28-Fratellino

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Regulus non sapeva cosa pensare.
Aveva visto suo fratello morire ucciso dalla sua stessa cugina, Bellatrix. Il dolore negli occhi di Harry e l'urlo agonizzante che ne era seguito alla scomparsa oltre il velo, avevano fatto piangere il piccolo Black.
Severus era stato di grande aiuto ma non riusciva a dimenticarsi la luce verde e lo sguardo vuoto di suo fratello. E il dolore del piccolo ragazzino di 15 anni nel vedere l'ultimo della sua famiglia morire davanti ai suoi occhi era solo immaginabile.
Sentì una mano sulla sua spalla e alzò lo sguardo in un gesto meccanico scontrandosi con l'azzurro cielo di Ron.
<Sirius sta bene> come sapeva a cosa stava pensando? <Lo so perché hai lo stesso sguardo di Harry dopo quello che è successo. So cosa si prova a perdere un fratello>
Regulus ripensò alla grande forza che quei quattro giovani avevano accumulato negli anni. Ammirevole.
<Non riesco a togliermi la sua espressione dalla testa e il suono dell'urlo di Harry mi rimbomba nelle orecchie> aveva sussurrato perché il ragazzo in questione ancora dormiva e sembrava in pace come non lo era mai stato.
<Harry non è più lo stesso da quel giorno> sospirò affranto il rosso voltandosi a guardare sua sorella accarezzare dolcemente la guancia del suo fidanzato <Sono contento che Ginny lo faccia rinsavire, era l'unica che riusciva a parlargli dopo la battaglia del Ministero. È pure riuscita a farlo ridere un giorno>
<Si amano, non è vero?> chiese il più giovane come immaginandosi quella conversazione con suo fratello più grande. Il rosso annuì e basta.
<Reg vedrai che Sirius ti ascolterà. Non c'era giorno in cui non si pentì di non averti protetto dai vostri genitori. Quando sei morto, una parte di lui è morta con te> il Black ricominciò a versare lacrime e in un impeto di affetto si lanciò sul rosso e lo strinse forte.
Ron ne restò piacevolmente sconvolto e circondò con le braccia il nuovo amico che già aveva cominciato a considerare come un fratello minore. Ne aveva sempre voluto uno e avere Ginny era stata una gioia immensa, ma avrebbe sempre voluto comportarsi come i suoi fratelli nei suoi confronti. Voleva rendere fiero i suoi. Avrebbe voluto prendere il fratellino e insegnargli a giocare a scacchi, spara schiocco o salire su una scopa. Avrebbe voluto sapere che c'era qualcuno che seguiva le sue orme e lo considerava come punto di riferimento. Per sentirsi orgoglioso.
A volte pensava di aver fallito con Ginny perché erano state più le volte in cui avevano litigato che quelle in cui si dissero ti voglio bene. Però vederla così cresciuta e forte per lui era davvero senso di orgoglio. E per il ruolo da fratellino minore c'era sempre stato Harry di cui si prese cura fin da quando avevano 11 anni: lo aveva guidato attraverso il mondo magico e lo sostenne tutte le volte che tornava a casa sua dopo quasi un mese intenso dai Dursley. Lo aveva aiutato a curarsi e a ritrovare la fiducia in se stesso e l'autostima che uno come lui dovrebbe avere.
Era rimasto sconvolto quando aveva scoperto durante il 3 anno come lui vivesse tra quei sudici babbani e ciò cominciò a spiegare molte cose. Il perché dei suoi sussulti ogni volta che qualcuno faceva movimenti bruschi o il suo odio per le persone che alzano la voce. Oppure i muscoli della schiena e delle spalle sempre tesi come in allerta.
Da quel giorno Ron era diventato un altra persona ed era la sola ancora di salvezza del povero moro con gli occhi verdi. Si sentì fiero di lui stesso per aver capito qualcosa prima di Hermione e ancor più onorato perché Harry aveva accettato il suo aiuto per tenerlo nascosto a tutti. Anche se la ragazza dopo un veloce 2+2 ci era arrivata poco prima dell'accaduto al ministero da dove aveva iniziato ad andare tutti a rotoli.
La situazione dai babbani sembrava peggiorata e se non fosse stato per i suoi migliori amici, Harry sarebbe caduto in depressione. Lo avevano trattato senza mostrare un briciolo di pietà perché sapevano quanto lui lo odiasse. Per loro era sempre stato Harry. Il piccolo fratellino da tenere al sicuro dal resto del mondo e al 6 anno si erano stupiti a vedere come lo avevano reso più sicuro di sé, tanto da arrivare a baciare Ginny davanti a tutta la sala comune. Da quel giorno ebbero una mano in più anche se Harry non lo seppe mai.
Adesso lo aveva accettato, ma per Ron era sempre un dolore vederlo sobbalzare ad ogni movimento brusco delle persone sconosciute e vedere che limitava i contatti "a pelle" con le persone al minimo.
<E se non mi volesse più?> Regulus lo riportò alla realtà.
<Conosco Sirius abbastanza da poterti assicurare che non vede l'ora di riaverti indietro> fece un attimo una pausa <E nel dubbio non sia così, ci penserà Harry a farlo tornare in sè>
<Gli vuoi bene vero?> e si voltò a guardarlo, stava lentamente aprendo gli occhi.
<Oh si, lui è come un fratello minore per me. Non mi ha mai abbandonato dalla prima volta che ci siamo conosciuti e io mi sono sempre preso cura di lui> il giovane Black si accorse dell'espressione triste del rosso e non poté che ricordagli il viso di Sirius ogni volta che era costretto a vederlo soffrire per mano di sua madre.
<Chi?> chiese senza che potesse fermarsi Ron lo guardò come se avesse due occhi in più. <Chi gli ha fatto del male? Hai la stessa faccia che aveva Sirius>
All'ultima affermazione le sue spalle si incurvarono in avanti in segno di stanchezza.
<I suoi zii. Pensavano di poter far uscire la magia dal suo corpo. Sai, loro la odiano e tutto ciò che ne ha a che fare subito dietro. Compreso il loro unico nipote>
Regulus mise su una faccia orripilata.
<Ma non si può togliere la magia!> come potevano solo pensare una cosa così stupida?!
<E loro lo sapevano bene, volevano solo una scusa per fare ciò che hanno fatto> una terza voce si intromise.
<Dormito bene amico?> Harry annuì.
<Ti capisco. Non è stato simpatico nemmeno per me> gli mise una mano sulla spalla per fargli capire che anche su questo aspetto erano dalla stessa parte.
<L'unica cosa che ci differenzia è che io resterò così per tutta la vita> e girandosi lentamente si alzò il maglioncino voltandosi di schiena e scoprendo piccole righettine bianche ormai quasi invisibili: le sue cicatrici. Non le aveva rivelate mai a nessuno che non fossero i suoi migliori amici e la sua ragazza. Per sbaglio le avevano viste anche Remus e Frank ma per la fretta pensarono fossero state causate da maledizioni.
Ma dal primo momento in cui aveva parlato con il giovane ragazzino davanti ai suoi occhi aveva sentito un urgenza nell'aprirsi con lui per essere sicuro che si fidasse di loro.
Voltandosi di nuovo Harry si accorse delle lacrime uscivano dai suoi occhi e il suo cuore si scaldò a sapere che Sirius non avrebbe dovuto affrontare la morte della persona più importante della sua vita e che un giovane sedicenne così buono non sarebbe morto per il bene del mondo. Cauto il prescelto si avvicinò e avvolse le braccia a quello che ormai considerava un fratellino, proprio come Ron aveva fatto con lui e la sensazione era grandiosa.
<Sei stato coraggioso>
<Tu, Regulus, lo sei molto di più. È difficile voltare le spalle alla propria famiglia>
<Riuscirai davvero a ucciderlo?>
<Certo, a costo della mia vita>
E quella di Harry era una promessa, nessuno se la sarebbe mai scordata.

Spazio autore
E dopo anni luce di ritardo eccomi di nuovo qua!
Scusatemi tanto ma la scuola non mi da tregua e le ultime tre settimane sono state ingestibili😤
Non sono molto contenta del capitolo, è di passaggio ma giuro che nel prossimo ci sarà da divertirsi. State pronti potrebbe uscire prima del previsto😉
UN bacio a tutti.
Gio☀️

Il golden trio nel 1977Where stories live. Discover now