema: quando era con lei, dimenticava quasi di essere un mago di Sangue Puro, l'ultimo erede di bla, bla, bla.
Appunto. Quando era con lei queste cose sembravano noiose e insignificanti.
Come si poteva trovare "magica" la neve?
Come poteva stringerlo per dargli conforto, dopo che lui l'aveva torturata per anni?
Come poteva renderlo talmente felice con un semplice sorriso?
La sua purezza era in netto contrasto con il suo Sangue Sporco.
Si ritrovò a chiedersi se la Granger fosse nata Sangue Puro e in seguito fosse stata abbandonata dai suoi veri genitori e adottata dai babbani.
Poteva essere. Altrimenti la sua mano avrebbe dovuto bruciare a contatto con quella di lei.
- Credo sia quello.- la sua voce gentile.
Seguì la direzione indicata dal suo indice e vide un piccolo negozio, unico sulla strada.
Si avvicinarono e entrarono: all'interno, le mensole degli scaffali erano di terreno e su ogni mensola, centinaia di abeti in miniatura oscillavano come cullati dal vento. Un uomo, basso e gracile, vestito di una lunga tunica blu e uno strano cappello quadrato si avvicinò.
-Salve, miei impavidi giovani amici, cosa posso fare per voi?-chiese con la voce roca.
Hermione sorrise cordiale. – Buonasera signore, siamo qui per conto del Professor Silente.- spiegò.
Il Mago si illuminò e annuì, prendendo la ragazza a braccetto e liberandola dalla stretta di Draco. Un freddo improvviso colpì i due ragazzi.
-Mia bella signorina, per il mio amico Albus, ho tenuto da parte uno dei miei abeti migliori.- le mostrò un piccola albero sullo scaffale più in basso, pieno di verde.
- E' perfetto!- sorrise lei e l'uomo lo guardò compiaciuto.
Hermione si allontanò a dare un'occhiata agli altri alberi, mentre il Mago estraeva le radici dalla mensola e depositava l'albero in un vasetto.
-Arrivati al luogo in cui vorrete sistemarlo, non dovrete fare altro che annullare l'incantesimo di rimpicciolimento. – spiegò a Draco.
La risata cristallina di Hermione li raggiunse, mentre faceva ciao ad un piccolissimo abete che si era inchinato al suo passaggio.
-E' davvero una bellissima strega, mio caro ragazzo, oltre che essere estremamente intelligente: non rovinare le cose, lascia che il Destino si compia.- gli sussurrò.
Malfoy aprì la bocca per ribattere, quando la ragazza arrivò con due piccoli alberi.
-Prendiamo anche questi. – disse, consegnandoli all'uomo e estraendo il portafoglio dalla borsa.
Draco fu più veloce e pagò gli abeti da lei scelti.
Allo sguardo stupito della ragazza, alzò le spalle, facendole l'occhiolino.
- Gentiluomo, Granger.-.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now