22-No, non ti credo!

3.1K 134 45
                                    

<Harry respira, mi stai spaventando>
<Vai a chiamare Hermione e scendete in Sala comune>
<Ma c- >
<Ginny, ti prego, va a chiamare Hermione> la ragazza con tutto il silenzio che poteva sprintò fuori dalla camera verso il suo dormitorio.
Harry barcollando appena si diresse silenziosamente al letto di Ron e prima di cominciare a svegliarlo si ricompose del tutto. Odiava che le persone lo vedessero debole e una già era troppa, ma avrebbe parlato con Ginny da solo più tardi.
Cominciò a scuotere il non-più rosso.
<Ron> niente il ragazzo continuò a dormire beato.
<Ron!> provò leggermente più forte. Ma ancora nessuna risposta se non qualche mugolio.
<Ron dannazione! Malfoy ci sta provando con Hermione!>
Gli occhi di Ron si spalancarono all'istante, scattò seduto e parlò, troppo ad alta voce per i gusti di Harry.
<QUEL FURETTO! IO L- > la mano del suo amico lo fermò prima che potesse svegliare i loro compagni di stanza ed evitare di dire altre bugie.
<Zitto! Vuoi che ci senta tutta la torre? Non abbiamo più tempo per le bugie e io mi sono stufato> Ron annuì e Harry levò la sua mano.
<Andiamo, Hermione e tua sorella ci stanno aspettando> e in silenzio scesero in Sala Comune per incontrare le ragazze.
Una volta chiusa la porta della stanza Remus aprì gli occhi e si tirò su con un espressione preoccupata prima di prendere il mantello di James e seguire gli altri in silenzio.

<Harry! Che cosa succede?> Hermione si era alzata dalla poltrona e aveva fatto capolinea di fronte al suo migliore amico che sospirò.
<Sedetevi. Non è una di quelle notizie che si prendono alla leggera>
<Amico mi stai spaventando> adesso anche Ron era preoccupato.
<Io non so nemmeno come dirvelo> abbassò la testa.
<Harry> la voce di Ginny era sempre dolce <prova a partire dall'inizio> questi annuì e cominciò a spiegare.

Harry si trovava in una casa. Era enorme e sembrava aver qualcosa di familiare. Era cupa e tetra e il solo pensiero di non essere solo faceva venire i brividi. L'unica cosa che poteva fare era camminare per il lungo corridoio in cui si trovava. C'era odore di muffa, tabacco e morte. Non era proprio sicuro se la morte avesse un odore ma avendola già incontrata un paio di volte era come se tutto intorno fosse di nuovo morto.
Sentì improvvisamente dei passi lenti e strascicati provenire dalla fine del corridoio e lui si affrettò a seguire il suono con la bacchetta pronta ad essere usata, nonostante non fosse sicuro di poter usare la magia essendo in un "sogno". Lentamente raggiunse una porta di legno scuro con decorazioni antiche di un leggero dorato. Harry riconobbe le scritte incise come Serpentese ma non fece in tempo a leggere che si ritrovò all'interno della stanza successiva senza ricordarsi di aver toccato la maniglia.
Tutto intorno a lui faceva pensare a un maniero molto simile a Grimmauld Place.
C'era sempre il presentimento di essere già stato in quella casa. Ma la sensazione non era buona anzi. Nelle sue orecchie cominciarono a risuonare delle risate folli e macabre e come sottofondo un urlo di dolore o paura, Harry non riuscì a capirlo. Le voci sembravano familiari soprattutto quella dell'urlo. Continuò a guardarsi intorno ma il luogo era relativamente vuoto se non fosse stato per due poltrone, il camino e una libreria sul fondo in penombra. Il grande lampadario cominciò a vibrare violentemente e all'improvviso si schiantò contro il pavimento andando in mille pezzi.
Malfoy Manor.
Ecco dove si trovava. Le urla erano quelle di Hermione, la risata folle di Bellatrix. Perché era finito li? Non aveva mai fatto un sogno così e tutto era molto strano. Non aveva mai sognato il Malfoy manor perché l'unica cosa che aveva visto era il salone e le segrete. Non aveva mai avuto l'occasione di osservarlo nei minimi dettagli, o almeno non da ricordarseli.
<Mi stavo chiedendo quando ti avrei visto>
Brivido lungo la spina dorsale di Harry. Quella semplice frase detta in Serpentese lo aveva spaventato quanto lo era stato durante la caccia agli Horcrux.
Si voltò lentamente e davanti a lui c'era niente meno che la persona di Lord Voldemort tutta intera.
<Io avrei preferito non incontrarti, ma hai deciso tu vedo. Che cosa vuoi Tom?> il tono di Harry non aveva vacillato nemmeno per un secondo e optò per paritire subito all'attacco. Voleva rendere chiaro il concetto che lui non fosse spaventato da quella situazione e nemmeno del mago davanti a lui. Aveva usato il Serpentese apposta.
<Tu stupido ragazzino non sai di cosa parli! Non osare chiamarmi con lo stupido nome di mio padre babbano. Non so cosa tu sia venuto a fare in questi tempi ma lo scoprirò>
Harry si tese all'istante. Sapeva del suo viaggio nel tempo?
<Come fai a sapere che vengo da un altro tempo?> stavolta aveva parlato chiaro senza nessun sibilo.
<Non solo Silente riesce a percepire una variazione di magia come la tua. Sei davvero potente. Ho sentito parte della mia magia uscire da me il giorno che sei arrivato, ora posso dir per certo che sta dentro di te>
Harry a stento si teneva in piedi. Non poteva essere. Non voleva crederci.
<Non ho mai sentito niente del genere, Tom. Stai parlando a vanvera> lo sguardo di Voldemort sembrò trapassarlo.
<È per questo che posso parlarti non è così? La nostra magia fusa insieme ci tiene in contatto anche se non capisco come. Tu sai molto più di me è chiaro ma non riesco a leggerti la mente> sembrava quasi piccato. Harry ringraziò mentalmente sua sorella per aver insistito a completare le lezioni di Occlumanzia con lei e di essere diventato così bravo da respingere il Signore Oscuro in persona con facilità.
<Può essere si come può essere di no,Tom>
<Ci vediamo presto ragazzino. Tieniti strette le persone che ami non sarò tanto Clemente con loro> e tutto svanì facendolo catapultare sul suo letto tutto impaurito e con il fiato corto.
La Sala Comune non era mai stata così silenziosa.
Ginny stava piangendo sulla sua poltrona e guardava Harry come se stesse per sparire. Hermione era attaccata al braccio di Ron che aveva un espressione ferita nel profondo.
<Io non so che cosa fare> ed era vero. Per la prima volta dopo mesi, Harry James Potter non sapeva cosa fare.
Nessuno continuava a parlare. Ginny si alzò da dove era seduta e si lanciò nel petto del ragazzo cominciando a piangere più forte. Cominciò a prenderlo a pugni sempre con la faccia nascosta e le lacrime indisturbate.
<No, non ti credo!> urlò <non te ne andrai un'altra volta per colpa sua! Mi è bastata una volta> continuò a singhiozzare ritrovandosi poco dopo avvolta dalle braccia forti del prescelto che non sapeva come reagire.
<Troveremo una soluzione, te lo prometto> sussurrò il ragazzo più a sé stesso che agli altri.
<Come fai a essere così sicuro?>
Harry voleva dirle che non era sicuro per niente, che brancolava nel buio ma non ebbe il cuore di farcela.
<Sono Harry Potter, bene o male mi tiro sempre fuori dai guai> almeno allentò la tensione anche se erano tutti dannatamente preoccupati di doverlo vedere morto di nuovo.
Remus quando finì di ascoltare la conversazione era ancora più confuso. Harry aveva parlato con Voldemort?
Lo avrebbe smascherato il prima possibile e avrebbe mostrato a tutta Hogwarts che si sbagliava di grosso.

Spazio autore
Ragazzi!
Questo capitolo sarebbe dovuto uscire due giorni fa ma Wattpad me lo aveva cancellato così ho dovuto fare i salti mortali per recuperarlo e ce l'ho fatta🥳
Ero disperata quando non l'avevo visto con le bozze ma dopo aver usato il computer due giorni interi ecco qua il capitolo nuovo di zecca.
Mi è molto piaciuto scriverlo e spero che sia come ve lo aspettavate.
Buona lettura❤️
Gio☀️

Il golden trio nel 1977Where stories live. Discover now