Lo specchio dell'anima

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-Manteniamo la calma, ragazzi.- sospirò il vecchio Preside, alzandosi. – Draco, ti spiacerebbe prestarmi per qualche secondo quella pozione?- gli chiese, indicando l'oggetto che il giovane stringeva convulsamente tra le mani.
- Ma è l'unico rimedio per...- un gesto del Professore di Pozioni lo convinse ad obbedire e consegnò la boccetta nelle mani di Silente.
Quest'ultimo studiò pensoso l'affascinante ondeggiare del liquido, svitando il tappo.
Senza bisogno della bacchetta, fece levitare una goccia del contenuto, facendola scivolare in una fiala che Piton aveva prontamente fatto comparire. Dopodiché  riconsegnò la boccetta a Draco, voltandosi verso l'infermiera.
-Madama Chips, abbiamo poco tempo: confido che lei svolga un'analisi approfondita e curata, ma estremamente rapida su questa pozione e che entro la mezzanotte abbia notizie al riguardo. –
La donna annuì, prendendo la fiala e uscendo di corsa.
-Ma come? Aspettiamo ancora? Perché non le diamo subito la pozione?- esplose il biondo Serpeverde.
- Si accomodi Signor Malfoy, sono certo che lei comprenderà che, quale responsabile della salute di voi studenti, non posso arrogarmi il diritto di somministrare una sostanza a me sconosciuta ad un allieva. – si voltò verso Harry, seduto per terra con gli occhi spiritati.
- Ma potrebbe essere troppo tardi!- insistette Draco, caparbio.
Non poteva rischiare di perdere tempo, se la Granger fosse morta, lui cosa ne avrebbe fatto della sua vita?
A chi avrebbe dato fastidio?
Chi avrebbe fatto irritare, beandosi delle sue reazioni furenti?
Non poteva rischiare.
-Sono certo che la Signorina Granger terrà duro fino alla mezzanotte: è una ragazza in gamba.-
- Questo è vero.- annuì Harry con un mezzo sorriso: ricordava il furore di Hermione, il suo coraggio, la sua determinazione.
Ce l'avrebbe fatta, come sempre, ne era certo.
-Lei non è indistruttibile!- urlò Draco, scattando in piedi. – Lei è una ragazza, dannazione!
E' fragile, è dolce, è testarda, maledettamente logorroica, stupidamente coraggiosa, ma non è imbattibile! Voi,- indicò i migliori amici della ragazza, seduti vicini. – non avete mai dato abbastanza peso alla sua sicurezza, alla sua incolumità! Ve la siete trascinata dietro, in questi anni, senza rendervi conto dello sforzo per lei di tenere il vostro passo!- i pugni del ragazzo si aprivano e chiudevano convulsamente.
Anche Harry e Ron scattarono in piedi, furiosi.
-Come ti permetti! Tu e solo tu sei la causa di tutto questo! Quando quella Mangiamorte di tua zia l'ha torturata senza pietà nel salotto della tua bella villa, te ne sei rimasto lì a guardare!- esclamò il Salvatore del Mondo Magico.
- Non me ne sono rimasto a guardare! Sono andato via, sfregiato, via!-
- Questo non cambia le cose! Rimani sempre un viscido Mangiamorte!-
- Silenzio, immediatamente!- esclamò la McGranitt, alla quale si accostò un accigliato Piton.
- Sono profondamente deluso da entrambi, ragazzi. – sospirò Silente. – Harry, sei un Gryffindor, il perdono dovrebbe rientrare tra i tuoi valori principali. – lo riprese, spostando poi l'attenzione sull'altro.
- E tu, Draco, non dovresti permetterti di giudicare l'affetto che questi due giovanotti hanno per la Signorina Granger. – si voltò verso i Professori.
- Se non vi dispiace, vorrei scambiare qualche parola con voi, da solo.- disse, indicando loro la porta.
- Ma, Albus, tu ritieni sia saggio lasciare soli...- provò la Professoressa di Trasfigurazione, ma il preside liquidò la faccenda con un cenno del capo.
- Se volete restare accanto alla Signorina Granger, dovrete comportarvi come si deve. Un'altra sfuriata del genere e vi allontanerò dalla Stanza, sono stato chiaro?-
Tutti annuirono e uno sguardo di fuoco corse da Harry a Draco.
Pochi secondi dopo, la porta si chiuse alle spalle di Piton.


-Credo stia scomoda così...- mormorò Ginny, accarezzando la fronte di Hermione, con le lacrime agli occhi.
Daphne le passò un braccio sulle spalle, tirando su col naso. – Che ne dici se corriamo in camere sua a prenderle qualcosa di più comodo?- avevano bisogno di distrarsi, altrimenti sarebbero impazzite. Luna diedi una rapida occhiata all'orologio: mancavano pochi minuti alle dieci.
-Andiamo, su!- afferrò la mano di Daphne, sfiorando la fronte della Caposcuola con un bacio e trascinò le altre due fuori. – Torniamo subito.- esclamò.
I corridoi erano deserti: per tutti gli altri studenti di Hogwarts la festa non era nemmeno cominciata.
Camminarono strette, in una angoscia comune.
-Oh Godric, Daphne, se lei non dovesse..,- mormorò Ginny tra i singhiozzi.
Luna strinse la presa. – Non dire così, Hermione è una ragazza in gamba, la più forte che abbia mai conosciuto.- sorrise, nascondendo lei stessa una piccola lacrima.
La Serpeverde strinse gli occhi, costringendosi a non piangere.
-Starà bene, non ci sono ne "se" ne "ma".- si fermò sulle scale della Torre dei Grifoni e lasciò che Ginny la precedesse.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now