38. mi sei mancato

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I giorni nell’edificio abbandonato in periferia ad Amsterdam passavano, lenti ma passavano, ma ormai la noia e la rassegnazione da parte dei cinque ragazzi avevano preso il sopravvento. Erano da più di una settimana rinchiusi dentro le solite vecchie mura e uscivano a turno solo per andare a fare la spesa ma nonostante tutto, Namjoon e Taehyung, tenuti ancora legati ad una sedia, non avevano aperto bocca riguardo all’orologio.

Jungkook aveva continuato a portare il cibo nella stanza di Taehyung ma ancora non aveva usufruito del patto che i due avevano fatto. Ora come ora era troppo incazzato col maggiore e di certo con lui non voleva proprio parlare di nulla perciò, i pasti trascorrevano con il corvino spesso di cattivo umore e il riccio che in tutti i modi cercava di fare conversazione e cercava di far uscire dalla bocca di Jungkook qualsiasi tipo di parola ma, oltre ad alcune parolacce e imprecazioni, non aveva ottenuto altro.

Dall’altra parte invece c’era Namjoon, i ragazzi non avrebbero mai immaginato che sarebbe resistito così tanto ma, invece, ci stava riuscendo eccome e questo mandava fuori di testa Jimin. Oltre ad averlo abbandonato ed essere scappato con un oggetto che avevano deciso loro di rubare, il maggiore continuava a proteggere l’amico. Anche dopo tutto quello che era successo Namjoon continuava a scegliere Taehyung, continuava a stare dalla sua parte, e questo Jimin non poteva sopportarlo.

Gli capitava spesso di passare davanti alla porta di Namjoon, anche più volte al giorno, ma solo perchè la sua stanza si trovava proprio vicino al bagno. Ed è proprio dopo essere stato in bagno che Jimin rimase fermo davanti alla porta di Namjoon per un po’ troppo tempo, si mise a pensare, a ricordare, tutti i bei momenti passati con il maggiore e in poco tempo la rabbia riprese il sopravvento. 

Lo odiava, lo detestava, ma in fondo Jimin sapeva che tutte quelle emozioni negative, che riversava contro il maggiore, in realtà erano verso se stesso. Jimin avrebbe fatto la stessa identica cosa, se Namjoon non fosse scappato dalla Corea con l’orologio, lo avrebbe rubato rubato insieme agli altri e sarebbero scappati dalla Corea subito dopo. Perciò il dolore che Jimin stava provando era dovuto all’incoerenza tra quello che provava e le sue azioni.

I suoi pensieri vennero interrotti da una voce, una voce che ben conosceva, e che proveniva da dietro la porta, Namjoon stava canticchiando un motivetto che subito fece incazzare ancora di più il minore. Stava cantando la loro canzone, quella che avevano ballato insieme la prima volta che si erano incontrati in discoteca, la stessa canzone che avevano ascoltato milioni di volte sotto le coperte e la stessa che Namjoon aveva messo in macchina durante il loro primo e vero appuntamento. 

Dopo che tutti quei ricordi riaffiorarono di nuovo nella sua mente, Jimin perse definitivamente le staffe, spalancò la porta e, una volta entrato nella stanza, la richiuse con forza dietro di lui, facendola sbattere forte. Si trovò così, dopo intere settimane, davanti a Namjoon che lo guardava sorpreso con quegli occhi che tanto gli piacevano, si avvicinò al maggiore con passo sostenuto, alzò il braccio e sferrò con forza un pugno contro lo zigomo del ragazzo con i capelli viola.

Il volto di Namjoon, a causa del forte impatto, si girò velocemente verso destra ma nuovamente ritornò a guardare Jimin diritto negli occhi. Il minore allora sollevò di nuovo il pugno e colpì nuovamente lo stesso punto che aveva colpito prima, questa volta lo zigomo del più grande si aprì ed iniziò a fuoriuscire del sangue da esso.

-"me lo sono meritato"- disse piano Namjoon tornando a guardare Jimin ancora una volta.

Il biondo si rese conto delle azioni appena fatte solo qualche secondo dopo e le lacrime non tardarono a formarsi ai lati dei suoi occhi. Si avvicinò ancora di più al maggiore e si sedette a gambe divaricate sopra quelle muscolose dell’altro, poi prese il suo viso ferito tra le mani e lo osservò pieno di tristezza.

-"Jimin"- lo chiamò Namjoon a bassa voce.

Il minore non rispose e continuò ad esaminarlo con attenzione, scrutando ogni suo piccolo particolare ed arrivò ad una conclusione, Namjoon gli era mancato tanto, forse anche troppo, ed ora che erano di nuovo insieme, ora che il viola era davanti a lui non riuscì a tenere a freno le sue emozioni. Perciò con uno scatto fulmineo si catapultò contro le labbra dell’altro che tanto gli erano mancate sulle sue. 

Namjoon, non aspettandosi una tale azione da parte del biondo, spalancò gli occhi e lasciò uscire un suono sorpreso dalla bocca quando le loro labbra si unirono ma, non passò molto prima di ricambiare il bacio, felice di poter assaporare di nuovo Jimin. I due ragazzi rimasero indisturbati a baciarsi per minuti interminabili e se inizialmente il bacio era partito in modo tranquillo ed innocente non passò troppo prima di trasformarlo in uno travolgente e bagnato.

Si separarono solamente per riprendere fiato e, con i respiri pesanti ed affannati, tornarono a guardarsi intensamente. Le lacrime che, inizialmente si trovavano solo ai lati degli occhi di Jimin, ora scendevano copiose sulle sue guance e non sapeva neanche lui il motivo di una tale reazione. Dentro di lui si sentiva finalmente felice e completo, quel senso di smarrimento e solitudine che nelle ultime settimane lo aveva divorato ora non c’era più.

-"mi sei mancato"-  parlò poco dopo Namjoon -"non sai quanto"- sorrise.

Jimin semplicemente lo abbracciò forte, fino a fargli mancare il respiro, mentre continuava a singhiozzare come un bambino e, anche se mani del maggiore erano legate dietro alla schiena, percepì la testa di Namjoon fare su e giù contro la sua per cercare di confortarlo e farlo tranquillizzare.

-"anche tu mi sei mancato"- parlò finalmente Jimin allontanandosi dal maggiore -"non andare più via"- disse asciugandosi le lacrime con i palmi delle mani.

-"non mi allontanerò mai più da te"-

...

un po' di dolcezza mancava :)

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