E allora, come va?

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- Blaise, ora basta, devo andare! – esclamò la Grifondoro, ridendo.
Il ragazzo le sfiorò ancora una volta le labbra, rubandole quello che, probabilmente, sarebbe stato l'ultimo bacio della giornata.
- Resterai con Hermione, stanotte? – le chiese, cercando di trasmetterle tutta la sua contrarietà, con una semplice occhiata.
Ginny alzò un sopracciglio. – Non starai mica cercando di dissuadermi dal passare la notte con la mia migliore amica che oggi si è sentita poco bene? – il tono era ironico ma, il viso della ragazza sembrava tutt'altro che divertito.
Blaise corse ai ripari. – Certo che no! Stavo solo pensando che mi mancherai stanotte. – La abbracciò, stringendosela contro: era stato meno di un giorno senza sentirla vicino e gli era parso un'intera vita.
La ragazza sorrise, regalandogli un lunghissimo bacio: era inutile continuare a nascondersi dietro falsi valori, si era innamorata di una Serpe e ne era felice.
- Ginny! Dove sei finita? – la voce di suo fratello rimbombò nel corridoio, facendoli sussultare.
- Devo andare, ci vediamo domani. – gli scoccò un velocissimo bacio a fior di labbra, prima di correre verso Ron.
- Era ora! Dove ti eri cacciata? – le domandò il ragazzo, scrutandola sospettoso.
Ginny sbuffò. – Quando capirai che della mia vita privata ne faccio ciò che voglio? – si avviò verso la Torre dei Grifoni, ignorando completamente il fratello.
- Punto primo, tu sei mia sorella minore, di conseguenza sono biologicamente programmato a preoccuparmi per te.
Punto secondo, Hermione chiede di te: credo non le vada a genio l'idea che avevamo avuto io ed Harry. – Le disse, grattandosi la testa con fare innocente.
- E, di Grazia, quale sarebbe questa fantastica idea? –
- Dici bene, fantastica! Io ed Harry ci siamo offerti di restare a farle la guardia tutta la notte, sai in caso si dovesse di nuovo sentire male...- sorrise, come se si stesse sacrificando alla McGranitt.
Ginny fece un sorriso finto. – Oh, che cosa onorevole, che gesto disinteressato!-
Lui si fece scuro in volto.
Il ritratto della Signora Grassa si spostò, lasciandoli entrare nella Sala Comune di Gryffindor: Lavanda e Neville, chissà grazie a quale arcano potere, sedevano comodamente sul divanetto di fronte al camino acceso, impegnati in una fitta conversazione.
Si precipitò in camera sua e di Hermione e la scena che le si parò davanti aveva un non so ché di comico: Hermione, imbronciata, se ne stava seduta al centro del letto, poggiata alla spalliera, mentre i suoi occhi scorrevano fulminei le righe del tomo che aveva sulle ginocchia.
Harry, invece, se ne stava appollaiato sulla sedia lì accanto, quasi fosse in contemplazione di una Dea meravigliosa.
- Oh, Ginny! Sei qui!- esclamò la Caposcuola, allargandosi in un bellissimo e sincero sorriso.
- Harry, adesso puoi anche andare: ci penserà lei a me!- non era un invito, ma un ordine.
Il Salvatore del Mondo Magico la guardò indispettito: che credesse davvero che Hermione l'avrebbe lasciato lì ad osservarla tutta la notte?
Era una cosa inquietante, davvero.
- Allora, ci rivediamo domattina. – mormorò, avviandosi verso la porta.
- Certo, buonanotte!- la mano della ragazza si mosse in un saluto sbrigativo.
- Se...dovessi avere bisogno...-
- Sappiamo dove trovarti.- completò Ginny, chiudendolo fuori.
Non appena il ragazzo fu fuori, Hermione scattò. – Oh Godric! Credevo non la smettesse più di fissarmi! Mi stava facendo saltare i nervi!- era rossa dalla frustrazione.
La piccola Wesley sorrise: le si prospettava una serata con i fiocchi.I suoi pensieri volarono inesorabilmente a Blaise.


-Guarda chi c'è, sei tornato per controllare che non abbia schiantato Potter?- ironizzò Malfoy, ignorando il ragazzo appena entrato in camera sua.
- Non rompere, Draco!- sbuffò Blaise, buttandosi sul letto.
- Certo, dopo il danno anche la beffa!- sbottò.
- Prego?-
- Mi hai lasciato come un idiota nel bel mezzo del corridoio!  E se fosse passato lo Sfregiato? A quest'ora avrei potuto essere già s'un treno diretto a Malfoy Manor!- si lamentò.
- Quanto la fai tragica! E poi non c'era pericolo: Potter stava portando la Granger a letto.- lo fece a posta: una piccola vendetta per quello che il malumore del suo migliore amico gli stava facendo passare in quei giorni.
E il colpo andò a fondo: Draco divenne, se era possibile, ancora più bianco di quello che era.
I pugni si strinsero convulsamente, mentre il respiro si faceva più pesante.
- A letto?- scandì, fissandolo con fare sospettoso.
- Certo: Madama Chips le ha ordinato di stare a riposo, ma Hermione era troppo debole per camminare, così lo Sfregiato si è offerto di sollevare il suo regale peso. – rise dell'espressione omicida sul volto dell'Erede dei Malfoy e dei Black.
- Sei un vero idiota, Zabini!-
- E perché mai? – lo punzecchiò. – Tu detesti Hermione, la Mezzosangue, la ragazza che non fai altro che tormentare per via del suo Sangue Sporco dalla mattina alla sera. Che te ne importa di chi se la porta a letto?-
-La Granger è vergine.- decretò Malfoy, come se stesse fosse diventato, tutto ad un tratto, il nuovo Ministro della Magia e stesse dettando una nuova e inviolabile legge.
Blaise sgranò gli occhi. – Te l'ha confessato Hermione?- chiese.
Lui scosse il capo.
-E allora come fai.-.-
- E' così e basta.- ripeté, sempre più cupo, l'amico.
E fu allora che anche Zabini comprese fino a che punto Draco si era lasciato prendere da quella ragazza: lui voleva, pretendeva, esigeva, che lei fosse vergine. Non poteva sopportare l'idea che qualcun altro l'avesse avuta o potesse averla.
-Tu sei malato! Nemmeno la degni di una parola gentile, ma pretendi che lei si conservi casta  epura fino a quando tu non deciderai che sei abbastanza maturo per lasciar perdere le cazzate del Sangue Puro?-
- Sai perfettamente che non sono solo cazzate, Blaise, quindi piantala di farmi la morale.-
Il clima era teso: fuori il vento freddo di Dicembre prese a battere violento sugli spessi vetri delle finestre.
-La perderai, Draco, se continui così. – sussurrò Zabini.
- Non è mai stata mia.-
- Ma potrebbe esserlo.-
Draco parve rifletterci su: come si poteva desiderare così tanto una cosa che, allo stesso tempo, disgustava nel profondo? Sospirò.


- Cacciato in che senso?- Ron gliel'aveva chiesto almeno altre tre volte e Harry gli aveva continuato a dare la stessa risposta.
- E' arrivata tua sorella e nel giro di mezzo minuto mi sono ritrovato di fronte ad una porta chiusa.- sbuffò, lasciandosi cadere all'indietro sul guanciale.
- Forse aveva bisogno di stare con una persona del suo stesso sesso.- disse pensoso il portiere dei Grifoni.
- No, è come dico io, fidati: lei voleva che me ne andassi.-
Ron si schiarì la voce. – Forse sta cercando di farti capire che ha bisogno di hem...un po' di spazio.- sperò vivamente che l'amico non raccogliesse.
-Spazio?- speranza vana. Harry tornò seduto. – Hermione ti ha detto qualcosa di noi?- gli occhi verdi si assottigliarono.
L'altro alzò le mani. – Non mettermi in mezzo, amico. Ricordi quando io ed Hermione stavamo insieme e venivamo a chiedere il tuo parere dopo ogni litigio? Tu dicevi sempre "Non mettetemi in mezzo", bene non farlo tu, adesso.- si complimentò con se stesso per l'ottima interpretazione: Hermione sarebbe stata fiera di lui.
Un grugnito gli comunicò che l'amico si era coricato e, sospirando sollevato, spense la luce, infilandosi sotto le coperte rosse e oro.
La sua mente prese a vagare: il visetto sorridente di Luna si fece largo tra i suoi pensieri, così come il sapore e la morbidezza delle sue labbra.
Si, la Corvonero era davvero la ragazza adatta a lui: sincera, dolce, spensierata.
Tuttavia, non poté evitarsi di pensare anche al viso della Caposcuola: i lineamenti sottili e perfetti, i boccoli scuri a circondare il viso diafano.
Le labbra carnose, gli occhi ambrati.
Hermione rimaneva pur sempre Hermione: l'avrebbe amata sempre, in ogni caso.
Una fitta di gelosia lo scosse, quando l'immagine delle labbra del suo migliore amico a pochi millimetri da quelle di lei, le apparve nitida nella mente, ma si calmò in fretta, ricordando a se stesso che il suo cuore apparteneva ad un'altra.


- Cavolo, Hermione, perché non me ne hai parlato prima?- la voce offesa dell'amica non lasciava presagire nulla di positivo.
- Tu avevi già tante cose per la testa, per via della storia con Blaise...- tentò di giustificarsi la riccia: le aveva raccontato quello che era accaduto con Harry e perfino del bacio con Malfoy.
- Hermione, l'amicizia non scompare quando arriva l'amore. Io per te ci sarò sempre, così come mi aspetto che tu ci sia sempre per me. – le disse Ginny.
-Certo che ci sarò sempre per te, sei mia sorella.- si abbracciarono.
- Allora dimmi: cosa hai provato?- le domandò.
- Quando?-
- Quando Malfoy ti ha baciata.-
- Non lo so, Ginny, davvero: ci siamo odiati per anni, mi ha disprezzata e insultata, ferendomi come nessuno aveva mai fatto.
Ma quando le mie labbra hanno sfiorato le sue puff, come se gli ultimi sette anni fossero  spariti nel nulla.- le confessò.
Ginny ci rifletté. – Tu e Malfoy, non me lo sarei mai aspettata.-
-Non ci sarà mai un me e Malfoy, Ginny, toglitelo dalla testa.-
L'altra aggrottò le sopracciglia. – Perché?-
-Me lo stai chiedendo davvero? Sei seria?-
La piccola Wesley annuì, decisa. – Potresti redimerlo, trasformarlo. –
-Sono del parere che se scegli una persona da avere al tuo fianco, la scegli per come è, non desideri cambiarla.- ribatté lei.
- Ancora meglio: non credo Malfoy sia un tipo incline ad assecondare le richieste di una ragazza.-
Hermione sbuffò. – Dovrebbe capovolgersi il mondo Ginny: io diventare una spietata Mangiamorte e lui un nobile eroe, prima che vi sia anche la più remota possibilità che qualcosa tra noi due accada.- decretò.
Ginny sbuffò, ficcandosi dotto le coperte.
L'altra spense le luci, adagiando il capo sul cuscino.
- Hermione?-
- Si?-
- Se Draco ti è così tanto indifferente, se sei così convinta che tra voi non potrà mai esserci nulla, perché ti sei data tanta pena con quell'albero di Natale?-
Gli occhi ambrati della Caposcuola si spalancarono nella penombra.
-Come...- si fermò solo per pronunciare un nome come se fosse un insulto. – Zabini.-
- E perché hai lasciato che ti baciasse?-
- Io non ho...-
- E perché oggi, mentre gli occhi di Harry era puntati nei tuoi, con uno sguardo che avrebbe fuso anche i ghiacciai dell'Everest, i tuoi di occhi non volevano saperne di staccarsi da quelli della Serpe?-
Silenzio.
-Buonanotte, sorellona.- punto, set e partita.

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