XVIII

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14 MARZO

Cinque bersagli gettavano le loro ombre allungate di fronte a loro

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Cinque bersagli gettavano le loro ombre allungate di fronte a loro. Distavano tutti tre metri dalle vetrate, allineati senza nemmeno un millimetro di disparità, con i cerchi concentrici a catturare lo sguardo grazie ai colori ipnotici. Il tramonto, insieme al suo flemma, bisbigliava che per l'arrivo della Primavera bastava attendere un settimana e nulla più.

Yoongi impugnava l'arco con incertezza. Nella lista delle cose che non aveva mai imparato a fare figurava anche il tiro con l'arco. Anzi, se proprio doveva dirla tutta, quella disciplina occupava il primo posto. Paradossale, quando la caccia era riconosciuta come l'arte di Città del Fuoco. Eppure, forse era proprio perché lui detestava la caccia con tutto se stesso che non aveva mai dato il massimo quando gli venivano consegnate delle frecce tra le mani.

«Cosa aspetti?» Jimin voltò la testa. A differenza di Yoongi, era già in posizione, con la cuspide metallica che mirava verso il centro rosso del bersaglio. Le maniche rimboccate non gli bastavano a eludere la calura post-riscaldamento, né le gocce di sudore che dalla fronte scendevano fino alla base del collo.
«Non sono afferrato in...» abbassò la testa e i suoi occhi indicarono la faretra che aveva abbandonato a terra. «questo»
Jimin si separò dalla sua attrezzatura, avvicinandosi all'altro. Sorrise. «Ti insegno io»

«Allarga le gambe» il ragazzo fece aderire il petto alla schiena di Yoongi. Afferrò i suoi polsi con le mani corrispondenti. Guidò in simultanea entrambe le braccia verso l'alto, bloccandole quando si tesero parallele al pavimento. «Una davanti all'altra»

I tacchi appena accennati destarono un suono flebile. Yoongi lasciò che Jimin sollevasse ancora di una decina di centimetri il braccio destro, che tendeva la corda. Il pollice arrivò a sfiorargli l'orecchio. Con il respiro caldo di Jimin dritto sul collo e il cuore che accelerava a ogni secondo, concentrarsi fu un'impresa. Il volto caldo pressato contro di lui e le ciocche di capelli bagnate che lo solleticavano.

«Ancora» il tono con cui Jimin lo disse, scaricando tutto il fiato che aveva sul lembo di pelle scoperto dalla camicia, ansimando a fine parola, non solo contorse lo stomaco di Yoongi: diede inizio a una lunga scarica di brividi sulla sua schiena. D'altronde, il principe dell'Acqua aveva fatto esplicita richiesta di essere lasciati soli. «Devi tendere ancora un po' il destro. La freccia deve sfiorarti la guancia»

I muscoli di Yoongi si sciolsero alla presa quasi possessiva dell'altro. Jimin tirò l'interno del gomito di Yoongi verso di sé. Lui deglutì.

«Scocca»

Yoongi lasciò andare la corda e il fusto. L'impennaggio ruotò nell'aria, la punta attratta come un magnete dal bersaglio. Si conficcò nel secondo anello.

«Non male» respirò l'altro sulla sua pelle. Un sorriso accentuato più sul lato destro del volto smascherò una genuina maliziosità. «Davvero»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Where stories live. Discover now