Il ballo (parte 1)

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Daphne sorrise a Ginny, mentre Hermione e Luna si chiudevano la porta del dormitorio femminile alle spalle.
Lavanda le aspettava in cima alle scale, fu la prima a scendere, stretta in un abito nero ricoperto di pizzi.
Quando Luna cominciò la sua discesa, il tempo nella Sala Comune parve fermarsi.

I ragazzi si alzarono tutti, alla vista di Lavanda, sistemandosi perfettamente i cravattini e passandosi le mani tra i capelli nervosi.
Illuminata dalle mille e più candele che adornavano la Sala Comune di Gryffindor, la dolce Luna comparve, avvolta in un abito rosa, tempestato di piccoli brillanti sul seno e che le ondeggiava morbido fino ai piedi.
Ron sgranò gli occhi, mente il cuore batteva impazzito: la semplice e soave bellezza di quella ragazza lo inteneriva nel profondo, proprio come il fatto che lei sembrava come sempre tranquilla e felice.
Ron avanzò verso di lei, porgendole il braccio, quando arrivò all'ultimo gradino.
-Sei bellissima.- le sussurrò, facendola arrossire.
I capelli biondissimi, lasciati liberi di ricadere sulle sue spalle, lisci come seta, ondeggiarono al suo sorriso.
- Grazie, anche tu stai molto bene.-
Si fecero da parte, per consentire a Daphne di fare la sua entrata trionfale: abituata ai tanti Balli che la sua famiglia aveva dato nel corso degli anni, scendere la lunga e vecchia scalinata, sotto gli sguardi incantati di tutti, le parve una cosa naturale.
Tenne sollevato il bordo dell'abito candido, che si apriva leggermente sul davanti, lasciando intravedere il solco tra i seni. Una cinta di brillantini, simile a quella che le circondava il collo, le accarezzava la vita, mente un piccolo spacco laterale lasciava intravedere le gambe toniche.
La coda di cavallo saltellava ad ogni passo, mente le palpebre, leggermente sfumate di azzurro, si muovevano alla ricerca di Harry.
Riavutosi, il ragazzo avanzò impacciato verso di lei,  posandole un timido bacio sulla guancia.
-Sei da mozzare il fiato, volevi forse uccidermi?- scherzò, per spezzare l'imbarazzo.
- Per carità, ci ho messo una vita a convincerti a portarmi a questo ballo, non abbandonarmi proprio ora!- rise lei, salutando con un sorriso Draco e Blaise.
Quando Zabini intravide il rosso accesso del bordo dell'ampia gonna dell'abito, deglutii: il rosso era senza dubbio il colore di Ginny.
La piccola Weasley scese affettata le scale, con l'eleganza e la postura di una vera principessa: l'abito rosso, dal corpetto brillantato stretto fino alla vita e con la gonna larga e vaporosa, metteva in risalto il colore dei capelli, quello delle labbra e la brillantezza degli occhi.
La complicata acconciatura che le circondava il viso, la facevano apparire una dama dell'Ottocento.
Il braccialetto che portava al polso tintinnò quando allungò la mano verso quella protesa di Blaise, che guardava conquistato e contrariato la sua scollatura.
-Vuoi davvero uscire così?- le chiese, mangiandosela con gli occhi.
- Ovvio.-
- Ginny, non mi sembra il caso. –
- Ha ragione lui.- si intromise Ron, guardandola storto.
- Arriva Hermione.- intervenne Daphne, per sedare la lite imminente.
Draco smise di respirare, puntando lo sguardo sulle scale.
Una specie di angelo moro stava scivolando già lentamente, timorosa, con le guance in fiamme.
Un vestito azzurro cielo, stretto fino alla vita e dalla gonna ampia, l'avvolgeva.
Il velo leggero che ne costituiva la parte superiore luccicava, facendone risaltare il colore, in netto contrasto con gli occhi e i capelli scuri di Hermione.
Un ombretto che si andava sfumando dal grigio all'azzurro pallido, le ingrandiva gli occhi.
Le sue ciglia allungate dal mascara, le guance rosse per l'imbarazzo, le labbra leggermente colorate di pesca e lucide.
Gli occhi azzurri di Draco le accarezzarono ogni dettaglio: le onde leggere dei capelli, lasciati liberi sulle spalle, nei quali erano state applicati due fermagli raffiguranti piccole farfalle dalle ali ricolme di smeraldi, le spalle nude dalla linea elegante, il collo da cigno, la vita sottile, il seno morbido.
Si rese conto di deglutire rumorosamente solo quando gli occhi di lei si posarono su di lui, curiosi.
Un fruscio alla sua sinistra lo costrinse a voltarsi e vide Nott avanzare verso di lei.
Chiuse gli occhi, cercando di mantenere la calma e l'indifferenza nel suo sguardo, quando una spinta leggera glieli fece riaprire di scatto.
-Che aspetti, non è carino fare aspettare una signora.- gli disse Theo, allontanandosi con Susan sottobraccio.
- Ma... cosa? –
- Scusami Draco, ma Susan desiderava andare al Ballo con Theo, quindi ho proposto uno scambio di coppie, non è fantastico?- esclamò Zabini, avviandosi verso la porta con una sorridente Ginny.
Pochi attimi dopo, con qualche spinta pesante ad Harry e Ron, tutti uscirono dal ritratto.
-Non ne sapevo niente.- mormorò Hermione, ancora ferma sotto le scale.
- Nemmeno io, ma avrei dovuto aspettarmelo.- rispose Draco, sospirando: starle lontano era già abbastanza difficile e doloroso senza che lei gli stesso sotto gli occhi, a due centimetri di distanza, vestita della sua innocente e sensuale bellezza.
Si voltò a guardarla: una Dea, ecco cosa sembrava.
-Ci andrò da sola.- la sentì esclamare e un attimo dopo il rumore dei suoi passi riecheggiò nella Sala Comune.
Probabilmente fu il profumo di vaniglia che lo raggiunse quando lei gli passò accanto, o forse il fatto che, quando c'era lei, era impossibile per lui mantenere quella freddezza e quel contegno conquistati in diciotto anni di dure sofferenze, fatto sta che le agguantò un polso, sfiorandole la pelle di seta.
La sentì sussultare sotto il suo tocco, poi il calore prese a fluire dall'uno all'altro.
Hermione si voltò lentamente, timorosa di far trasparire il battere impazzito del suo cuore dallo sguardo; si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, occhi negli occhi.
-Vieni al Ballo con me. – le sussurrò sottovoce, incredule per quello che stava facendo.
- Cosa?-
Draco l'avvicinò a se, tirandola per il polso, facendo sfiorare i loro corpi e tenendole la vita.
-Vieni al Ballo con me. – ripeté, con voce decisa e imperiosa.
- Non credo sia una buona idea. Sono una Mezzosangue, non merito quest'onore.- rispose, acida.
Aveva bisogno di attaccare, se non voleva essere attaccata e ferita, questo lo aveva imparato da lui.
La presa sul suo braccio si fece più delicata, mentre le dita di lui scorrevano ad accarezzarle il profilo del collo, respirandoci sopra.
-Perdonami, Hermione.- lo disse d'un fiato, posandole un leggero bacio sull'incavo della spalla.
Gli occhi della ragazza si sgranarono e fu costretta a boccheggiare alla ricerca di ossigeno: Hermione.
L'aveva chiamata Hermione
-Per cosa?- riuscì a chiedergli, mentre lui tornava a fissarla negli occhi.
- Per non essere alla tua altezza.-

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now