27-Ricordi

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<RAGAZZO!> Harry sobbalzò nonostante questo fosse solo un ricordo della sua infanzia. Sperò che nessuno se ne fosse accorto. La sua mano tremava leggermente e il suo cuore aveva accelerato di qualche battito. Ok forse qualcosa di più che qualche battito. Il suo cuore voleva uscire dal suo petto tanto tamburellava furioso.  Era frustrante come la voce di suo zio lo spaventasse ancora tanto e se ne vergognava pure. Aveva sconfitto Voldemort e aveva paura del ricordo della voce di suo zio, patetico.
Hermione però aveva l'occhio lungo e sapeva che ricordo era quello, Harry gliene aveva parlato una volta durante uno dei suoi crolli e lei non si scordò mai più quel giorno. Aveva visto il dolore negli occhi di suo fratello e lei aveva sofferto con lui. Ora non poteva lasciarlo solo ad affrontare una delle sue più grandi paure.
Strinse la sua mano e circondò la sua vita tra le sue piccole braccia per dargli quel conforto cui lui cercava di darle ogni volta che stava male. La testa appoggiata al petto del ragazzo percepì la frequenza accelerata del cuore e lo strinse appena di più.
<È ok Harry, sono solo i tuoi ricordi>
Lui scosse la testa con lo sguardo basso e gli occhi chiusi.
<RAGAZZO! Scendi subito o ne pagherai le conseguenze!>  un piccolo Harry di 5 anni scese le scale con un espressione terrorizzata sul viso.
A questo punto il diciottenne tremava visibilmente, sapendo già cosa sarebbe venuto dopo.
CLAP!
Lo schiaffo che il bambino ricevette riecheggiò ovunque arrivando fin dentro le ossa.
Ginny ed Hermione avevano gli occhi spalancati e Ron era livido. Severus e Regulus non sapevano che pensare. Sempre ad occhi chiusi Harry stava combattendo contro i singhiozzi che pregavano di uscire dalla sua gola. Vinsero, e dalla bocca del prescelto uscì un verso strozzato.
<Non ci avevi mai detto che ti avevano alzato le mani addosso, amore> Ginny era sull'orlo delle lacrime. Come potevano dopo tutto quello che era successo anche solo pensare di menare un bambino di 5 anni. Ma adesso era lei quella che doveva restare forte e in piedi per lui, era il momento di ricambiare tutte le volte che lui aveva aiutato lei a superare la morte di Fred e poi pochi giorni dopo anche di tutti i Weasley rimasti schiacciati sotto le macerie di quella che una volta era Hogwarts.
Harry non aveva mosso un dito era lì, in piedi a tremare come il bambino del ricordo che ora era stato chiuso nel ripostiglio e aveva cominciato a singhiozzare chiedendosi perché non poteva avere una mamma o un papà come suo cugino Dudley.
Hermione prese gli altri e se lo portò via continuando a guardare i ricordi che erano cambiati: la prima lettera in arrivo da Hogwarts.
<Hey, vieni usciamo da qui> la rossa lo prese per mano e uscirono dal pensatoio. Si trovavano uno davanti all'altro i visi a pochi centimetri e le mani ancora intrecciate.
<Lascialo uscire tutto> sospirò lei piano. E così Harry cominciò a piangere come non faceva da molto tempo pianse per rabbia, dolore, gioia e tutto quello che aveva passato fino a quel momento. Lei lo strinse perché era l'unica cosa che potesse fare e lentamente raggiunsero il divano lei si stese ed Harry sopra di lei con la faccia nascosta nell'incavo del collo e continuò per quelle che parvero ore. Lui piangeva e lei lei continuava con parole dolci e accarezzandogli i capelli corvini. In quel momento sembrò che il mondo si fosse fermato e che esistessero solo i sentimenti di Harry.
<Harry è tutto ok, sei al sicuro. Nessuno ti può fare del male> erano le parole ripetute dalla ragazza. <Sistemeremo tutto, ok? Vinceremo noi, insieme come sempre>
Arrivò il momento in cui il giovane si addormentò, i muscoli finalmente tutti rilassati e un espressione tranquilla in viso.
Ginny si prese un attimo per guardarlo meglio e per pensare all'unica scena che aveva visto nel pensatoio. Non potè che pensare che fosse davvero forte. Il più coraggioso e leale. Una roccia per chiunque, anche chi non lo meritava, e sempre a pensare per il bene di tutti. Nessuno gli aveva mai chiesto niente eppure lui era sempre lì a dare una mano. Non aveva mai avuto la sua famiglia e non aveva mai nemmeno provato a essere geloso di lei o di Ron. Non poteva nemmeno capire cosa per lui volesse dire vedere i suoi genitori vivi e vegeti ma che pensano che tu sia il nemico. Perché lei lo sapeva che tutte le parole che gli avevano rivolto erano delle pugnalate al cuore.
Occasionalmente si addormentò anche lei con le braccia ancora strette attorno a lui con fare protettivo e materno.
Cullati entrambi dal battito del cuore e quel profumo così familiare che li faceva stare bene.
Era amore il loro e lo sapevano, Harry voleva anche fare la proposta ma dopo il crollo del castello erano crollati anche loro 4. Sapeva che anche Ron voleva fare lo stesso. Si sono ritrovati nel 1977 e non c'è più stata l'occasione.  Tutto ciò di cui tutti loro avevano bisogno era solo un po' di amore. 
E fu in quel momento che gli altri uscirono dal pensatoio poi sconvolti che mai. Hermione singhiozzava stretta a Ron che aveva anche lui condiviso qualche lacrima. I due Serpeverde provavano un misto di emozioni che andavano da stima e orgoglio a rabbia e confusione. L'unica cosa certa era che quel ragazzo era una delle persone migliori di questo mondo e i due erano grati di aver scelto di stare dalle sua parte perché era un ragazzo d'oro e dai sani principi. Per un momento si erano sentiti stupidi per aver anche solo pensato di seguire i passi di quel pazzo scatenato di un Voldemort.
<Shh Hermione, sveglierai Harry e mia sorella così. Stai tranquilla, Harry adesso è ok. È con noi> Ron stava provando più ad auto convincersi ma a quanto pare funzionò anche con Hermione che si stava rilassando al tocco del rosso. Mentre tutti si stavano rilassando sulle poltrone intenti a pensare intensamente Ginny si svegliò sentendo la presenza di altri.
<Ron? Mione? Avete finito i ricordi?>
<Si, tutto ok voi due?> la rossa annuì. Harry si mosse appena ma rimase dormiente.
<Come sta?> era Regulus che si era preoccupato da quando aveva visto il suo amico tremare come una foglia.
<Ha pianto parecchio ma gli serviva, poi si è addormentato circa un'oretta fa e io poco dopo. Penso che ora si senta meglio> bisbigliò a bassa voce dopo avergli lasciato un bacio sulla testa.
<È andato dritto a farsi ammazzare> borbottò Severus.
<Si, gli saremo eternamente grati per questo. Ci ha salvati tutti e solo per amore> lodò Ron suo fratello.
<Harry è la persona migliore di questo mondo. Si sarebbe meritato di meglio>
<Non sembra nemmeno il figlio di Potter. Lui ha preso da Lily> Piton sembrò incupirsi ma scosse la testa come per uscire dallo stato di trans in cui stava entrando.
<Hermione, Tu e Sev è meglio se cominciate adesso con quella pozione. Voglio quel bastardo morto entro la fine dell'anno>
Gli occhi dei ragazzi del futuro si illuminarono.
<Andiamo allora>
Voldemort doveva avere paura.

Il golden trio nel 1977Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora