39-Fuoco

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Il resto delle vacanze era passato con tutta la tranquillità del mondo anche se al di fuori di Potter Manor la felicità era ben lontana dalla vita delle persone.
Morte, distruzione e cattiveria erano all'ordine del giorno e Harry non riusciva più a sopportare tutto ciò. Era da qualche giorno che aveva parlato con Hermione e secondo lui la soluzione migliore era di concludere la guerra prima del rientro a scuola. Problema: Hogwarts sarebbe ricominciata di li a tre giorni.
Nessuno aveva mai visto litigare così pesantemente i due amici e ne erano rimasti parecchi scossi tutti quanti. Hermione aveva pianto per le successive due ore ed Harry era sparito nella sua camera distruggendo qualsiasi cosa nel suo raggio d'azione compreso il muro che aveva preso a pugni per così tanto tempo. Ron era fumante di rabbia con il suo migliore amico che aveva fatto soffrire la sua ragazza ma sorprendentemente era stata lei a calmare tutti dicendo che non era stata colpa di Harry. E fu proprio lei a fermarlo dall'assestar l'ennesimo colpo alla povera parete. Gli aveva medicato le mani come meglio poteva in religioso silenzio e alla fine aveva cominciato a parlare.
<Harry, mi dispiace ma credo tu abbia ragione. Il mio credo fosse soltanto un capriccio. Sai quanto ancora non ci sono passata sopra alla storia del Malfoy Manor e volevo rinchiudermi in questa bolla di felicità ancora per un po'. Ma tu hai ragione, prima lo distruggiamo prima non ci penseremo più. Io ti voglio bene Harry sei il fratello che non ho mai avuto e non voglio litigare oggi, domani o tra dieci anni>
Harry l'aveva abbracciata e non aveva detto niente altro perché si ricordava bene dei sui attacchi di panico a ogni nomina del Malfoy Manor e dover combattere la battaglia finale proprio lì a due giorni di distanza senza preavviso era un brutto colpo per tutti ma non si diedero per vinti e cominciarono a metter su un piano. Gli allenamenti nei duelli erano diventati durissimi e non smisero finché tutti riuscirono a battere Hermione o Harry in un 1 vs 1 dato che erano i migliori.
Harry da quanto era stressato si era persino messo a litigare con Sirius perché secondo lui se la prendeva troppo alla leggera.
<Rifacciamolo!> aveva urlato Harry quando per la seconda volta lo aveva sconfitto.
<Ti ho già battuto due volte Harry! Quegli idioti mangiamorte saranno una passeggiata> aveva detto con un certo tono di superiorità.
<Vedi! È proprio questo che ti rende debole, credere di essere migliore. Tu non sei migliore come non lo sono io, ma cosa credi? Che giocheranno pulito? Che se ti cade la bacchetta ti diano il tempo di raccoglierla? Che nessuno ti attacchi alle spalle? È una guerra cazzo! Se pensi di vincerla in questo modo allora faresti meglio a decidere dove scavarti la fossa!> aveva urlato a un millimetro dal suo viso, rosso per lo sforzo che aveva fatto per urlare al culmine della sua frustrazione.
Sirius era rimasto zitto e avevano ricominciato a duellare ma stavolta Harry aveva mirato alle gambe facendolo cadere a terra con la bacchetta che era rotolata via e ora aveva la sua puntata esattamente nello spazio che c'era tra i due occhi del Black. Degli altri non si sentiva nemmeno il respiro.
<Devi tenere una gamba davanti all'altra e il corpo leggermente in diagonale. Se attacchi dritto rischi di finire faccia a terra 11 volte su 10. In piedi> gli ordinò per la quarta volta in quella mattina. Sirius al limite della sopportazione si era alzato e mentre stava per raccogliere la sua bacchetta venne colpito da uno Stupeficium che lo mandò a strisciare per almeno 5 metri lungo il pavimento.
<Che cazzo di problema hai eh Potter!> gli aveva urlato finalmente. <Se sei stressato vedi di scaricare la tua rabbia su qualcos'altro e non su di noi! Combattiamo dalla stessa parte anche se ancora non ho la certezza> gli sputò addosso con rabbia. Harry lo tirò per il colletto della maglia più vicino a sé e poi sbattendolo contro il muro.
<Azzardati a dubitare un'altra volta e lo Stupeficium di prima sarà come solletico> aveva sibilato, risultando davvero quasi come se avesse parlato Serpentese. Sirius lo aveva spinto via e aveva fatto qualche passo indietro con la bacchetta sguainata.
<Sirius.. non fare il coglione amico> aveva provato debolmente James che per quanto ci stessé provando non voleva schierarsi quando a litigare erano suo "fratello" e suo figlio.
<Stanne fuori James>
<Sai Black da ragazzino ho sempre creduto che tu fossi come una specie di eroe. Morto per salvarmi rinchiuso ad Azkaban per qualcosa che non avevi commesso. Ma a vederti adesso mi rendo conto di quanto io avessi bisogno di attenzioni di qualcuno che avesse il mio stesso complesso eroico, qualcuno che mi capisse quando alla fine ero io a dover capire che tra eroismo e suicidio c'era grande differenza. E infatti eccoti qui a tiranti indietro dopo una piccola minaccia, codardo> in quel momento la sua rabbia aveva preso il sopravvento ed era fuori controllo. <Quando ci sarà la battaglia finale sai per quanto tempo la vedrai? 15 minuti al massimo e sei fortunato. Quindi risparmiati la superiorità e sii umile perché quando saremo là fuori io non potrò pararti quel tuo culo da nobile che ti ritrovi. Ti devi dare una svegliata e con te tutti gli altri perché per ora nessuno di voi è all'altezza della battaglia che ne verrà fuori>
Fece per andarsene quando la voce del suo padrino lo interruppe di nuovo. A quanto pareva il cane non voleva allentare la presa.
<E tu saresti all'altezza! Chi ti ha mai detto che sei il capo? Chi ha mai deciso che sei tu quello che deve decidere chi muore o chi no?>
Quando il giovane Harry si voltò un sussulto percorse la Sala. I suoi occhi erano flashati a rosso sangue, come quelli di Voldemort.
<NON SONO IO CHE DECIDO CHI MUORE O NO!> aveva gridato isterico mentre Ginny aveva lentamente cominciato ad avanzare verso di lui. <Io posso evitare che qualcuno di voi muoia e non mi state nemmeno ad ascoltare. Nel mio tempo vi ho visti uno a uno morire e cadere a pezzi davanti ai miei occhi e pensate che sia contento di mandarvi a combattere così? Non sapete nemmeno come sia la faccia di Voldemort! Quindi adesso porta via quella tua stupida faccia che ti ritrovi dalla mia vista e non rivolgetemi più la parola almeno fino a domani> e stavolta se ne andò davvero seguito da Ginny. Sirius però pareva non accettare la sconfitta e appena prima di poter lanciare un qualsiasi incantesimo si trovò steso di nuovo a terra con il peso di uno dei suoi migliori amici sul suo stomaco e i polsi bloccati sopra la testa.
<Che cazzo avete tutti contro di me eh!> Sirius non capiva perché nessuno capiva il suo ragionamento. <Levati di mezzo Lunastorta!> il lupo si alzò lanciando la bacchetta di Felpato a James. <Questa la rivedi stasera se fai il decente> e se la mise in tasca ignorando le proteste del suo migliore amico.
Quando un silenzio a dir poco imbarazzante si insinuò tra loro si sentì una porta sbattere al piano superiore e dei parlottii, poco dopo silenzio tombale.

Harry nel frattempo voleva davvero prendere a pugni il suo padrino e per evitarlo se ne era andato via sperando di non essere seguito da nessuno se non da Ginny, Hermione o sua madre. Bello pensare di avere così tante donne importanti nella sua vita su cui contare in momenti critici come quello. Arrivò in camera sua e sbattè la porta solo per sentirla riaprirsi con molta più delicatezza e l'odore floreale della sua fidanzata invadergli le narici. I suoi muscoli tesi si rilassarono istantaneamente lasciandolo in balia di una gran stanchezza e senso di colpa.
<Hey..> le aveva sussurrato lei avvicinandosi lentamente. Lo aveva girato verso di lei e guardato negli occhi e gli aveva rivolto un sorriso triste. <Non è colpa tua> gli passò una mano sottile sulla guancia facendogli chiudere gli occhi.
<Perché non posso lasciarli tutti qui fino a guerra finita? Non voglio, non posso perderli un'altra volta. Io non- > lei lo baciò dolcemente senza ascoltare più una parola. Non poteva capire cosa stesse passando Harry ma poteva benissimo immaginarselo.
<Lo so amore. E credo che lo sappiano anche loro. Solo che per loro non è così facile, è la prima guerra e non sanno che fare. Tu sei cresciuto combattendo da quando avevi un anno e ormai sei fatto così. La tua vita è settata su: combatti. Vogliamo tutti la stessa cosa, rilassiamoci per un po' va bene?> lui annuì e la baciò di nuovo ma con più prepotenza della prima volta e successe tutto molto in fretta. I vestiti non erano mai stati così scomodi ad entrambi che per il resto della giornata passarono il loro tempo a dimostrarsi quanto in realtà si amavano e a togliersi le insicurezze che attanagliavano il cuore con il tocco sulla pelle o un sospiro eccitato. Loro erano fuoco.

Spazio autore
Scusate la mia assenza ma non trovavo ispirazione. Ringraziate la pioggia fuori perché è sempre lei a portare buone idee per le mie storie.
Oggi il capitolo è stato un po' più corto perché mi dispiace dirvi che il prossimo sarà l'ultimo!🥺
Ragazzi davvero sono tristissima perché mi ero davvero affezionata a questa storia ma purtroppo in quanto tale si arriva prima o poi ad una fine.
Ma non preoccupatevi perché ho altre mille idee in testa per nuove storie che verranno.
Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacione❤️
Gio🙃

Il golden trio nel 1977Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora