Hai la febbre, Mezzosangue

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Hermione si voltò lentamente, riflettendo su quanto la propria espressione e quella di Malfoy si somigliassero: entrambi con gli occhi e la bocca spalancati, il viso pallido, un tic nervoso alle labbra. Si sorprese anche del fatto che un sentimento li accomunasse – il desiderio di trovarsi altrove – o forse che Malfoy fosse in grado di provarli i sentimenti.
Malfoy, immancabilmente, ritrovò all'istante il suo contegno, infilando una mano nella tasca dei pantaloni e tirandone fuori un pacchetto di sigarette profumate di muschio e rose.
-Mezzosangue, non osare avvicinarti a me, né toccare la mia roba. – le disse, mentre faceva schioccare l'accendino d'argento.
Lei incrociò le braccia, riducendo gli occhi a due fessure – Malfoy, non ho intenzione di rimanere in questa stanza con te un secondo di più, figurarsi di avvicinarmi a te! – sbottò, incamminandosi verso la porta, come per dare man forte a quella dichiarazione.
-Non aspetti la Piattola?- le domandò, espirando il fumo insieme alle parole.
- Non sono affari tuoi.- rispose la ragazza, voltandosi per metà.
Malfoy posò il mozzone nel posacenere riposto sulla scrivania e si sedette, incrociando le braccia sullo stomaco.
-Si che lo sono, dato che se ti lascio uscire dopo dovrò subirmi le lamentele di Blaise.-
La ragazza rise – Non me ne può fregare di meno dei tuoi drammi con l'amichetto, Malfoy!- gli disse, guardandolo.
-Non costringermi ad alzarmi, Mezzosangue.- mormorò, in tono annoiato.
La Caposcuola scosse il capo – Credi di farmi paura, Malfoy? Forse hai dimenticato il pugno che ti ho assestato al terzo anno. - lo canzonò.
Il Serpeverde la osservò per un istante, proprio come un predatore osserva una preda, i sensi sviluppati di Hermione la misero sull'attenti.
-A mai più! – lo salutò, posando la mano sulla maniglia. Voleva uscire da quella stanza, doveva uscire, subito.
Fu un attimo: la porta si aprì di un paio di centimetri e lei poté osservare il muro di fronte alla camera, prima che un braccio saettasse ad un passo dal suo collo e la richiudesse, sbattendola.
La ragazza rimase paralizzata, assaporando quella sensazione di paura e adrenalina che non provava dai tempi delle battaglie con Voldemort.
Si sorprese a sentire la piacevole scossa che la paura le causava: era fosse malata? Come si fa a trovare piacevole avere paura?
Il braccio di Malfoy si ritirò lentamente, passandole ad un millimetro dal viso, ma senza sfiorarla mai.
Facendosi forza, orgogliosa, si voltò, pronta a fronteggiare la Serpe: Malfoy, si era allontanato di qualche passo, senza perderla però di vista.
-Ti avevo avvisata ,Granger.- le disse, tornando da dov'era venuto.
- Non credevo ti facesse tanto piacere la mia compagnia.- ribatté lei, posando nuovamente la mano sulla porta.
Gli occhi di Malfoy scattarono sulla maniglia – Mezzosangue, alla prossima non ne uscirai indenne.- l'avvisò.
La ragazza sbuffò, appoggiandosi con la schiena al muro e assumendo un espressione accigliata.
Rimasero in silenzio, mentre il fumo della sigaretta lasciata accesa da Draco, formava riccioli e sbuffi, salendo verso l'alto.


-Ginny, non credo sia stata una buona idea lasciarli da soli, Hermione è convalescente.- disse pensoso Blaise, accarezzando la schiena nuda della ragazza al suo fianco: certo, la Stanza delle Necessità aveva vari scopi, diciamo che loro avevano colto in pieno il significato.
Lei sorrise – Hermione se la sa cavare.- rispose, immaginandosi la sfuriata con rispettiva ira che si sarebbe abbattuta su di lei, tutta opera della sopracitata fanciulla.
-Non vorrei che restasse lì ad aspettarti...- mormorò Zabini.
Ginny sollevò la testa dal suo petto – Perché non dovrebbe aspettarmi?- gli chiese.
Lui sorrise, malizioso – Davvero credi che ti lascerò tornare a Gryffindor, stanotte?- le rispose, rotolando sopra di lei.
Risero, mentre le  lenzuola scivolavano via e lasciavano i loro corpi nudi liberi di toccarsi.
-Aspetta.- lo fermò lei, prendendogli il viso.
Lui rimase incantato dalla densità del marrone di quegli occhi limpidi.
-Vieni al ballo con me? – gli chiese lei, accompagnando la domanda ad un leggero bacio.
Il ragazzo si illuminò – Ci devo pensare...- sussurrò ironico.
Ginny ribaltò le parti, sedendosi su di lui: cominciò a baciargli il collo, scendendo al petto e al ventre.
-Ti sto convincendo?- gli domandò innocente, mentre lui la tirava a sé.
- Decisamente.- le disse, mordendole le labbra.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now