Niente è come appare

544 20 3
                                    


Le braccia di Harry si strinsero intorno a lei, mentre i riccioli della ragazza gli pizzi cavano il mento appuntito.
Il calore di quel contatto cominciò a divagare dall'uno all'altro, avvolgendoli in una bolla opaca di sensazioni.
Il fuoco scoppiettava nelle viscere del ragazzo, attento a non fare alcuna mossa azzardata, per non turbarla ulteriormente.
Hermione chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel contatto: aveva bisogno di conforto e di essere amata, di essere riconosciuta come parte assolutamente essenziale nella vita di qualcuno.
Scoprendosi, anche se di poco, con Malfoy aveva commesso un passo falso: lui si era dimostrato proprio come tutti se lo erano aspettato, una viscida Serpe.
Per Godric, non gli imputava la decisione di starle lontano per timore che la sua presenza potesse nuocergli, come era successo a Christopher, ma umiliarla addirittura, giocando su tutte le lacrime che le aveva fatto versare era davvero troppo.
Avrebbe considerato il biondo Serpeverde una breve e assolutamente irrilevante parentesi della sua vita, un banale errore di  giudizi, di quelli che capitavano anche ai migliori.
Avvertì la mano di Harry sfiorarle la schiena e un istintivo desiderio di sporgersi verso il suo petto largo la prese, offuscandole la lucidità: stava bene con lui, l'aveva conosciuto profondamente, come nemmeno tra familiari accade.
Erano l'uno parte integrante della vita dell'altro, un  pezzo fondamentale.
Non si rese conto di quanto tempo fosse passato, fino a quando la camicia chiara del ragazzo cominciò a diventare trasparente; Hermione realizzò di essere ancora bagnata, in accappatoio.
Con mano tremante, accarezzò le piccole pieghe che le bolle d'aria avevano creato sul petto di Harry a contatto con la stoffa bagnata, mentre lui deglutiva.
-Hermione...credo sia meglio che tu ti vesta.- sussurrò, con voce malferma e per niente convinta.
La Caposcuola sollevò il capo, allontanandosi di poco, mentre le braccia sicure di lui la tenevano ancora per la vita, come aveva fatto appena un paio di giorni prima Malfoy.
Malfoy.
Tornava a perseguitarla, nei momenti meno opportuni.
Il lampo di frustrazione negli occhi della Grifondoro non sfuggì al Salvatore del Mondo Magico: annullando la distanza, le sfiorò le labbra, sollevandola quasi da terra.
L'iniziale stordimento lasciò il posto ad un senso di profonda eccitazione: voleva stare bene ed Harry riusciva a soddisfare questo suo bisogno.
Quando, ormai con la mente annebbiata dalle sensazioni che stava provando, dischiuse le labbra lasciando libero accesso alla lingua di lui, la stanza prese a vorticarle intorno.
Inutile spiegare la felicità smisurata che si stava impadronendo del ragazzo, dal momento in cui la Caposcuola aveva cominciato a stringergli le braccia intorno al collo e a rispondere al suo bacio.
Era tanto piacevole da far male.
Le mani di Harry scivolarono lungo la schiena della ragazza, procurandole un brivido che la spinse a poggiarsi ancora di più contro di lui.
La capacità di controllo del ragazzo venne a mancare pochi attimi dopo, quando il suo bacino si posò contrò quello della ragazza; l'afferrò, sollevandola appena e la spinse sul letto.
I riccioli umidi dei suoi capelli erano sparpagliati lungo il guanciale, le labbra arrossate.
Scivolò su di lei, infilandole un gamba tra le sue, per farle separare le ginocchia.
Quando si stese su di lei, i loro corpi aderirono perfettamente, come se questo fosse stata l'unica ragione della loro creazione.
Harry le scese a baciare il collo, mentre il calore si concentrava nel suo ventre, facendolo sudare.
Hermione chiuse gli occhi, abbandonandosi al tocco gentile e rude del ragazzo, che sembrava voler sfiorare ogni centimetro della sua pelle.
Le sue labbra la catturarono in un bacio violento, voglioso, opposto a quello che c'era stato con Malfoy.
Malfoy.
Ancora una volta il suo viso fece capolino nei suoi pensieri e la rabbia per tutto ciò che lui le aveva fatto la fece fremere.
Harry sorrise, ignaro dei suoi reali pensieri, e fece scivolare lentamente una mano fino alla cintola dell'accappatoio.
La sciolse, infilando la mano all'interno e accarezzandole i fianchi.
La ragazza poteva sentire la pelle bruciare nei punti in cui le sue dita lasciavano graffi rossi.
Anche l'altra mano si infilò dentro, scendendo lungo la gamba e risalendo; con un gesto istintivo, Hermione attirò Harry a se, schiacciandoselo sopra.
La felpa del ragazzo venne sfilata, mentre lui cominciava a baciarle lo stomaco e la pancia.
Le labbra di Harry l'accarezzavano, solleticandole i fianchi.
Le aprì l'accappatoio, ammirandola: Hermione aveva avuto soltanto il tempo di infilarsi la biancheria; il reggiseno e le mutandine erano neri e risaltavano sulla sua pelle chiara.
Quando la mano destra di lui le accarezzò un seno, il piacere divagò dentro di lei, facendola arrossire.
Il petto di Harry schiacciato contro il suo, il respiro sul collo.
Hermione poteva sentire distintamente l'eccitazione del ragazzo, premuta contro le sue mutandine.
Lui le agguantò i fianchi, spingendosi più forte contro di lei, quasi volesse diventare parte integrante del suo corpo.
Un brivido corse tra entrambi, quando Harry poggiò entrambe le mani sul suo fondoschiena, sollevandola di poco per sentirla più vicino.
Un piccolo morso sul collo di lui, una carezza alla schiena di lei.
-Hermione...- il respiro affannato, la voce roca.
Lei lo guardò, rossa in viso.
-Se...se tu non te la senti...ti prego...dimmelo adesso...altrimenti io non posso assicurarti di riuscire a fermarmi dopo..- le sussurrò, il viso nascosto tra i suoi capelli.
Una tenerezza lancinante la dilaniò dall'interno e sorrise, abbracciandolo.
-Lo voglio.-
Gli occhi smeraldo brillarono tornando a fissarla.
Erano  loro, erano sempre stati loro due: una famiglia, un'ancora di salvezza, una luce fragile.
L'uno per l'altra.
Nemmeno l'amore che aveva provato Hermione per Ron, l'anno prima, era riuscito a separarli: al momento di scegliere, con la morte nel cuore, lei gli era rimasta accanto.
Doveva pur significare qualcosa.
Le mani di Harry le accarezzarono i capelli.
-Ti amo, Hermione.- le disse, lasciandola scivolare giù.

Draco agguantò la camicia chiara, posandola con cura sul letto.
-E così Mr Granger  non ti ritiene all'altezza della sua bambina.- Blaise scosse la testa all'indirizzo di Draco, per segnalare la sua contrarietà per la cravatta scelta dall'amico.
- Già.-
- Non è un bel modo di cominciare, inimicarsi il suocero.- commentò Nott, guadagnandosi un'occhiataccia da Draco.
- Non c'è pericolo: non mi avvicinerò a lei.-
- E se fosse lei ad avvicinarsi a te?- chiese Zabini, togliendogli di mano l'ennesima cravatta e scavando lui stesso nel cassetto.
- Altro pericolo scampato: credo che se la Granger mi rivolgerà di nuovo la parola, sarà per dirmi soltanto due parole.- rispose, sospirando.
- Ti amo?- provò Nott.
- Avada Kedavra.- sbottò il Serpeverde.
Blaise gli posò una mano sulla spalla. – Sei certo di quello che stai facendo?-
-Si. -
Anche Theo si alzò dalla sedia e si avvicinò. – Ti ammiro, ci vuole coraggio per rinunciare ad una come lei.- gli disse, provocandolo volutamente.
-Lo stesso coraggio che ci vuole a sopportare la vista della donna che ami che sbava dietro ad uno dei tuoi migliori amici.-
- Come...tu...come lo sai?- domandò Nott, sollevando una mano a toccarsi i capelli.
- Si vede lontano un miglio.- rispose Draco, sorridendo. – Spero che la renderai felice Theo e che lei renda felice te. – aggiunse, tendendogli una mano.
L'altro l'agguantò. – Spero che non mi farà ammattire.- commentò.
Blaise rise. – Se parlate di Pansy, temo che andrà proprio così, Theo, un giorno verrai a chiedermi asilo, perché lei ti caccerà di casa. – risero insieme.
- Draco, tutto bene?-
Il ragazzo annuì, distratto: aveva avvertito qualcosa, come un macigno pesargli sul cuore.
Un fastidioso pizzicare alla base del collo, uno strano sudare freddo.
Poi un calore improvviso.
C'era qualcosa che non andava, stava succedendo qualcosa.
-Sicuro?-
- Si, solo una strana sensazione.-


Ancora una volta le braccia di Harry si strinsero intorno a lei.
-Stia bene?- le chiese.
Il viso accaldato, la fronte sudata. – Si, sto bene.- gli sorrise appena.
Lui le avvolse le coperte intorno. – Sei sicura?-
Poteva leggere tutta l'apprensione e l'insicurezza nei suoi occhi.
-Sto bene, davvero, ho solo bisogno di qualche minuto.- gli rispose, scompigliandogli i capelli corvini.
Lui sorrise. – Allora torno al dormitorio, a quest'ora si staranno chiedendo che fine ho fatto. Mi raggiungi?-
-Mi do una riordinata e arrivo.-
Lui le baciò la tempia e le accarezzò i capelli.
-Va tutto bene, Hermione, tutto bene. Io sono qui, sempre.-
Uscì, chiudendo la porta.
La ragazza si alzò, la testa ancora che le girava.
Entrò in bagno e si sciacquò il viso, il collo, poi le braccia.
Lasciò che l'acqua la inzuppasse.
-Hermione, posso?- la voce di Ginny.
- Entra pure.-
La ragazza fece capolino nel bagno.
-Non sei ancora vestita per il pranzo?-
- Faccio in due minuti.-
- Harry è in Sala Comune, sembra...perso. E' successo qualcosa?-
Hermione arrossì. – Ne parliamo un'altra volta, ora non c'è tempo.-
Ginny sbuffò. – Va bene, d'accordo! Ma sappi che questo pomeriggio – mentre sarai creta tra le mie mani – dovrai raccontarmi tutto!- uscì, sottolineando la sua decisione con un sorriso malefico.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now