Amanda

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- Amanda?- la voce che le uscì sembrava un eco lontano.
In effetti tutto pareva fluttuare in quello strano stato di semi-incoscienza: i colori s'intrecciavano in riccioli di fumo, creando sfumature tutt'intorno.
L'Oscurità aveva lasciato il posto ad una luce tenue e sottile, che Hermione pensò fosse emanata da quella strana ragazza.
-Mi chiamo così, tu chi sei?- sorrise l'altra, arricciando le labbra sottili e colorate di pesca.
La Caposcuola si sforzò di sollevare una mano. – Hermione.- rispose.
-Che nome...particolare.- commentò l'altra, prendendo la manina sottile della Grifondoro nella sua.
- Sei una nata Babbana, da quello che sento.- aggiunse.
- Come lo sai?-
- So tante cose, mia piccola Hermione, la mia storia non è delle più felici.-
La Caposcuola si guardò le punte dei piedi, annuendo imbarazzata.
-So qualcosa, se devo essere sincera: mi hanno raccontato di te e di...- s'interruppe, temendo di risvegliare nell'altra ricordi dolorosi, o peggio, sentimenti di vendetta.
- Di Christopher?- lo disse con tanta dolcezza.
- Si, di Christopher.-

-..-Christopher..-- lo mormorò d'improvviso, ripetendolo poi con voce più chiara. Draco si piegò sulle sue labbra, avvicinando l'orecchio.
-Che ha detto?- chiese Ron, mettendosi in ginocchio sul tappeto. Rimasero tutti in silenzio, l'udito affilato.
-... Christopher...- Hermione lo soffiò.
Gli occhi di Draco si congelarono.
-Chi è questo Christopher?- domandò scocciato Harry, stringendole la mano. Pochi secondi dopo, Malfoy lasciò la stanza.


Doveva allontanarsi da quel posto, da lei, da quelle parole.
Possibile che, dopo tutto quello che c'era stato, che lui aveva creduto ci fosse stato, lei pensasse ad un altro?
Forse si era soltanto illuso, pensò, camminando sempre più veloce.
Lei non gli aveva mai perdonato tutti gli anni passati, non aveva mai veramente smesso di vederlo come l'insensibile figlio di Mangiamorte che le aveva quasi distrutto la vita. Bene, che se ne andasse al Diavolo anche lei, non ne voleva più sapere niente.
Profezia o non profezia, si sarebbe seppellito in un qualsiasi punto del Globo, rinchiudendosi con mille sortilegi, pur di non cercarla più.
Dei passi dietro di lui, si voltò irato, con la guardia alzata.
-Sei un vero idiota, Malfoy.-


-E' questo che ti hanno raccontato, mia piccola Hermione?- lo disse con aria risentita, come se le avessero riempito la testa di bugie.
La Caposcuola le aveva fatto il resoconto di quello che Sophié aveva spiegato loro, quella notte all'Orfanatrofio.
Amanda scosse il capo. – Ti va di ascoltare la mia storia, Hermione?- le chiese.
L'altra annuì, sincera.
Che ne uscisse qualcosa di buono per lei e Malfoy?
Malfoy.
Quel nome lo collegava ad un viso, ad un paio d'occhi che le avevano spezzato e fatto battere il cuore in mille modi diversi, per mille diverse ragioni.
-E' vero che frequentavamo quella scuola, io e Christopher.
Ero una delle studentesse più brave, non faccio per vantarmi, ma me la cavavo discretamente in tutte la materie.
Il mio migliore amico era quello che oggi verrebbe definito "Mezzosangue": suo padre era un comune babbano, mentre sua madre era una brillante maga, con la dote della chiaroveggenza. Si chiamava David, era davvero carino, ma per me sarebbe rimasto sempre e solo un amico.
Il motivo era semplice: non avevo occhi che per Christopher.
Se ne andava in giro – un bimbetto di nemmeno undici anni – a difendere tutti i più deboli.
In barba alla sua educazione impeccabile da figlio di una delle più importanti famiglie di maghi, era sempre pronto a fare a botte, pur di non darla vinta agli altri. Aveva gli occhi verdi, di un verde che non avevo mai visto. I capelli più biondi del grano, cielo era bellissimo.
A lui si accompagnava un bambina tranquilla, dai lineamenti dolci, come il suo carattere.
Fu con lei che feci amicizia il primo anno di scuola: finimmo in camera assieme e mi disse di chiamarsi Katherine.
Mi raccontò che lei e il mio Christopher erano cugini di secondo o forse terzo grado e per questo motivo i genitori avevano deciso che farli andare a scuola insieme sarebbe stato meglio per entrambi: avere qualcuno su cui contare era una cosa bella.
Grazie a lei, nemmeno tre mesi dopo aver messo a scuola e aver posato gli occhi su di lui, mi ritrovai a pranzare a tavola con Christopher.
Io, Katie, David e lui formavano un gruppetto compatto e, poco tempo dopo, nacque del tenero anche tra il mio migliore amico e la cugina di Chris.
Come posso spiegarti la felicità e la gioia di quegli anni?
Vivevo in un mondo fatto di mille colori, di profumi, di magia, nel senso più stretto della parola.
Ti basti sapere che programmavamo già il matrimonio, litigavamo per gioco sui nomi dei figli.
Ma le cose belle sono destinate a finire: il mio mondo si sgretolò al settimo anno.
L'Estate era alle porte, mancava poco alla fine della scuola.
Mi sarei diplomata con voti altissimi, più alti di quelli di Christopher – che non faceva altro che vantarsi con gli altri della sua fidanzata.
Il giardino della scuola era il nostro posto preferito: sedevamo per ore sulla panchina di pietra che era stata l'artefice del nostro primo bacio, rubatomi da lui al terzo anno.
Me ne stavo seduta mentre il sole mi scaldava le guance e osservavo Christopher fare acrobazie per aria con la scopa – ci sapeva davvero fare.- saliva, scendeva, saltava giù ad un paio di metri da terra, facendomi prendere un colpo, per poi atterrare in piedi sul manico.
Improvvisamente sentii il polso pizzicarmi, poi un bruciore atroce mi infiammò il braccio.
Cominciai a piangere e a strillare, lui si precipitò subito accanto a me.
Con gli occhi inondati di lacrime e la testa che mi pulsava, intravidi una piccola coda verde sgusciare via dal cancello.
Nessun serpente avrebbe potuto varcare le mura incantate della scuola, che era protetta da ogni animale.
Chris mi osservò il polso, poi se lo portò alla bocca e prese a succhiare.
Indifferente alle mie protese, succhiava e sputava il veleno, fino a quando non sentì il mio sangue pulito.
Il bruciore si era calmato.
Mi sorrise, stringendomi.
"Va tutto bene, amore, è passato." Mi sussurrò, sfiorandomi i capelli.
Amavo quando mi sfiorava i capelli.
Poi, ad un tratto, si irrigidì.
Si stacco da me, allontanandomi e scattò in piedi.
Indietreggiò veloce, mentre io mi alzavo confusa.
" Resta...resta indietro." Mi disse, tremante.
Sembrava avesse le convulsioni, eppure restava in piedi.
Cominciai ad urlare quando vidi le fiamme: lo avvolsero d'un tratto, in modo talmente veloce da sembrare un trucco.
Estrassi la bacchetta ma non riuscì a spegnerle.
Mi gettai su di lui, che urlava stringendo i denti, nel tentativo di spingermi lontano dalle fiamme.
Io non sentivo niente, Hermione.
Era come se quell'incendio che lo stava distruggendo fosse suo, personale: io avvertivo il tocco delle fiamme come aria.
Accorse la direttrice, i professori.
Katie mi abbracciò, nel tentativo di non farmi svenire.
Fu inutile, caddi nel buio, mentre David mi sollevava in braccio.
Mi risvegliai un mese dopo dal coma in cui ero caduta.
I miei genitori in lacrime  da un lato della stanza, David col viso pallido dall'altro.
Ma di Christopher nemmeno l'ombra.
Indifferenti alle mie domande su di lui, su Katie, solo due mesi dopo seppi cos'era successo. Il mio Christopher era morto.
David mi spiegò che la colpa era stata data al mio sangue: lui era morto perché il mio sangue era Sporco, malato, contagioso.
Tutte sciocchezze, mi assicurò David, ma io cominciai a crederci. Mi odiavo, mi odiavo perché avevo ucciso la persona che amavo di più al mondo.
Furono anni tremendi, piccola. La mia famiglia venne emarginata, non tornai mai a scuola.
Non trovavamo appoggio dagli amici come noi, dal Sangue Sporco, come dicevano loro, o Mezzosangue, perché, per colpa mia, erano stati bollati tutti. Anni dopo – ci eravamo trasferiti in Italia.-  mi trovavo a casa di David e per puro caso ascoltai una conversazione tra lui e sua madre.
" Devi dirle la verità, David, non te lo perdonerà mai." Diceva la donna.
" Questi non sono affari tuoi, mamma."
" Sono io ad aver avuto la visione sul destino di lei e di Christopher prima che tu..."
" Non pronunciare quel nome!" aveva risposto lui a voce bassa.
Ti risparmio la litigata che seguì, quando io piombai in cucina chiedendo spiegazioni.
David mi confessò che sua madre aveva avuto una premonizione, aveva visto me e Christopher adulti, felici e innamorati.
Ma ci aveva visto morire, a causa di uno stupido incidente con la macchina volante. David mi amava, mia aveva sempre amato.
Non aveva retto: era stato lui a comprare il serpente, e a mischiare una pozione trasparente al suo veleno.
Una pozione nata per eliminare i "Sangue Puro": sarebbe bastata che una goccia di quella pozione fosse entrata in contatto con Chris e lui ne sarebbe morto.
Così aveva escogitato tutto: il Serpente lo avrebbe morso, infettandolo e se anche io avessi provato a salvarlo, come lui aveva fatto con me, sarebbe morto ugualmente.
Non aveva invece calcolato che il Serpente avrebbe morso me.
Ma il suo piano era andato a buon fine lo stesso: morto Christopher, non si sarebbero mai venute a creare le circostanze della mia morte.
Ti dico solo che me ne andai quello stesso giorno.
Partii, lasciandomi tutto alle spalle.
Viaggiai imbucandomi sulle navi, facendo qualche lavoretto nel mondo Babbano.
Non sarei mai tornata a Londra, in Inghilterra.
Una notte mentre dormivo – lavoravo come cameriera in un bar e la proprietaria mi aveva concesso in cambio di dormire nella stanza che si trovava sopra il negozio – mi arrivò un Gufo.
Non ne fui sorpresa, i miei mi cercavano e così anche David. La cosa che mi lasciò di stucco fu il mittente: Katherine.
Non c'era niente di amichevole in quella lettera, ma credo volesse comunque accertassi che stavo bene.
Mi comunicava che in camera di Christopher era stato ritrovato "quello".
Alla lettera era allegata una scatolina di velluto blu.
Con le lacrime agli occhi la aprì: l'anello, una fascia sottile con un brillante solitario in cima luccicava nel buio.
Dentro vi era incisa la frase che mi avrebbe spezzato il cuore: "La mia vita, la mia anima, il mio cuore, tuoi per sempre."
Troppo presa dall'anello – prova del nostro amore infinito – lascia perdere la lettera.
Solo il giorno dopo, completai la lettura.
Katie mi informava che una strega aveva pronunciato una strana Profezia su me e suo cugino.

" Il Destino è stato rubato a una coppia di giovane amore,
il fato è in debito con loro, la Serpe ha portato dolore,
il futuro è lontano ma è una questione d'onore,
il ghiaccio si scioglierà nel rosso calore.
La storia si ripete, ma cambiano i protagonisti,
le carte si rimescolano, con discorsi già visti,
la Serpe si innamora della vittima designata,
la morte sarà così riscattata".

Non ne capii il senso allora e, se devo essere sincera, non l'ho capito se non dopo aver letto dentro di te, Hermione.
Il ragazzo che possiede il tuo cuore è un Sangue Puro, tu sei una Sangue Sporco.
Dato che qualcun' altro ha scelto quello che sarebbe stato il Destino mio e di Christopher, per riportare ordine la Morte ha richiesto che ad  una giovane coppia di nostri "simili" fosse concesso di vivere il loro amore. Siete voi, Hermione.
Ora comprendo il senso de "la Serpe": è stato un serpente a portare la morte al mio amore, così un Serpeverde si è innamorato di te, la sua vittima.- le accarezzò la guancia, con gli occhi nocciola colmi di lacrime.
- Amanda, io non so che dire, sono davvero dispiaciuta per te, per voi...- il naso di Hermione pizzicava tremendamente.
- Portaci nel cuore, piccola, racconta questa storia al tuo amore, ricordateci e così non saremo morti invano.- le sussurrò.
- Io...non credo mi sveglierò mai..-
- Ti sveglierai mia piccola Hermione, proprio adesso, apri gli occhi!- le ordinò.
- Amanda...aspetta! Come...come sei morta?- le chiese, mentre il buio tornava ad avvolgerla.
- Nel modo peggiore piccola...- la voce di Amanda le arrivava ormai lontana.
- Come?!-
- Mi sono suicidata, Hermione, non fare il mio stesso errore, mi sono preclusa la possibilità di stare con Christopher...va' da Draco.-
L'oscurità si tramutò in luce.
Draco. Draco. Draco.
- Draco!- urlava.


-Sei un vero idiota Malfoy.- la Weasley gli stava davanti, a braccia conserte.
- Cazzo vuoi, Piattola?-
Lei parve fare uno sforzo enorme per non sfoderare la bacchetta e schiantarlo.
-Possibile che tu sia davvero così idiota!?-
- Sai, Weasley, il fatto che tu stia con Zabini non significa che io non possa affatturarti.- la avvertì.
Lo sguardo di Ginevra si addolcì, la vide sospirare.
- Malfoy...Draco..- le dovette costare molto.- dove stai andando?-
- Primo: non mi chiamare mai per nome. Secondo: non sono affari tuoi!- le voltò le spalle, pronto ad andarsene.
- Christopher.- disse lei.
Quel nome gli risuonò nelle orecchie, mentre il sangue gli pulsava nelle tempie.Possibile che lei ne sapesse qualcosa?
Si voltò di scatto, afferrandola per le spalle.
-Tu lo sapevi! Sapevi che lei aveva un altro!-
La Weasley sorrise, tranquilla.
-E' per questo, vero? Sei geloso marcio, Malfoy.-
Vibrava, Draco vibrava di rabbia.
-Ti avverto, ragazzina...-
- Saresti davvero così idiota da lasciarla adesso? Te ne stai andando, Draco.- ancora, l'aveva chiamato di nuovo per nome. – La sta abbandonando. Credi che te lo perdonerà, quando sarà guarita?-
Da quando Draco aveva un cuore?
Non lo sapeva, probabilmente lo scoprì in quel momento, perché gli stava andando in frantumi.
-Lei non guarirà.- sussurrò, a testa china. – E' lei che mi ha abbandonato.-
- Christopher.- ripeté la ragazza, mentre gli occhi in fiamme del ragazzo si fissavano nei suoi.
- Era il ragazzo Puro Sangue  che morì per via della sua fidanzata Sangue Sporco. Ricordi? Ce ne ha parlato Sophié..- Ginny non poté terminare la frase, perché Serpeverde stava correndo verso la Stanza delle Necessità.


Con il cuore in gola per la corsa, Draco spalancò la porta.
- Draco!- era la sua Hermione.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now