17-Quidditch

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Sirius e Marlene furono gli ultimi ad arrivare al campo da Quidditch e i loro amici non capirono nemmeno perché così tanto felici.
Naturalmente il sorriso più grande di tutti ce lo aveva Harry che fremeva dalla voglia di battere suo padre a chi prendeva prima il boccino.
Remus, Lily, Ron, Hermione e Alice erano tutti comodamente seduti sugli spalti a fare il tifo per il loro amici. Momentaneamente nessuno si era accorto della mancanza di Peter.
<Bene ragazzi!> chiamò a gran voce James guardare tutti gli aspiranti giocatori. <Direi di cominciare prima con i portieri e poi con i battitori> ammiccò verso Sirius e Frank per far capire loro che per lui erano già in squadra e andò avanti. <Poi quest'anno ho deciso di giocarmi il posto da cercatore con Harry> tutti si voltarono a guardarlo e lui si sentì a disagio. Tutti gli sguardi addosso non gli erano mai piaciuti e da dopo il duello non aveva un minuto di pace nei corridoi, sguardi eloquenti e bisbigli ovunque andasse neanche fosse tornato indietro al 5 anno.
Però dovette pensare che James non aveva mai scommesso sul ruolo che aveva in squadra, per di più con uno nuovo e quindi era comprensibile. Fatto sta che odiava comunque tutte quelle attenzioni.
<Io e lui faremo una sfida: a chi prende prima il boccino. Chi vince si aggiudica il posto da cercatore l'altro si prenderà uno dei tre da cacciatore> tutti annuirono seri ma preoccupati. Questo lasciava solo due posti liberi e loro erano più di 25 a fare il provino, i cacciatori saranno stati in 13. Ginny e Marlene erano rilassate e determinate ad accaparrarsi quei due posti liberi.
<Battitori con Sirius, portieri con Frank e cacciatori con me> impartì ordini il Capitano dei Grifondoro. <Harry tu per ora stai a guardare>
Che Frank fosse il miglior portiere era chiaro a tutti. I cacciatori di James avevano segnato palate di goal a tutti i candidati tranne che con il ragazzo del 7 anno. Soltanto Ginny era riuscita a segnare tre goal quando a difendere gli anelli si trovava Paciock, era sorprendente. Marlene ci era andata molto vicina prendendo in pieno il contorno metallico dell'anello di destra diventanti la seconda migliore.
Anche Sirius stava andando alla grande. Aveva spedito i bolidi potenti e precisi in tutte le direzioni e in pochi erano riusciti a scansarsi con tranquillità, qualcuno era amache stato disarcionato tanta era la forza con cui la palla lo colpì. Il problema era scegliere l'altro battitore perché nessuno sembrava essere adatto alle aspettative del Black che voleva giocare con qualcuno che gli desse sicurezza e che sapeva essere sempre al posto giusto al momento giusto, una garanzia.
Con immensa sorpresa di tutti superò tutti i test un bimbetto del secondo anno di nome Josh. Il ragazzino sembrava ancora più piccolo quando lo mettevi accanto ai compagni di squadra che erano tutti dell'ultimo anno.
James si annotò mentalmente di parlare con la vicepreside e assicurarsi che l'anno successivo il capitano fosse stato lui. E così la squadra era al completo: mancava solo da decidere chi tra Harry e James meritava di più il boccino. Chi era stato scartato era uscito dal campo ma si era arrampicato su per gli spalti dal quale spuntavano sempre più studenti curiosi di assistere alla sfida.
<Felpato!> Sirius scattò sull'attenti.
<Voglio che sia tu a liberare il boccino>
<Certo che sarò io. Chi altri sennò?> sembrò indignato. <Ferisci il mio onore Ramoso, hai pensato a qualcun altro prima di me> si asciugò una lacrima finta in modo melodrammatico.
<Oh sta zitto cagnaccio e libera quella dannata pallina>
Ormai serio il cane si avvicinò al baule dove venivano custodite le palle della scuola e liberò la piccola pallina dorata che svolazzò prima davanti al Capitano e poi davanti agli occhiali di Harry per poi sparire nel nulla.
Silenzio.
Tutto ciò che si poteva sentire era lo sventolio delle divise da Quidditch.
Harry in quel momento si sentiva come mai lo era stato in quegli ultimi mesi. Era più che contento e non riusciva a sopprimere il gran sorriso che aveva contagiando anche i suoi amici e la sua ragazza, sollevati di vederlo così leggero.
Osservando bene James si poteva benissimo vedere che era leggermente nervoso ma del tutto camuffato da un ghigno arrogante e una passata di mano tra i capelli.
Il prescelto voleva volare, non aveva voglia di aspettare l'accenno di uno sventolio d'oro: voleva sentire l'aria colpirlo in viso scompigliandogli i capelli e voleva sentire il brivido lungo la schiena quando accelerava. Voleva graffiarsi le mani con il legno del manico per la stretta troppo forte prima di una picchiata e perdere il senso della gravità stando sottosopra in un giro della morte.
La sua Firebolt era trasfigurata in un modello del 1977 ma andava ancora per come era stata progettata, James non aveva scampo.
Fischi si fecero largo tra il silenzio quando il moro-occhi verdi iniziò a sfrecciare a destra e sinistra per puro divertimento. Volava che era semplicemente perfetto.
James e Siurius non avevano mai visto volare così bene in tutta la loro vita e ne rimasero davvero colpiti: era quasi degno da Nazionale.
<Ehi Harry ti stai divertendo?> gli urlò dietro James facendolo rallentare. Lui annuì con un sorriso a 32 denti e questo in qualche modo fece stare tutti un po' meglio ma il capitano soprattutto. Non si era ancora dimenticato dell'episodio di qualche settimana prima quando si era trovato ad abbracciare il suo amico tutto tremante a causa di un pianto disperato. Era ancora scosso. Di giorno era una persona normale come tutti gli altri ma che aveva gli occhi tormentati e neanche Ginny riusciva a farlo stare completamente tranquillo.
Avevano provato a chiedere del perché Harry fosse così sopraffatto dai sentimenti ma tutti liquidavano la domanda con un veloce gesto della mano e un veloce <Non adesso> e tutto ciò era davvero snervante. Per non parlare di Remus che aveva cominciato a insinuare che nascondessero qualcosa e tutto sembrava assurdo.
Harry aveva ripreso a frecciare per tutto il campo ad una velocità sorprendente che quasi era difficile vederlo. Si fermò con il fiato e dopo parecchi minuti completamente incurante del boccino. E senza volerlo mentre si voltava per vedere come se la cavava suo padre sulla scopa notò uno scintillio dorato poco lontano da lui. Piegò verso destra per cambiare direzione e partì verso la vittoria, urlando un <A chi lo prende per primo!> quando saettò a fianco al suo compagno. James pensò che stesse scherzando ma guardando bene, effettivamente il boccino c'era. Dagli spalti si alzavano frasi come <Vai Harry!> oppure <Muovi il culo Potter!> o ancora <Nuovo cercatore mi sa quest'anno!>
James partí all'inseguimento e poco dopo si affiancò a quello che non sapeva essere suo figlio. Per un momento soltanto si guardarono negli occhi e il mondo di Harry parve crollare. Rallentò un po' e mentre restava indietro James giurò di vedere i suoi occhi diventare ancora una volta verdi, ma questa volta gli venne in mente dove li aveva già visti: Lily. Erano uguali ai suoi ne era sicuro. Ma lasciò perdere perché in quel momento il boccino era più importante. Anche Harry riprese coscienza del suo corpo e volò di nuovo a fianco a James con un braccio teso davanti alla faccia pronto a chiudere le dita al contatto freddo della pallina.
James fece lo stesso. Zigzagavano da circa un minuto quando il boccino deviò verso il basso senza dare segni di volersi fermare.
I due si tuffarono in una picchiata spettacolare lasciando molti senza fiato e alcuni estasiati. Vederli volare era assolutamente magnifico. Si stavano avvicinando troppo al terreno per fermarsi proprio in quel momento. Non potevano mollare. Harry aveva lo sguardo determinato ma il sorriso sulle labbra, tutto ciò ricordava gli ricordava la prima picchiata alla prima lezione di volo per difendere Neville e la sua ricordella. Pensare al suo amico, un eroe, gli faceva ancora male. I loro amici tutti morti perché il castello era crollato. Non riuscivano a dimenticare il dolore che provarono vedendo crollare casa loro su tutti i loro cari.
James aveva la faccia preoccupata ora perché non sarebbe riuscito a evitare il suolo se avesse continuato la picchiata e quindi abbandonò la missione a due metri da terra, Harry proseguì dritto. Con una piccola spinta afferrò il boccino poco prima dell'erba e poi si tirò su senza la minima fatica e senza schiantarsi.
Un esplosione di urli e applausi lo circondò e James volò da lui con un gran sorriso. Alzò un braccio e tutto lo stadio si zittì.
<Un applauso al nuovo Cercatore dei Grifondoro!> altre grida riempirono lo stadio e quando il biondo atterrò venne travolto dai suoi amici, tutti sorridevano.

Spazio autore
Ciao ragazzuoli belli!❤️
Un altro capitolo fresco fresco per voi. Ci ho messo un po' a scriverlo perché sono in vacanza però non volevo lasciarvi una settimana senza niente di nuovo😁
Nei prossimi giorni scriverò il prossimo e spero di riuscire a pubblicarlo venerdì sera altrimenti mi scuso già ma dovrete aspettare sabato🙁
Spero che vi piaccia.
Un bacio.
Gio☀️

Il golden trio nel 1977Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora