33. non impari mai

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-"voi come mai siete qui ad Amsterdam?"- domandò Yoongi ai due ragazzi mentre camminavano tranquilli per le strade deserte della capitale olandese alle tre di mattina.

Qualche minuto prima gli era arrivato un messaggio da parte di Jungkook, che gli chiedeva di prendere più tempo possibile, perciò stava domandando ai due ragazzi qualunque domanda gli venisse in mente in modo tale da esaudire il messaggio del minore.

-"ma nulla di che"- rispose Taehyung vago -"una semplice vacanza tra due amici di vecchia data"-

-"e vi sta piacendo questo posto?"- domandò ancora Yoongi.

-"fino ad ora una delle città più belle mai viste"- rispose Namjoon -"a te sta piacendo?"- gli chiese.

-"sono qui da molto poco ma per quanto ho visto è davvero affascinante"-

-"posso farti una domanda?"- chiese poco dopo il ragazzo dai capelli viola.

-"certo"- sorrise in modo finto Yoongi.

-"quante decolorazioni ti ci sono volute per arrivare ad avere i capelli platino?"- e a quella domanda Taehyung scoppiò in una fragorosa risata.

-"è stato un processo molto lungo"- iniziò a raccontare Yoongi -"inizialmente li volevo solo castani chiari poi dopo qualche mese sono passato al biondo ed infine sono arrivato al platino"- 

-"dovevo farli così Tae, non questo viola"- sbuffò Namjoon spettinandosi i capelli.

-"posso farti una domanda anche io?"- chiese questa volta il ragazzo dai capelli neri.

-"dimmi pure"-

-"da che parte della Corea vieni?"- domandò curioso Taehyung.

-"vengo da Daegu"- disse -"sono nato e cresciuto lì"- aggiunge evitatando di nominare Busan.

-"davvero?"- rispose semplicemente il minore -"anche io sono nato lì, poi mi sono trasferito a Busan"- disse Taehyung guardandolo diritto negli occhi.

-"ecco i canali"- disse Namjoon interrompendo la conversazione -"vedi i tuoi amici?"- gli chiese.

-"no"- rispose solo Yoongi guardandosi intorno -"saranno qui a breve però"-

-"in quale scuola andavi a Daegu?"- chiese ancora Taehyung.

Yoongi si bloccò, era davvero nato a Daegu ma all’età di tre anni i suoi genitori, per motivi lavorativi, si erano trasferiti a Busan perciò non aveva la minima idea di come rispondere alla domanda di Taehyung.

-"Taehyung non devi mica fargli un interrogatorio"- rise Namjoon.

-"meglio andare"- disse a bassa voce il modello rivolto al suo amico.

-"non possiamo lasciarlo da solo"- rispose il maggiore.

-"sei ubriaco, meglio andare"- insistette ancora Taehyung guardandosi intorno nervoso.

-"non sono ubriaco"- si lamentò Namjoon.

-"sono passati molti anni"- disse poco dopo Yoongi -"perciò non mi ricordo bene il nome ma andavo nella scuola che faceva angolo con il supermercato, quella con il parco giochi"- non andava a Daegu da anni ormai ma si ricordava bene di quella scuola, ci passava sempre davanti quando andava a fare la spesa con sua nonna quelle poche volte che la andava a trovare.

Taehyung in quel momento smise di discutere con Namjoon e puntò i suoi occhi in direzione del platino, il suo viso era tranquillo e si vedeva un accenno di sorriso sulle sue labbra. Il modello però si accorse troppo tardi che quell’espressione non era rivolta nè a lui, nè tanto meno al suo amico, infatti Yoongi stava guardando oltre le loro spalle.

Taehyung non fece in tempo a girarsi che tutto intorno a lui si fece nero, istintivamente portò le mani verso il viso per cercare di scoprirsi da quello che gli stava impedendo di vedere ma, altre due mani tenevano stretto il sacco sopra la sua testa all’altezza del collo. Dopo altri secondi di ribellione qualcosa di pesante gli colpì la testa e in quel momento perse i sensi

Taehyung, una volta ripresa conoscenza, davanti a lui vide solo nero. Cercò di mantenere la calma, anche perché farsi prendere dal panico in questo tipo di situazioni non lo avrebbe di certo aiutato, e poi non era neanche la prima volta che si ritrovava con un sacco in testa.

Cercò di muoversi leggermente e capì subito di trovarsi seduto su una sedia con le mani legate dietro ad essa, sospirò pesantemente cercando una soluzione a quella situazione di merda.

-"Tae"- il suo nome riecheggiò.

-"Nam"- rispose di conseguenza il modello felice di sentire la voce del suo amico.

-"che cazzo è successo?"- domandò il viola.

-"non ne ho idea"- rispose il minore -"anche tu hai un sacco in testa?"- gli domandò poco dopo.

-"sì, non vedo nulla"- rispose il suo amico.

-"e sei legato ad una sedia?"- domandò ancora.

-"credo proprio di sì"- disse Namjoon -"come facciamo a liberarci e ad andarcene?"- domandò questa volta il maggiore.

-"ma voi non ve ne andrete proprio da nessuna parte"- una voce diversa riecheggiò intorno a loro.

-"siete appena arrivati e già volete andarvene?"- qualcun altro ancora parlò.

-"chi cazzo è che parla?"- Namjoon disse.

-"sono il coreano che avete incontrato fuori dalla discoteca, il mio nome è Yoongi comunque, prima ci siamo dimenticati di presentarci"- ridacchiò il platino -"alla fine i miei amici sono arrivati e vi ho trovati così simpatici che abbiamo deciso di portarvi con noi"-

-"dove siamo?"- domandò Taehyung impassibile.

-"questo non vi è dato saperlo"- rispose sempre Yoongi -"abbiamo alcune domande da farvi"-

-"io non rispondo proprio a nulla"- disse Namjoon.

-"Hobi"- parlò subito dopo Yoongi -"togli i sacchi dalla testa dei nostri nuovi amici"- ridacchiò.

Hoseok si avvicinò piano e si posizionò dietro alla sedia dove era seduto il maggiore dei due prigionieri, velocemente tolse il sacco dalla testa di Namjoon e poi si affrettò a togliere anche quello di Taehyung. Una volta che i due ragazzi tornarono a vedere una forte luce gli accecò, costringendoli a chiudere gli occhi per la troppa intensità. 

-"togli sta luce"- sibilò Taehyung.

-"peccato che qui siamo noi a dare gli ordini"- lo sbeffeggiò Yoongi che si trovava in ombra dietro alla potente luce.

-"che cosa volete allora"- parlò ancora Taehyung.

-"ve l’ho già detto, dobbiamo farvi alcune domande"- parlò il platino autoritario -"non lo ripeterò due volte perciò ascoltatemi bene"- parlò a voce bassa -"dove cazzo è l’orologio?"- domandò.

In quel momento il viso dei due ragazzi legati alla sedia mutò, Namjoon si bloccò e il suo respiro si fece sempre più debole, i sensi di colpa tornarono di nuovo ad impossessarsi di lui ed abbassò il capo. Era stato un tremendo errore rubare quell'orologio e, man mano che passava il tempo, era sempre più convinto di ciò.

Taehyung invece, a pochi passi dal suo amico, iniziò a ridere di gusto, talmente tanto da ritrovarsi alcune lacrime ai lati degli occhi. Non era cambiato per niente, era ancora il ragazzino cocciuto e impulsivo che aveva conosciuto anni prima.

-"che cazzo ridi?"- chiese serio Yoongi.

-"non ci posso credere"- riuscì a dire Taehyung tra una risata e l’altra -"pensavo avresti lasciato perdere"- continuò a parlare.

-"Tae tutto bene?"- domandò Namjoon voltandosi verso il suo amico.

-"non impari mai"- rise ancora -"vero Jungkook?"- domandò ed un silenzio assordante scese su tutti loro.

...

Taehyung è un po' come
il professore della casa
di carta, è sempre un passo
avanti a tutti :)

Jeon's 7 |taekook|Where stories live. Discover now